11 aprile 2022

In Scena #3: sette appuntamenti al teatro, tra umanità e totalitarismi

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Tra Thomas Mann, Pinocchio ed Edipo, sul palco i paradossi dei totalitarismi e le favole nere dell'umanità: sette spettacoli di teatro e danza, in scena in settimana in tutta Italia

Catarina ©Filipe Ferreira

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia. Ecco la nostra selezione della settimana.

TEATRO

Catarina e a beleza de matar fascistas

Una importante coproduzione internazionale firmata da Tiago Rodrigues, direttore del Teatro Nacional Dona Maria II di Lisbona. Esemplare del suo teatro a vocazione politica, lo spettacolo racconta il rito di una famiglia che, da oltre 70 anni, si tramanda la missione di uccidere un fascista. Otto interpreti, una macchina scenica ingegnosa, una sceneggiatura ironica, surreale e avvincente impreziosita da canti corali e affascinanti momenti di danza tradizionale. La scena si apre su una casa di campagna nel sud del Portogallo nel giorno in cui tutta la famiglia è riunita. In questa famiglia si chiamano tutti Catarina, da tre generazioni, in memoria della capostipite Catarina Eufémia, una bracciante assassinata nel 1954 durante la dittatura fascista in Portogallo. È un giorno di celebrazioni, di bellezza e di morte: Catarina, la figlia più giovane, sta per uccidere il suo primo fascista, rapito per questo scopo. Ma si scopre incapace di eseguire il suo compito o forse si rifiuta. “Catarina” innesca una riflessione sull’ascesa dei nuovi populismi in Europa, il senso di impotenza di fronte al crescere dell’autoritarismo come soluzione alle crisi.

“Catarina e a beleza de matar fascistas”, testi e regia Tiago Rodrigues, scenografia F. Ribeiro, costumi José António Tenente, luci Nuno Meira, sound design e musica originale Pedro Costa, arrangiamenti corali e vocali João Henriques. A Roma, Teatro Argentina, dall’11 al 14 aprile; Modena, Teatro Storchi, per ERT / Teatro Nazionale il 28 e il 29 aprile.

Exils intérieurs

Combinando brani musicali, proiezioni di film di Amos Gitai e lettura di vari testi, lo spettacolo è un dialogo immaginario tra Thomas Mann e sua moglie Katia, Rosa Luxemburg e Albert Camus sul tema della posizione dell’artista (quando si trova) di fronte all’oppressione. Quando un artista prende posizione contro un regime autoritario, quali sono le conseguenze per la sua vita e il suo lavoro?

Nel 1936, Thomas Mann viveva ormai da tre anni in esilio volontario in Svizzera. Ma non aveva fatto assolutamente nessuna dichiarazione pubblica riguardo alla politica. Essendo il più eminente scrittore tedesco del suo tempo, era stato spinto da entrambe le parti a prendere posizione. I nazisti insistettero perché tornasse in Germania e lasciarono intendere che le sue idee inconcepibili sulla libertà sarebbero state ignorate se avesse detto una parola di lode verso il Führer. Gli antifascisti lo pregarono di unirsi a loro. Nel 1936 decise di esprimersi sul tema dell’antisemitismo nazista. Il giorno successivo è stato privato della sua nazionalità tedesca ed è diventato apolide.

Exils interieurs

“Exils intérieurs”, regia Amos Gitai , testi di Thomas Mann, Rosa Luxembourg, Albert Camus, Antonio Gramsci, Else Lasker Schüle, con Natalie Dessay, Pippo Delbono, Jérôme Kircher, Markus Gertken, Hans-Peter Cloos, Talia De Vries; luci Jean Kalman; costumi Emmanuelle Thomas. Produzione Théâtre de La Ville-Paris. Spettacolo in francese, italiano e tedesco, con sottotitoli in italiano. Firenze, Teatro della Pergola, 13 e 14 aprile.

Requiem per Pinocchio

Come si diventa umani? Come si resta fedeli all’infanzia? Un corpo di legno giace in proscenio. I suoi pezzi sono smembrati e arsi. «Pinocchio, dinoccolato, scatenato e a tratti malinconico – scrive la drammaturga Mariangela Gualtieri -, si sporge tutto verso di noi: sulla soglia fra vivi e morti, viene ad immunizzarci dalla paura della morte, in un tempo allarmato di conta quotidiana dei caduti». I personaggi ben noti della fiaba sono già scomparsi, inghiottiti dal racconto ormai lontano. Non appaiono. “ENIGMA” nasce da una ricerca artistica di due anni intorno alla figura di Pinocchio: una partitura di canto, suono dal vivo e movimento diretta da Cesare Ronconi sui versi originali di Gualtieri, anche in scena, e due giovani performer: Silvia Calderoni, Pinocchio, e Chiara Bersani, la Fatina, alla quale la Gualtieri presta la voce dal vivo, e Matteo Ramponi sostiene la sua azione scenica. Il canto dal vivo è di Silvia Curreli ed Elena Griggio; il paesaggio sonoro, fra materico e metafisico, è creato da Enrico Malatesta, Attila Faravelli e Ilaria Lemmo.

