Categorie: Teatro

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 15 al 21 luglio

di - 15 Luglio 2024

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 15 al 21 luglio.

Danza e teatro

A Bolzanodanza la coreografa dei Giochi Olimpici di Parigi

Tre debutti al festival Bolzanodanza. Scelta per le cerimonia di apertura e chiusura dei prossimi Giochi Olimpici e Paraolimpici di Parigi, la coreografa Maud Le Pladec – da gennaio 2025 prossima direttrice del Ballet de Lorraine – è ospite a Bolzano, il 15 luglio, con, in prima italiana Static Shot, creato nel 2021 per la compagnia di Nancy. Un travolgente pezzo per ventitré danzatori in coloratissimi abiti i cui movimenti ricordano le sfilate di moda e molto altro: posano, interagiscono, si attirano, si mescolano, ballano come in un club e si trasformano sul ritmo incalzante dell’elettronica di Pete Harden e Chloé Thévenin.

Nella stessa serata, sempre col Ballet de Lorraine, Michele Di Stefano firma Sierras – Danses atmosphériques. L’autore italiano prosegue con la compagnia francese la sua ricerca ‘atmosferica’ volta a trasformare la scena in un luogo di abitazione collettiva la cui esistenza ed evoluzione è resa possibile dalle decisioni prese in tempo reale dagli interpreti. Sulla musica originale di Lorenzo Bianchi Hoesch, lo spettacolo si concentra sui differenti modi di articolare frasi precostituite in accordo con l’ambiente e le qualità di ciascun corpo che le rappresenta.

Ancora, il 15, va in scena Hit, il nuovo lavoro del giovane collettivo Parini Secondo incentrata sul movimento ritmico del salto alla corda. La pratica atletica del salto – che percuote il terreno producendo suono – insieme alla voce e al contrappunto elettronico di Bienoise fanno di Hit una performance “sonora” in cui la vista cede il passo all’udito.

Ballet the Lorraine, Static Shot, Ph. Laurent Philippe

Mittelfest a Cividale del Friuli

Con la direzione artistica di Giacomo Pedini, Mittelfest 2024, chiudendo una trilogia, come un’ideale sinfonia del caos che ha raccontato gli imprevisti nel 2022 e l’inevitabile nel 2023, arriva al tema Disordini. Alla sua XXXIII edizione, Mittelfest, festival multidisciplinare di teatro, musica, danza e circo di riferimento per l’area Centro-europea e balcanica con sede a Cividale del Friuli (dal 19 al 28 luglio), unendo linguaggi, generi e stili diversi, cercherà dunque di districarsi nel “disordine” degli elementi venuti a galla dalla storia recente e meno recente, offrendo, nel modo in cui può farlo l’arte, visioni future.

Lo farà unendo, per il quarto anno, al festival maggiore anche la rassegna under 30 Mittelyoung (dal 16 al 18 luglio), che mette in scena una nuova generazione della Mitteleuropa. In numeri, i due festival metteranno in scena complessivamente 38 titoli, coinvolgendo artisti e artiste da 19 diversi Paesi della Mitteleuropa, dei Balcani e limitrofi e altri del mondo. Tra i protagonisti in scena: il kosovaro Jeton Neziraj diretto da Blerta Neziraj, con Negotiating Peace, una commedia graffiante e scomoda in merito ai processi di pace, tanto acclamati nel presente di guerra; il rinomato coreografo ungherese Josef Nadj, in scena con la prima nazionale di Full Moon, la luna piena, fine e inizio di ogni ciclo, che diviene struttura ritmica e poi jazz, risalendo le sue radici lontane, rappresentate da otto danzatori africani: uno spettacolo viscerale, che rende omaggio a grandi musicisti jazz come Cecil Taylor e l’Art Ensemble of Chicago; Teatrino Giullare con il raffinato e poetico teatro di figura che lo contraddistingue, con un omaggio a Franz Kafka per i 100 anni della morte, nello spettacolo La tana; e ancora, Igudesman & Joo, Giuseppe Battiston, Alessio Boni, Aleksandra Vrebalov,Moni Ovadia, Margherita Vicario. Il programma completo sul sito mittelfest.org.

