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I lavoratori chiedono un nuovo direttore per il Piccolo di Milano. Si dimette Escobar
Personaggi
Dopo 22 anni di regno, Sergio Escobar abdica. Il direttore del teatro del Piccolo Teatro di Milano, l’istituzione fondata 73 anni fa da Paolo Grassi e Giorgio Strehler, oggi il teatro più importante d’Italia, ha anticipato le dimissioni al suo mandato, inizialmente in scadenza al 30 settembre.
Sembra che la causa sia stata la dura lettera dei lavoratori del Piccolo Teatro indirizzata anche al Ministro Franceschini: «In vista della prossima scadenza del mandato ultraventennale del Direttore Escobar, e a cinque anni dalla morte di Luca Ronconi, il Piccolo Teatro ha diritto ad avere una nuova guida, che sia in grado di progettare una ripartenza». I lavoratori chiedono che il nuovo direttore sia «una figura di alto profilo culturale, intellettuale e artistico, oltre che di prestigio internazionale, in grado di restituire al Piccolo il suo ruolo di teatro pubblico e di ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Una personalità – da ricercarsi attraverso una procedura di selezione chiara e trasparente – che sappia riorganizzare i processi produttivi e ripristinare una modalità corretta nelle relazioni tra i lavoratori, la direzione e la dirigenza tutta».
Stando alle dichiarazione di Salvatore Carrubba, presidente del Cda del teatro (cinque componenti di nomina politica, tra comune e regione), ora sarà compito del Consiglio stilare una lista i nomi, massimo dieci, «gli attributi sono evidenti a tutti». Tra questa rosa il Mibact sceglierà il direttore, che a sua volta nominerà un “consulente regista”. Modalità molto lontane dall’invito dei lavoratori a “una procedura di selezione chiara e trasparente”.
La nomina del direttore del Piccolo Teatro, nato come teatro della città, poteva essere l’occasione per riportare sulla pubblica piazza la discussione sull’importanza del teatro, sul capire insieme la strada per il teatro italiano, in stallo ormai da anni se paragonato al resto d’Europa. Ma invece sembra come al solito la possibilità per arricchire il curriculum e riempire una poltrona, senza discutere delle competenze e del futuro dell’istituzione.le competenze e del futuro dell’istituzione.