In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia. Ecco la nostra selezione della settimana.
L’Otello di Kinkaleri
La Compagnia Kinkaleri esplora una delle più famose tragedie shakespeariane come luogo per dare alle parole il potere di essere e diventare “OtellO”. Una scrittura/corpo che della vicenda non assume le sembianze dei personaggi né la loro condizione psicologica, ma cerca direttamente nella dinamica, nelle forze e nelle tensioni prodotte dai corpi, di essere antagonista diretto della menzogna di un mondo generato dalle parole. Il suo unico, inalienabile potere di non poter mentire.
“OtellO”, liberamente tratto da “The Tragedy of Othello, the Moor of Venice” di William Shakespeare, progetto e realizzazione Kinkaleri / Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, con Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Daniele Palmeri, Michele Scappa, musiche originali Canedicoda. Produzione Kinkaleri/KLm, Teatro Metastasio di Prato. A Venezia, Teatro Goldoni, il 22 aprile.
L’Heure Exquise di Alessandra Ferri
Con questo spettacolo, basato su “Oh, les beaux jours” (Giorni felici), la pièce del teatro di Samuel Beckett, la celebre ballerina festeggia i 40 anni di carriera interpretando Winnie – la ballerina “âgée” immaginata nel 1998 da Maurice Béjart – che, nella sua malinconica solitudine, vive nei gioiosi ricordi di giorni felici. Willy, impersonato da Thomas Whitehead, è un ex-partner di Lei, sommersa qui non dalla famosa collina di sabbia, bensì da una montagna di vecchie scarpette da punta. «In verità non si tratta di un adattamento danzato – scriveva Béjart – ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica».
“L’heure exquise, Variazioni su un tema di Samuel Beckett (Oh, les beaux jours)”, regia e coreografia Maurice Béjart, rimontata da Maina Gielgud, scene Roger Bernard, luci Maina Gielgud, Marcello Marchi, costumi Luisa Spinatelli. Nuovo allestimento co-produzione AF DANCE, Ravenna Festival, The Royal Ballet. Milano, Piccolo Teatro Strehler dal 20 al 22 aprile; a Trento, Teatro Sociale, il 27.
A “Orbita”, i coreografi Kwame Asafo-Adjei e Phoebe Jewitt
A “Orbita”, la nuova stagione di danza con la direzione artistica di Spellbound Contemporary Ballet, in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, due prime nazionali di due giovani coreografi, entrambi premiati come migliori autori nel 2019 e 2020 al Premio Internazionale di Copenaghen. L’afrodiscendente Kwame Asafo-Adjei firma per la compagnia Spoken Movement lo spettacolo “Family Honor”, che fra teatro e danza hip-hop affronta il tema della violenza domestica, attraverso la ribellione di una giovane donna alle costrizioni familiari; a seguire, la creazione del coreografo inglese di nascita, ma cresciuto fra Filippine e Indonesia, Phoebe Jewitt. “For Old Times’ Sake” si ispira alle più recenti ricerche sulla cura del disturbo da stress post-traumatico per esplorare le modificazioni della memoria. Uno spettacolo vertiginoso in cui lo spettatore si ritrova di fronte a una percezione alterata dello spazio e del tempo.
A Roma, Teatro Palladium, il 21 aprile.
Sull’attimo, di Camilla Monga
“Sull’attimo” offre un approccio inedito alla performance e all’improvvisazione che costituiscono la base drammaturgica per una perlustrazione del tempo, nata da brevi dialoghi archiviati sia in forma scritta che attraverso un docufilm. Il materiale è creato dalla coreografa Camilla Monga e dal polistrumentista Emanuele Maniscalco. Pianoforte e batteria suonati assieme eseguono un’unica composizione in parte scritta e improvvisata traendo spunti dal jazz, all’ambient music, dalla musica popolare brasiliana a quella colta del Novecento, da Bach all’art pop. Le idee musicali sono sviluppate dalle azioni dei danzatori in un gioco costante di equilibrio e ripetizioni per dare forma a un dialogo serrato tra suoni e gesti. Ogni interprete è alle prese con l’esecuzione e allo stesso tempo con la sua continua variazione sempre personale.
“Sull’attimo” progetto di Camilla Monga ed Emanuele Maniscalco, danzatori Camilla Monga, Stefano Roveda e Francesco Saverio Cavaliere musica live (pianoforte, batteria) Emanuele Maniscalco. Produzione Van, coproduzione Festival Danza Estate Bergamo, Armunia Castiglioncello. A Firenze, Cango, nell’ambito di “Cango, la democrazia del corpo”, il 22 e 23 aprile.
