Categorie: Teatro

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 13 al 19 marzo

di - 13 Marzo 2023

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 13 al 19 marzo.

Teatro

UNO SGUARDO DAL PONTE
L’attore e regista Massimo Popolizio torna con il capolavoro di Arthur Miller, una fotografia cruda e drammatica di una delle mille facce della New York anni 50. Ambientato in una comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, il testo è il dramma della gelosia di Miller. Un grande affresco sociale, ma anche il ritratto di un uomo onesto, Eddie Carbone, compromesso e sconfitto da una incestuosa passione erotica. Il testo ancora oggi concentra una serie di temi scottanti e attuali: la fuga dalla povertà, le tensioni dell’immigrazione clandestina, la caccia allo straniero e gli affetti morbosi che possono dilaniare una famiglia. «Per me è una magnifica occasione – scrive Popolizio – per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi.

Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film».

Massimo Popolizio in Uno sguardo dal ponte

“Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, traduzione Masolino D’Amico, regia Massimo Popolizio, con Massimo Popolizio, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli, scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca. produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione. A Roma, Teatro Argentina, dal 14 marzo al 2 aprile.

IL CALVINO DI MARIO PERROTTA
L’autore, regista e interprete Mario Perrotta così scrive dello spettacolo: «In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine dei romanzi del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare».

Mario Perrotta in sCalvino © Luigi Burroni

s/Calvino – o della libertà”, di e con Mario Perrotta, aiuto regia Paola Roscioli, e altri interpreti in video. Co-produzione Permàr, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale. A Milano, Teatro Carcano, dal 15 al 19 marzo.

LA LUNA E I FALO’
Scrive Paolo Briguglia, regista di questo adattamento, insieme ad Andrea Bosca anche interprete, del romanzo di Cesare Pavese: «Il testo raccoglie lo smarrimento misto a malessere comune all’uomo contemporaneo. Ambientato a ridosso della Liberazione, nelle Langhe sventrate dalla guerra appena alle spalle e dalla miseria di un territorio che prova a rimettersi sulle sue gambe, racconta del ritorno a casa di Anguilla, emigrato in America dove è riuscito a fare fortuna. Il suo è un viaggio a ritroso, tra i luoghi e le tracce dell’infanzia, che prova a riannodare tra memorie sbiadite ed emozioni perse, nel tentativo di riappropriarsi di una identità e sentirsi parte di una comunità originaria. Eppure, anche nella placida campagna, dove tutto sembra conservarsi e a cui il tempo sembra risparmiare intatta la bellezza delle colline e dei noccioli, come pure l’abitudine ancestrale dei faló, tutto è cambiato irrimediabilmente. C’è tanto del nostro essere giovani uomini: l’inquietudine, l’essersi allontanati dai luoghi di origine, il modo difficile di sentirci a casa da qualche parte. Ho ritenuto opportuno raccontare il qui e ora della voce narrante, trasformando il palcoscenico nella piazza del paese su cui Anguilla – che “nessuno conosce e nessuno più riconosce” – fa il suo arrivo».

Andrea Bosca in La luna e i falò

“La luna e i falò”, di Cesare Pavese, adattamento dal romanzo di Andrea Bosca e Paolo Briguglia, con Andrea Bosca, regia Paolo Briguglia, luci Marco Catalucci, costumi Tommaso Lagattolla, visual Chiara Maria Baire. Produzione BAM teatro. A Trieste, Politeama Rossetti, dal 15 al 17 marzo; Enna, Teatro Grivi, il 23; Nizza Monferrato, Teatro Sociale, il 29.

LA MADRE DI LUNETTA SAVINO
Ne “La Madre” l’autore Florian Zeller indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un vero e proprio tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo. Anna, la madre, interpretata da Lunetta Savino, è ossessionata da una realtà multipla, una sorta di multiverso della mente, in cui le realtà si sdoppiano creando un’illusione di autenticità costante in tutti i piani narrativi.

“La madre”, di Florian Zeller, regia Marcello Cotugno, con Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino, scene Luigi Ferrigno. Produzione Compagnia Moliere in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Accademia Perduta Romagna Teatri. A Roma, Teatro Quirino, dal 14 al 26 marzo.

GLI ANTENATI DI MARCO PAOLINI
La nostra storia è un poema epico in codice, un cammino tortuoso, una saga senza paragoni e noi non siamo né la fine, né il fine di quella storia… “Antenati”, spettacolo legato al progetto La Fabbrica del Mondo, ripercorre l’evoluzione della nostra specie attraverso l’incontro immaginato con i nonni dei nonni, con le 4mila generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie provengono. Alla parola è affidato il compito di far vedere questa stirpe di funamboli che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù. L’oralità richiede immaginazione, leggerezza e ironia; l’epica chiede gesti, fatti memorabili ed emozione; il teatro richiede di credere a ciò che si ascolta sapendo che tutto è finzione.