Full Moon © Theo Schornstein

Sharon Fridman a Visioni di danza

Nell’ambito di Visioni in Danza, appuntamento promosso da Compagnia Lost Movement e da ArteMente, Centro di Alta Formazione per la Danza diretto da Nicolò Abbattista e Christian Consalvo dedicato alla danza contemporanea, debutta in prima assoluta Seven Layers del coreografo Sharon Fridman, un viaggio nella profondità e nella stratificazione di emozioni socialmente condivise nella relazione fra corpi creato appositamente per i giovani danzatori di ArteMente (il 21 luglio, a Milano, Cortile delle Armi del Castello Sforzesco).

Attraverso i corpi degli interpreti la creazione porta a galla gli strati più profondi dell’elaborazione del lutto pass ando dalla complessità dei propri sentimenti al bisogno del sostegno dell’altro. All’interno dell’opera il contatto e le connessioni con spazio e tempo rimangono le cifre stilistiche di Fridman.

La serata in quattro tempi prevede anche altre creazioni che ruotano attorno al concetto di presenza/assenza declinato da vari punti di vista. Taboo di Francesca Pagnini, giovane studentessa del Centro ArteMente indaga il tema della fobia sociale. Nicolò Abbattista e Christian Consalvo firmano una nuova performance per diplomandi e diplomande di ArteMente, e dancehALL, produzione della Compagnia Lost Movement che indaga l’equilibrio nel rapporto di coppia tramite l’analisi e la decostruzione di quattro diverse danze: salsa, cha cha cha, jive e polka.

Sharon Fridman, Seven Layers

A Varese Tra Sacro e Sacro Monte

Inaugurato il 4 luglio con l’attrice Laura Marinoni, il 15mo festival Tra Sacro e Sacro Monte che porta in cima al borgo varesino, sito Unesco, grandi autori e interpreti protagonisti del teatro e della cultura, prosegue il 18 luglio con i Dialoghi delle Carmelitane di Bernanos, un omaggio alla grande Franca Nuti che fu applaudita protagonista, diretta da Luca Ronconi, di questo magnifico testo.

«È un’edizione questa – spiega Andrea Chiodi, direttore artistico – che parte dal tema del ricordo, che non è nostalgia, ma omaggio ad alcuni testi e artisti che hanno fatto grande la storia del teatro italiano e del festival. In quel luglio 2010 alcune tra le attrici più importanti della scena italiana accettarono la sfida, tra loro Lucilla Morlacchi, Piera Degli Esposti e Franca Nuti. «Ho voluto proporre poi un’operazione culturale importante – prosegue – che coinvolgerà diciotto attrici della nuova generazione, per portare in scena al Sacro Monte Le Carmelitane di Bernanos. Uno Studio».

Il 22 luglio arriva Toni Servillo, che raccoglierà un importante “filo rosso”, presente nel palinsesto dagli esordi, e omaggerà Giovanni Testori. Un tributo al grande autore, al sommo teatro e alla manifestazione stessa che, con la partecipazione dell’Orchestra Sacro Monte, arriverà nel cuore della città, ai Giardini Estensi. Per la chiusura, la rassegna torna alla XIV cappella, il 25 luglio con Davide Van de Sfroos anche lui con un omaggio ad un grande artista che molto si è interrogato sul senso ultimo della vita con Un uomo chiamato Bob Dylan. Uno spettacolo di racconti, suoni e visioni.

Il regista Andrea Chiodi

Roma Fringe Festival

Si alterneranno 21 spettacoli provenienti da tutta Italia, 21 compagnie per altrettante drammaturgie inedite e traduzioni di testi stranieri poco conosciuti dal pubblico italiano, per accendere i riflettori sul teatro indipendente. È il Roma Fringe Festival, dal 15 al 28 luglio, ospitato al Teatro Vascello e allo Spazio Diamante, con la serata finale, il 28 luglio, presso il Teatro India. Come ogni anno il Festival porta in scena una fetta importante delle tendenze teatrali contemporanee, uno specchio fedele del mondo che stiamo vivendo: si parla di nuovi futuri e nuovi orizzonti, con uno sguardo lucido che passa attraverso sperimentazioni e inediti linguaggi, tra tradizione e ricerca, proponendo originali forme e inaspettati messaggi.