Teatro Valdoca, Enigma ph. Simona Diacci Trinity

“Enigma. Requiem per Pinocchio”, regia, allestimento e luci Cesare Ronconi, testo originale Mariangela Gualtieri. Produzione Teatro Valdoca, ERT / Teatro Nazionale. A Bologna, Teatro Arena del Sole, 14 e 15 aprile.

Edipo re – una favola nera

Una vicenda che ha l’andamento di una favola, con tanto di principe/bambino abbandonato sui monti che, divenuto impavido cavaliere, uccide un mostro ottenendo una bella regina in sposa e una corona di re. Come tutto si ribalti in catastrofe è cosa piuttosto nota ed è fonte di ispirazione per innumerevoli variazioni che, dal capolavoro di Sofocle, arrivano fino al secolo appena concluso. La tragedia incontra dunque la fiaba, ma una fiaba nera irta di dolorosa ironia e ambiguità: il re smaschera sé stesso e si scopre mostro, ogni cosa che in lui sembrava gloriosa si rivela contaminata da orribili colpe.

Con sguardo contemporaneo si vuole reinventare un rito di cui alla fine sappiamo poco: l’uso delle maschere, i costumi materici che divengono presenze scenografiche, come anche il cast tutto maschile allontanano il racconto da ogni realismo per avvicinarlo a una dimensione sciamanica e onirica.

Edipo re. Una favola nera

“Edipo re – una favola nera”, di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, con Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia, Valentino Mannias, costumi Antonio Marras, maschere Elena Rossi, luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli. Produzione Teatro dell’Elfo. A Milano, Teatro dell’Elfo, fino al 14 aprile.

DANZA

Pasionaria

Uno dei capolavori firmati dal coreografo Marcos Morau per la compagnia spagnola La Veronal – formata da artisti provenienti da differenti discipline –, “Pasionaria” mette in discussione il futuro verso il quale ci stiamo dirigendo, seguendo un’idea di progresso che ci è stata imposta: un paesaggio artificiale – fondato sul distacco emotivo – ridotto dall’individualismo e dall’aridità morale a un luogo popolato di adulti indifesi. In scena, come figure di un mitologico bestiario, otto danzatori si muovono e parlano in una dimensione straniante. Come in un dipinto di Rembrandt, dove è l’oscurità a parlarci della luce, in Pasionaria è quello che non c’è – quello che manca – che viene sottolineato per riuscire a svelare gli effetti della fatale deriva che abbiamo intrapreso.

Pasionaria, La Veronal

“Pasionaria”, coreografia Marcos Morau in collaborazione con i danzatori, consulenza artistica e drammaturgica Roberto Fratini, Celso Giménez, scenografia Max Glaenzel, costumi Silvia Delagneau, suono Juan Cristóbal Saavedra,video Esterina Zarrill, luci, direzione tecnica: Bernat Jansà. A Milano, Triennale Milano FOG 2022, il 13 e 14 aprile.

Boxing Valentine 

Liberamente ispirato al film “Boxing Helena” di Jennifer Chambers Lynch, il nuovo lavoro coreografico di Emma Cianchi, dal forte impianto scenografico, presenta il duo d’interpreti inscenare un amore insano, malato, ossessivo. La componente femminile, inglobata suo malgrado e per sua stessa accettazione del recinto di questo rapporto, riesce ad accettare tutto, anche l’inimmaginabile. La potenza fuorviante dei comportamenti umani incomprensibili riesce a catturare e a proporre una tematica forte, con il semplice e meraviglioso supporto dei corpi danzanti e di illusioni sceniche.

Boxing Valentine

Boxing Valentine”, regia, coreografia e installazione Emma Cianchi, interpreti Valentina Schisa, Antonio Nicastro e Lukas Lizama, sound designer e regia del suono Dario Casillo, costumi Dario Biancullo, luci Enrico Giordano. Produzione ArtGarage. A Napoli, Piccolo Bellini, 13 e 14 aprile.

Gala Internazionale di Danza Hommage a Marika

Una serata dedicata a Marika Besobrasova, indimenticata Maestra scomparsa nel 2010 (all’età di 91 anni) fondatrice della famosa scuola di danza Académie de Danse Classique Princesse Grace di Monte Carlo. Il Gala vuole essere una celebrazione del suo lavoro assiduo e prezioso, di cui oggi ancora fanno tesoro numerosi insegnanti e artisti in tutto il mondo. Il programma della serata – curato da Michele Politi – vedrà sul palcoscenico artisti provenienti da prestigiose compagnie italiane e internazionali: il primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma Michele Satriano, e con lui Marta Marigliani, Flavia Stocchi e il giovanissimo Simone Agrò; Alessandro Cavallo, oggi interprete del Béjart Ballet Lausanne; Francesca Raballo, Francesco Polese, Marco Prete e Pasquale Mazzella, interpreti di Eko Dance Company; e sei allievi della prestigiosa European School of Ballet di Amsterdam, diretta da Jean-Yves Esquerre, che ha collaborato strettamente con Marika Besobrasova, quando era direttore artistico de Les Ballets de Monte Carlo. Durante il Gala saranno presentati alcuni estratti da “Le Reguard, Memories en Mouvement”, film che racconta la visione della danza di Marika Besobrasova.

Michele Satriano

A cura della Società Internazionale Danza Classica “Marika Besobrasova” presieduta da Marieli Lallement, figlia di Marika. A Lecce, Teatro Politeama Greco, sabato 16 aprile.

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