ANTENATI di e con MARCO PAOLINI ph. Gianluca Moretto

“Antenati – the grave party” di e con Marco Paolini musiche Fabio Barovero assistenza tecnica Piero Chinello produzione Michela Signori, Jolefilm. A Narni, Teatro Comunale Giuseppe Manin, il 13 marzo; a Roma, Teatro Vascello, dal 14 al 19.

L’ONESTO FANTASMA
Alternando momenti realistici a scene shakespeariane, la commedia è un modo originale di rileggere l’Amleto dal punto di vista del fantasma. Ma soprattutto è la storia di un’amicizia speciale, talmente forte da eludere anche la morte. E un atto d’amore verso il teatro, dove ogni conflitto diventa accettabile perché riscattato dalla poesia. “Quattro attori, che lavorando avevano fatto gruppo ed erano diventati inseparabili amici, si ritrovano in tre. Per tenere in Compagnia anche l’amico scomparso, decidono di mettere in scena un Amleto, riservandogli la parte del fantasma. L’Onesto fantasma dunque è un’assenza. E come tale si vendica dei tradimenti.

L’onesto fantasma

“L’onesto fantasma”, drammaturgia e regia Edoardo Erba, con Gianmarco Tognazzi, e con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa, con la partecipazione in video di Bruno Armando. Produzione Altra Scena. A Foligno, Politeama Clarici, il 17 marzo.

TRA LE RIGHE DI TIAGO RODRIGUES
Torna in Italia con un giallo teatrale Tiago Rodrigues, pluripremiato drammaturgo, regista, attore e produttore portoghese già direttore del D. Maria II di Lisbona, ora alla guida del Festival d’Avignon. “Entrelinhas (Tra le righe)” porta sul palcoscenico Tónan Quito come interprete unico, intento a spiegare al pubblico le motivazioni che hanno reso impossibile mettere in scena il lavoro che sono venuti a vedere. Rodrigues avrebbe dovuto scrivere per Quito un testo, ma una serie di incidenti tanto reali quanto letterari hanno finito per fargli bucare tutte le scadenze.

Si parte da qui per scavare la relazione enigmatica tra autore e attore, costruendo un passaggio segreto tra il mondo della realtà e quello della finzione. Un labirinto narrativo dove la drammaturgia di Rodrigues fonde l’Edipo Re di Sofocle con le lettere di un prigioniero a sua madre, scritte tra le righe di un’edizione della tragedia greca trovata nella biblioteca del carcere, per tornare subito al presente, in quel teatro dove un attore si rivolge direttamente agli spettatori creando un rapporto intimo costruito sul limite indistinguibile tra ciò che è reale e ciò che non lo è.

Tónan Quito in Entrelhinas – ph. Mariano Barrientos

“Entrelinhas (Tra le righe)”, spettacolo in inglese con sottotitoli in italiano, creato da Tiago Rodrigues e Tónan Quito, testo Tiago Rodrigues, con Tónan Quito, collaborazione artistica Magda Bizarro, scene, luci, costumi Magda Bizarro, Tiago Rodrigues, Tónan Quito. Produzione, distribuzione OTTO Productions, Nicolas Roux & Lucila Piffer. A Firenze, Teatro Cantiere Florida per Materia Prima Festival, a cura di Murmuris, il 14 e 15 marzo.

MATRIOSKA
Un nightclub, un’azienda di trasporti, una casa di piacere, uno studio di terapia e una famiglia che nasconde un segreto. Sono gli scenari diversi di una battaglia imminente, uno scontro tra generi. Una giovane straniera in cerca di fortuna arriva in una piccola località lombarda, sette donne e cinque uomini vivono le proprie realtà, vizi e desideri inespressi, ignari di quel che li aspetta. Storie dentro altre storie, dove i rapporti di potere, giustizia e destino risorgono dai tragici di un tempo e approdano nel nostro. Perché gli anni passano ma la scelta resta: farsi trascinare dal fato come dalla corrente oppure opporsi e imporsi, a proprio rischio e pericolo. È la storia di uno scontro tra generi, dal quale ogni personaggio uscirà sconfitto, tranne chi ha davvero osato avere il coraggio per modificare il proprio destino.

Matrioska”, di e regia Giampiero Rappa, scritto dagli Attori della Compagnia LO STORMO, con Saverio Barbiero, Claudio Cammisa, Raffaele Elmetto, Matteo Esposito, Alberto Gandolfo, Michela Nicolai, Camilla Paoletti, Fabiana Pesce, Giacinta Pittaluga, Flavia Prugnola, Diletta Ronga, Marta Savoia. regia di Giampiero Rappa. A Roma, Spazio Diamante fino al 26 marzo.