Il Fringe di Roma – diretto da Fabio Galadini – parte dal basso perché si basa sulla convinzione che tutti, al di là del sostegno pubblico possano e debbano creare ogni giorno, per tutto l’anno. Anche quest’anno la selezione degli spettacoli che porterà a decretare il vincitore del premio Miglior Spettacolo Roma Fringe Festival 2024 si dividerà in due fasi. Nella prima fase verranno valutati tutti gli spettacoli fino a decretare i 3 finalisti. In questa prima fase la giuria sarà composta dai direttori dei 12 teatri che aderiscono a Zona Indipendente, una rete di teatri dislocati su tutta la penisola che si sono messi in gioco per creare una rete Fringe nazionale. Saranno loro ad attribuire i premi del Roma Fringe Festival come Miglior Regia, Miglior Drammaturgia, Speciale Off, Miglior Attrice, Miglior Attore.

Roma Fringe Festival Pest(e) a Buda

Le Sirene a Bisceglie

Un viaggio di sette giorni, dal 15 al 21 luglio, attraverso i luoghi della città di Bisceglie, alla scoperta della danza contemporanea e delle performing arts. Artisti affermati e coreografi emergenti del panorama nazionale e non solo affioreranno, come sirene misteriose, in sei diversi spazi della città per coinvolgere il pubblico attraverso creazioni partecipate, performance site specific, coreografie itineranti, workshop e incontri. Il Festival Sirene è un progetto della compagnia Sonenalé, con la direzione artistica di Agostino Riola.

Della fragilità dei corpi è il progetto ideato dal coreografo Riccardo Fusiello, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, che guiderà danzatori e amatori a interrogarsi su come i limiti e le limitazioni del corpo umano agiscano nella vita di tutti noi. La celebre Nelken Line, una delle coreografie più iconiche del repertorio di Pina Bausch, sarà il cuore del workshop condotto da Marigia Maggipinto, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal, che attraverserà, il 17 luglio, il caratteristico porto turistico di Bisceglie per coinvolgere abitanti e turisti.

Nel programma la coreografa e danzatrice Chiara Ameglio con la performance Lingua, un gioco intimo e seducente in cui la performer dona il suo corpo al pubblico come una tela su cui lasciare un segno; la performance Miss Lala al Circo Fernando – in a room, di Chiara Frigo; la performance Della fragilità dei corpi, esito del workshop condotto da Fusiello; i giovani coreografi Michele Ifigenia Colturi e Michele Scappa con le performance site specific Amadriadi – solo version e There is a planet; il 21, il coreografo e danzatore Ezio Schiavulli, con Itinerance in jam, connubio tra musica live e danza contemporanea il cui processo creativo avviene davanti agli occhi del pubblico; e, in chiusura, Sottopelle, la nuova creazione di Sonenalé con la coreografia di Riccardo Fusiello, spettacolo sulla complessità delle relazioni umane.

Itinerance in jam Ph Chiara Ventola

La Sfida di Gerusalemme. A San Miniato

Per la LXXVIII Festa del Teatro di San Miniato, il drammaturgo Éric-Emmanuel Schmitt ha accettato la proposta di fare un viaggio di un mese in Terra Santa per raccontare la sua esperienza in un diario, così è nato il libro La sfida di Gerusalemme. Ora la sua voce, a tratti ironica e disillusa, a tratti commossa e rivelatrice, diventa narrazione in palcoscenico con l’attore con Ettore Bassi, conducendo lo spettatore in un viaggio fisico, pieno di incontri e accadimenti inaspettati, che si rivela presto un esigente percorso interiore.

Betlemme, Nazareth e, soprattutto, Gerusalemme: la città della contraddizione, luogo che parla di coesistenza, ma anche di tensioni mai sopite. Con una riflessione non scontata, resa ancora più urgente dalla cronaca attuale, l’autore indaga la città dei tre monoteismi, cercando tra le sue vie piene di storia e di suggestioni una parola credibile di pace. Gli incontri e i luoghi, veri coprotagonisti della messa in scena di Chi sei tu? La Sfida di Gerusalemme, sono evocati con gli interventi musicali dal vivo, con le scene, con le immagini in proiezione. La drammaturgia asciuga il testo, inizialmente non concepito per il teatro, in un montaggio di stile cinematografico che crea ritmo con la giustapposizione di scene evocative e narrative.