Eko Dance Project
All’interno del progetto torinese Eko Dance International Project di Pompea Santoro, ha preso forma nel tempo l’Eko Dance Company. Una compagnia professionale di danzatori che, di anno in anno, fanno da traino ai giovani allievi accolti nel percorso artistico e formativo, e determinati a formarsi per entrare in prestigiose compagnie italiane ed estere. Per celebrare i dieci anni della nascita del progetto, Santoro riproporrà estratti di balletti del grande coreografo svedese Mats Ek, suo mentore e maestro di sempre, e alcuni lavori del decennale repertorio di Eko Dance Project creati appositamente per i suoi danzatori. Tra una coreografia e l’altra alcune pillole creative di Paolo Mohovich dedicate al tema della natura, e “Over Glow” creazione del coreografo finlandese Jorma Elo.
A Torino, Teatro Astra, 22 e 23 aprile.
Il Théâtre de la Ville a Firenze
La troupe del Théâtre de la Ville con il suo straordinario patrimonio di attrici e attori, è in scena per la prima volta a Firenze in esclusiva italiana al Teatro della Pergola con due regie del direttore Emmanuel Demarcy-Mota. “Ionesco Suite” (il 21 e 23 aprile) è un pastiche di testi di Eugène Ionesco tratti da “Jacques, ovvero la sottomissione”, “Delirio a due”, “La cantatrice calva”, “La lezione”, “Exercises of conversation” e “French diction”, che proprio la pandemia, con le sue assurdità, ha riportato al centro della riflessione. È un tributo all’anti-azione del teatro dell’assurdo, al rifiuto della trama, all’uso del colpo di scena adoperato non per far avanzare l’intreccio ma per stupire lo spettatore, per concedergli una risata, riscattarlo dalla tensione. “Six Personnages en quête d’Auteur” (dal 22 al 24 aprile), è l’edizione francese dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Ciò che interessa a Demarcy-Mota di più di tutto in questa commedia è indagare l’equilibrio tra l’orribile tragedia dei personaggi e il bisogno artistico di raccontarla.
Compagnia del Théâtre de la Ville – Paris, regia Emmanuel Demarcy-Mota; musiche Jefferson Lembeye, Walter N’Guyen, scenografie e disegno luci Yves Collet, costumi Fanny Brouste e Corinne Baudelot.
Non mi pento di niente
È uno sguardo sul mondo dell’Est Europa che sembra non riuscire a scrollarsi di dosso i fantasmi e le violenze del passato nel costruire una nuova e propria identità e di cui, oggi più che mai, è necessario comprenderne la complessità, quello che Csaba Székely, quarantenne e pluripremiato autore romeno, pone in questo testo. A 30 anni dalla caduta del muro e della cortina di ferro, la storia narra le vicende di un ex colonnello della Securitate, la famigerata polizia del regime comunista, contattato e ricattato dai nuovi servizi segreti, in contrasto con l’affetto per una ragazzina, piombata per caso nella sua vita. Sottili trame legano le vite dei tre personaggi, trame palesi e nascoste che lo spettatore è chiamato a sciogliere attraverso un susseguirsi di colpi di scena. Ma è anche la storia di un’intera nazione che passa in una stanza ed apre uno spiraglio di comprensione su quell’ “Est” così europeo e, contemporaneamente, così distante.
“Non mi pento di niente”, di Csaba Székely, traduzione Roberto Merlo, regia di Beppe Rosso, anche in scena insieme a Lorenzo Bartoli e a Annamaria Troisi, scene e light design Lucio Diana, musiche Mirko Lodedo, ambientazioni sonore Guglielmo Diana, costumi Fabiana Tomasi, collaborazione drammaturgica Debora Milone. Produzione ACTI Teatri Indipendenti/A.M.A Factory. A Torino, Teatro Gobetti, dal 19 al 24 aprile.
La classe
Disoccupazione, conflitti sociali, criminalità, sono il quotidiano di un decadimento generalizzato che sembra inarrestabile. A peggiorare questa “depressione”, alla periferia della cittadina, c’è lo “Zoo”, un vasto campo profughi, rifugio di migliaia di disperati che cercano di raggiungere la ricca nazione straniera al di là del mare. A pochi chilometri, in uno dei quartieri più popolari, c’è un Istituto Comprensivo specializzato in corsi professionali che avviano al lavoro. Albert, professore di Storia, viene chiamato ad insegnare in un corso di recupero crediti per studenti sospesi per motivi disciplinari. La scuola è lo specchio del disagio e delle contraddizioni sociali che animano la cittadina ma quello che doveva essere solo un corso pomeridiano si trasforma presto in un’intensa esperienza di vita che cambierà per sempre il destino del professore e degli studenti. Lo spettacolo è ambientato ai nostri giorni, durante un gelido inverno, in una cittadina europea in grave crisi economica.
“La Classe”, di Vincenzo Manna, regia Giuseppe Marini, con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Federico Le Pera, Edoardo Frullini, Valentina Carli, Andrea Monno, Caterina Marino e Giulia Paoletti. Co-prodotto da Società per Attori, Accademia Perduta/Romagna Teatri e Goldenart Production. A Roma, Teatro Quirino, dal 19 al 24 aprile.
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