DANZA

IL CORSARO A PALERMO
Tra i balletti più celebri del repertorio romantico, arriva per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo, dal 15 al 19 marzo, “Le corsaire”, nella versione coreografica di José Carlos Martínez, direttore del Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi, che ne ha riscritto la drammaturgia, riducendo la durata del balletto da tre a due atti.

L’allestimento, creato per il Teatro dell’Opera di Roma, conta sulle scenografie e i costumi di Francesco Zito e le luci di Jacopo Pantani. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, la direttrice slovena Mojca Lavrenčič diriege le musiche di Adolphe Adam. Tre i cast all’opera. Nei ruoli principali del corsaro Conrad e della bella Medora, danzeranno Linda Messina e Michele Morelli, e nelle repliche Carla Mammo Zagarella ed Emilio Barone.

Al debutto sarà protagonista la coppia di ospiti internazionali: la georgiana Maia Makhateli e l’austriaco Jakob Feyferlik, primi ballerini del Dutch National Ballet di Amsterdam. Banco di prova per generazioni di ballerini per virtuosismo e complessità di esecuzione, “Le Corsaire”, balletto ispirato all’opera omonima di Byron, racconta le avventure del corsaro greco Conrad che sfida il potere di Seyd Pasciàper sottrarre al suo harem la bella schiava Medora di cui è innamorato.

DANZA IN RETE A VICENZA
Tre appuntamenti nella settimana per il festival “Danza in rete”. L’evento principale è dato dalla presenza, per la prima volta a Vicenza, di Peeping Tom, una delle compagnie più visionarie e all’avanguardia nel panorama mondiale, acclamatissima ovunque per le sue performance di teatro danza che trasportano il pubblico in una realtà parallela, in un’atmosfera noir al limite dell’horror.

“Diptych. The missing door and The lost room” (concept e regia Gabriela Carrizo, Franck Chartier), titolo ormai cult, è suspense e adrenalina allo stato puro: un thriller che tiene col fiato sospeso tra l’iperrealismo delle colossali scenografie e il mood surreale della gestualità degli interpreti (al Teatro Comunale di Vicenza, Sala Maggiore, il 18 marzo).

Il 16, al Ridotto del Comunale, ritorna, dopo il successo dello scorso anno, il coreografo e danzatore Bassam Abou Diab, che presenterà in anteprima, insieme ad Andrea Fahed, un work in progress del suo nuovo progetto coreografico “Salma” che narra la tragica storia di un delitto d’onore. Per comprendere come un sistema sociale può influenzare le esistenze delle persone, gli artisti creeranno una forte connessione con il pubblico, ponendo alcune domande importanti attraverso la loro fisicità.

Nella stessa serata “Hit me!”, concept e regia di Chiara Bortoli, Francesca Raineri/Jennifer rosa, con Francesca Foscarini. Lo spettacolo è costruito a partire da una playlist di canzoni agganciate a un dato biografico della performer: i pezzi al vertice delle classifiche nel giorno del suo compleanno, dalla nascita a oggi. Canzoni che si ritrova addosso la incalzano in un’improvvisazione sempre diversa, maratona di una vita in cui gettarsi. Tra improbabili repertori e anarchie di movimento, un’altra danza arriva e si incarna, a generare energie, derive e abbandoni, dentro e fuori dal tempo, tra kitsch e tragedia.

Danza in rete Diptych Peeping Tom, ph Sarah Melchiori

LA GIULIETTA DI ELEONORA ABBAGNATO
Alla piccola grande donna immortalata da Shakespeare è dedicato lo spettacolo in cui musica, danza e poesia si uniscono per dipingere un ritratto nuovo della più celebre veronese di tutti i tempi. Ad incarnarla la ballerina Eleonora Abbagnato insieme alla figlia Julia Balzaretti. Il “Romeo” contemporaneo è Sasha Riva, anche autore della coreografia insieme a Simone Repele. Uno spettacolo in cui presente, futuro e anche passato si fondono, mentre un amico immaginario (Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta. Ad affiancare il titolo altre due coreografie: “Le Rouge et le Noir”, coreografia del tedesco Uwe Scholz rimontata da Giovanni Di Palma, con Abbagnato e Michele Satriano, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma; e “Rainbow, Love & Peace”, coreografia di Giorgio Mancini, sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard Bernstein. Altri interpreti Rebecca Bianchi, étoile dell’Opera di Roma.