Eric-Emmanuel Shmitt

“Chi sei tu? La Sfida di Gerusalemme”, tratto dall’opera “La sfida di Gerusalemme. Un viaggio in Terra santa” di Éric-Emmanuel Schmitt, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, adattamento testo di Otello Cenci ed Emanuele Fant, regia Otello Cenci, con Ettore Bassi, musiche eseguite dal vivo da Mirna Kassis, Matteo Damele, Filippo Dionigi, Tomas Milner, con la partecipazione in video di Éric-Emmanuel Schmitt. Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli – Centro Teatrale Bresciano – Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato. San Miniato (Pi), Piazza Duomo, dal 20 al 24 luglio. Il 24 agosto a Rimini, Teatro Galli per la Sagra Musicale Malatestiana.

Festival di Radicondoli

Iniziato il 13 luglio con Franco Arminio, protagonista della poesia italiana, prosegue fino al 29 luglio – e a seguire dal 6 all’8 settembre – la XXXVIII edizione di Radicondoli Festival dal titolo Alfabeto Interiore, con la direzione di Massimo Luconi. In calendario un denso programma di teatro, musica, incontri, stages di formazione, che conferma Radicondoli un’officina creativa dove si intersecano differenti linguaggi e un luogo dove si crea un legame fra artisti, attori, professionisti e comunità. Tra gli ospiti Fausto Russo Alesi, Maddalena Crippa, Franco Arminio, Luca Lazzareschi, Lino Musella e molti altri.

All’interno del programma si terrà anche Paesaggi Contemporanei, un progetto di arte ambientale con mostre, performance, installazioni site-specific e sonore a cura di Fabio Gori.La poesia, uno degli elementi che caratterizzano il festival, sarà presente con percorsi molto diversi ma di grande forza narrativa e di interesse sociale. Umeed Alì poeta pakistano che vive in Italia e scrive in italiano, viene proposto dall’intensa forza narrativa di Arianna Scommegna con le musiche raffinate di Rashi Batt (India) e Ustad Tari Gulrez (Pakistan) che ci portano nell’atmosfera di una terra di tradizione millenaria sospesa fra forte spiritualità e antica filosofia. Il programma sul sito radicondoliarte.org.

Abdou Gueye al Radicondoli Festival

Omaggio a Rainer Maria Rilke con la Realtà Virtuale

Per la quinta edizione di Site Dance, la rassegna di danza contemporanea itinerante con la direzione artistica di Simona Bucci e Marika Errigo (un progetto della Compagnia degli Istanti) che, dal 26 giugno al 26 ottobre, attraversa diversi quartieri fiorentini ed espandendosi fuori dal perimetro cittadino fino a Vaglia e Lastra a Signa, il 17 luglio, alle Murate Art District, Margherita Landi presenta la nuova produzione Riflessi di tremenda presenza, un omaggio a Rainer Maria Rilke e all’invisibile, ispirandosi alle Elegie Duinesi e approfondendo il suo lavoro come Xr artist.

«L’angelo delle Elegie è quella creatura in cui la metamorfosi del visibile in invisibile, che noi operiamo, compare già compiuta. L‘angelo delle Elegie è quell’essere che è garante del fatto di riconoscere nell‘invisibile un superiore rango della realtà. Per questo è tremendo per noi, perché noi, coloro che amano e trasformano, siamo ancora legati al visibile. Tutti i mondi dell‘universo precipitano nell‘invisibile, nella realtà più profonda che abbiamo accanto» (Rainer Maria Rilke, lettera a Witold von Hulewicz, 13 novembre 1925).

La coreografa sviluppa un approccio al corpo che passa dal visore VR, per metterla in diretta comunicazione con i danzatori Nicola Cisternino, Agnese Lanza e Luca Zanni, coinvolti nel processo attraverso il sistema del Landi’s Cube. Utilizzando la Mixed Reality, Margherita Landi costruisce un linguaggio visivo che offre la possibilità di dirigere il lavoro in tempo reale, senza limitare la libertà creativa dei performer.

