Il principio di Archimede
Tradotto in 15 lingue, rappresentato in 21 Paesi, il testo del drammaturgo catalano Josep Maria Miró, partendo da un apparente caso di pedofilia, parla di molte altre cose: della paura che ci pervade, dell’educazione che ci viene impartita, delle relazioni sociali e del tipo di mondo in cui vogliamo vivere. La domanda è semplice: preferiamo una società in cui possano verificarsi delle storture, o addirittura degli abusi, ma dove sia ancora consentita la tenerezza tra gli individui, oppure una che metta in campo tutti i meccanismi di sicurezza possibili per impedire ogni rischio, anche a costo di diventare tutti un po’ poliziotti e un po’ indagati? Un testo che è al tempo stesso la rappresentazione della spirale che dalla paura porta alla violenza e una metafora dell’ambiguità della verità, e una riflessione sulle storture comunicative dei social.
“Il principio di Archimede”, di Josep Maria Miró, traduzione e regia Angelo Savelli, con Giulio Maria Corso, Samuele Picchi, Monica Bauco, Riccardo Naldini scene Federico Biancalani, luci Alfredo Piras. Produzione Teatro di Rifredi. A Firenze, Teatro di Rifredi, fino al 10 aprile.
Romeo e Giulietta di Babilonia Teatri
Non una coppia di adolescenti a interpretare la storia d’amore di Romeo e Giulietta, ma due anziani e affermati attori di tradizione come Paola Gassman e Ugo Pagliai, per una vicenda che si concentra esclusivamente su di loro. Con lo sguardo profondo e irriverente che da sempre caratterizza Babilonia Teatri, l’innovativo gruppo inquadra il grande classico shakespeariano con un radicale ribaltamento di prospettiva. Le scene in cui Romeo e Giulietta s’incontrano e dialogano, isolate dal resto del testo, assurgono a icone di un amore totale e impossibile.
“Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore”, di Babilonia Teatri, da William Shakespeare, con Paola Gassman, Ugo Pagliai, Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi, disegno luci Babilonia Teatri e Luca Scotton. Produzione Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile del Veneto / Estate Teatrale Veronese. A Palermo, Teatro Biondo, dal 5 al 10 aprile.
L’ultimo animale
“Questo spettacolo è il mio urlo di Munch nei confronti di questa società”, scrive l’autrice e regista Caterina Filograno. Lo spettacolo verte su due focus. Il primo è sulla lotta di classe e le dinamiche di potere che in essa si celano. Il secondo concerne il disagio femminile. Il rapporto tra due ragazze – Cristi che vive in affitto a casa di Giudi, sua migliore amica – si incrina negli anni soprattutto per via di un buco che occupa una parete della camera mai riparato. Quel buco è abitato. E saranno proprio i suoi abitanti a fungere da motore della storia.
“L’ultimo animale”, drammaturgia e regia Caterina Filograno, con Francesca Porrini, Alessia Spinelli, Emilia Tiburzi, Anahì Traversi, Carlotta Viscovo, costumi Giuseppe Di Morabito, progetto audio/video Francesco Emmola. A Milano, Teatro i, fino al 10 aprile.
AMOЯ di Salvo Lombardo
Lo spettacolo del coreografo Salvo Lombardo nasce dal desiderio di sondare quel tratto significativo alla base della costruzione identitaria italiana, teso all’esaltazione di un passato classico e dei suoi fasti gloriosi. Nasce dal desiderio di indagare il concetto di potere. Cos’è il potere? O meglio, come si manifesta il potere? Come il potere muove e trasforma i corpi? Quali sono le sue articolazioni? Quali le sue rappresentazioni ufficiali, le sue genealogie, e quali, soprattutto, le contro narrazioni che oggi reagiscono alla sua figura? AMOЯ, una parola che ci restituisce l’immagine di un qualcosa che si guarda allo specchio. AMOЯ è bifronte di Roma. Roma non fu costruita in un solo giorno.
“AMOЯ”, ideazione, coreografia e regia Salvo Lombardo scenografia e video Daniele Spanò, light design Giulia Pastore, musiche originali Fabrizio Alviti, costumi Chiara De Fant prodotto da Chiasma/Fattoria Vittadini, in coproduzione con MilanOltre Festival. Al Teatro Argentina di Roma, 5 e il 6 aprile, per il programma Grandi Pianure.
Ora parlami d’amore
La coreografa Paola Vezzosi fa aprire la scena con un immaginario post-mortem di chi si amò “da morire”: Giulietta e Romeo. Le due anime reincarnano, in una presenza intermittente e discontinua, l’amore folle che li mosse in vita. Un’alternanza scoordinata di vita-morte che conduce ad altre storie di passione, di lutto, di gioia e di paura. Eros è il motore propulsivo che alimenta l’energia vitale del corpo e del suo movimento. Thanatos, la morte: il motore di arresto a cui il corpo risponde obbediente. Il lutto è di chi resta e ha un suo rumore, ma di morte si parla poco, gridando o sottovoce.
“Ora parlami d’amore”, ideazione regia e coreografia Paola Vezzosi, interpreti Enrico Cavalloni, Lorenzo Di Rocco, Isabella Giustina, Jennifer Lavinia Rosati e Valentina Sechi; costumi di Anna Primi e Olivia Bianchini, Disegno luci Luca Chelucci. Produzione ADARTE. A Firenze, Teatro Cantiere Florida, 7 e 8 aprile.
Chapter 3 di Sharon Eyal
Terzo capitolo della Trilogia dell’amore, è l’ultima creazione della Comapgnia L-E-V (in ebraico cuore), fondata e diretta da Sharon Eyal e Gai Behar, danzatori e coreografi israeliani, compagni d’arte e di vita. L’energia contagiosa dei coreografi trasfigurano l’angoscia dell’amore attraverso una danza furiosamente sensuale. Una nuova immersione nelle relazioni, nelle dinamiche dei sentimenti, nello strazio del dolore, nella paura dell’abbandono, nel vuoto degli addii, sempre racchiusi nel cosmo del suono live di Ori Lichtik e delle luci di Alon Cohen.
“Chapter 3: The Brutal Journey of the Heart”, creazione Sharon Eyal co-creazione Gai Behar, musica Ori Lichtik, costumi Maria Grazia Chiuri – Christian Dior Couture, disegno luci Alon Cohen. Al Teatro Ariosto per la Stagione di Danza della Fondazione I Teatri Reggio Emilia, il 5 aprile.
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