Giulietta, Eleonora Abbagnato, Simone Repele e Sasha Riva, ph. Graham Spicer

“Giulietta”, musiche di Ives, Berlioz, Bernstein, Ciaikovsky, con Eleonora Abbagnato, Simone Agrò, Rebecca Bianchi, Gabriele Consoli, Bryan Ramirez, Simone Repele, Sasha Riva, Michele Satriano, Mattia Tortora e la piccola Julia Balzaretti; pianoforti Marcos Madrigal e Alessandro Stella, costumi Anna Biagiotti, scenografia Michele della Cioppa, luci Alessandro Caso. Produzione Daniele Cipriani Entertainment. A Lucca, Teatro del Giglio, il 14 marzo; a Gorizia, Teatro Comunale Giuseppe Verdi, il 15; a Modena, Teatro Comunale, il 19.

WE, US AND OTHER GAMES
Per la prima volta la coreografa serba-olandese Dunja Jocic firma un lavoro a serata su commissione per Spellbound Contemporary Ballet. “We, us and other games” propone una riflessione sulle relazioni interpersonali nell’era digitale attraverso l’esperienza del gioco. Come scrive Alessandro Baricco nel suo famoso saggio “The game”, i giochi virtuali sono una sorta di cavallo di Troia della verità e della sperimentazione del nostro rapporto con gli altri. La Jocic sembra sostenere la stessa tesi in questa creazione: nuove gerarchie sociali e nuovi piani relazionali si delineano nella virtualità del terzo millennio e una crasi si compie tra chi resta ancorato alla propria realtà – un padre che va alla ricerca della propria figlia – e chi fugge verso mondi virtuali, per altro sempre più brutali. Una creazione di danza ma anche un’esperienza di gioco che solleva interrogativi sulle relazioni interpersonali in uno spazio virtuale sullo stesso, sulla proprietà virtuale e sulle gerarchie sociali.

“We, us and other games”, Speelbound Contemporary Ballet, coreografia e Regia Dunja Jocic | Interpreti Anita Bonavida, Lorenzo Capozzi, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Alessandro Piergentili, Miriam Raffone, Martina Staltari | Musica originale Renger Koning Attore Milutin Dapcevic | Disegno luci Marco Policastro Dramaturgia Nikola Zavisic | Testo originale Barbi Markovic Costumi Anna Coluccia | Traduzione testo Mascha Dabic | Una produzione Spellbound, coproduzione Birds Productions, Bolzano danza. A Catania, Scenario Pubblico, il 17 e 18 marzo.

LA VIOLENZA DI RIGHT
Un libero adattamento da “Le Sacre du printemps” di Igor Stravinskij, una visione di un mondo futuribile. Attraverso il linguaggio del teatro-danza, la coreografia di Carlo Massari per la compagnia COB Opus Ballet, racconta violenze e prevaricazioni di un sistema sociale autoritario. Una creazione irriverente e provocatoria che affronta tematiche sensibili della contemporaneità e invita alla riflessione. Attraverso una costruzione estremamente cinematografica, Right accompagna lo spettatore dentro a un allevamento intensivo di Vergini atte alla riproduzione, una sorta di laboratorio/lager dove si tenta, con ogni mezzo possibile, di salvare una specie in estinzione. Ma qualcosa non funziona come dovrebbe, il meccanismo si inceppa e prende spazio la coscienza individuale. “Right” scardina il silenzio attraverso una messa in scena diretta e spietata. Dentro il lavoro si leggono i soprusi ancora oggi compiuti a discapito delle donne, la violenza taciuta negli allevamenti intensivi di animali e tutte le forme di imposizione forzata, di potere inteso come oltraggio mentale e fisico.

“Right” creazione originale Carlo Massari, collaborazione coreografica Emanuele Rosa, luci Francesco Massari. Produzione C&C Company, COB Compagnia Opus Ballet. Al Teatro Sperimentale di Pesaro per il Festival TeatrOltre, il 14 marzo; a Padova, Teatro Verdi, il 16.

GRANITO
Per la rassegna In Controdanza, il 18 e 19 marzo al Teatro della Contraddizione di Milano, il Collettivo Munerude di e con Francesca Antonino, Laura Chieffo, llaria Quaglia, presenta lo spettacolo Granito_dittico”, una produzione Déjà Donné, Sosta Palmizi. La coreografia vuole mettere in luce il divenire della materia, attraverso un processo di trasformazione del corpo. È massa che si disgrega e si ricompone trovando nuovi spazi. È foglia che cade, organo che pulsa, lava che brulica, pietra che resiste. Granito genera nuove forme, fino a pulsare come un unico organismo. Il corpo, lasciandosi attraversare, rende trasparentemente il mutamento. Per adattarsi allo spazio, “Granito” si installa in una versione diversa, frutto della selezione di alcuni dei materiali del processo creativo. Seguirà un talk con “elisir”: un momento di condivisione e confronto sul lavoro e la ricerca che sottostà allo spettacolo e alla poetica del collettivo.

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