Tremenda Presenza, Ph Margherita Landi

Il futuro è adesso, con Nam June Paik

thefutureisNOW?, uno degli eventi di Secret Florence, prende avvio dall’azione Zen for Head (1962) di Nam June Paik durante la quale l’artista immerse i capelli in un secchio di inchiostro di china e spostandosi carponi tracciò una linea sul pavimento. Silvia Calderoni e Ilenia Caleo partono da qui, dal gesto corporeo e dalla sostanza liquida, per tradurre la performance di Paik in indicazioni precise che prevedono un lavoro sulla materia, sulla traccia (e sulle tracce), sul corpo nella sua presenza e nella sua dinamica fisica, e infine sulla durata, intesa come temporalità concreta che si esaurisce e si consuma.

Materiali come buste di plastica, candeggina, uranina, acqua, lampada UV, aghi da materasso, due tessuti in cotone percorsi: un’azione nata all’interno della cornice Flu水o, un articolato progetto immersivo e crossdisciplinare, vincitore dell’Italian Council (nona edizione, 2020) curato da Davide Quadrio e firmato da Alessandro Sciarroni.

thefutureisNOW? di Calderoni e Caleo (il 16 luglio, Spazio Via della Fonderia, Firenze, per Fabbricaeuropa, ingresso gratuito con prenotazioni su eventbrite) è un’azione performativa che si propaga in spazi e contesti diversi riscrivendo ogni volta una partitura liquida incontrollabile.

thefutureisNOW di Calderoni e Caleo

La videodanza a Roma

.MOV, il progetto dedicato alle forme contemporanee della videodanza internazionale giunto alla seconda edizione, propone proiezioni, performance e incontri dal 18 al 21 luglio, preceduti da workshop per adulti e bambini, presso Villa Lais di Roma. MOV, una delle principali estensioni dei file dell’audiovisivo e abbreviazione della parola movimento, è il titolo della seconda edizione di questo progetto che si caratterizza per l’ampliamento del concetto di danza, contribuendo alla diffusione della videodanza sul territorio.

Sono opere e pratiche che si situano in una zona di intermedialità trasformativa tra la danza e la pluralità di estetiche e linguaggi filmici cogliendo in atto le trame della cultura visuale contemporanea e proponendola ad un pubblico trasversale. Provenienti da 17 Paesi, sono opere che testimoniano sensibilità e creatività non stereotipate e aprono visioni ed estetiche che dilatano i confini del cinema e proiettano la danza contemporanea fuori dal perimetro del teatro e del palcoscenico. Storie che convocano sguardi diversi sul corpo, le sue età, le sue abilità, che affondano nell’esistenza individuale, nella memoria personale e costruiscono relazioni inedite tra la corporeità del singolo e i contesti culturali, architettonici e sociali.

Un caleidoscopio di vicende, gestualità, scenari e immaginari da ogni parte del mondo che, sera dopo sera, accompagna gli spettatori nell’approfondimento di alcune traiettorie artistiche attuali: da forme di rinaturalizzazione dei corpi, alla costruzione di parabole poetiche, dalla sensibilizzazione degli ambienti quotidiani e delle comunità all’interazione tra creazione audiovisiva e utilizzo di tecnologie avanzate.

VIDEODANZA Crangon Crangon Eyes @ Vittorio Antonacci

La natura performativa di Centrale Fies

Con un programma che presenta ai suoi pubblici i risultati di un anno di ricerca, Centrale Fies riapre, al 18 luglio al 21 settembre, con una proposta eclettica che attraversa ogni ambito della scena performativa contemporanea. Il programma per l’estate rivela quanto il comitato curatoriale abbia lavorato per rendere Centrale Fies un’impresa sempre più capace di assorbire e sperimentare prassi, processi e posizionamenti mutuati dall’arte, definendo ulteriormente il passaggio dalle riflessioni alle pratiche, mostrando in anteprima tendenze emergenti, anticipando le evoluzioni della performance contemporanea.

La programmazione si apre giovedì 18 luglio con l’opening della mostra collettiva di natura performativa Material Self, che fino al 21 settembre coinvolge le artiste e artisti Sonia Kacem, Sandra Mujinga, Caroline Achaintre, Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage e Chiara Bersani. La mostra – a cura del curatore, ricercatore, critico Simone Frangi e Barbara Boninsegna, con la curatela esecutiva di Maria Chemello – prosegue il ciclo di esposizioni che il centro dedica alla relazione tra oggetti e le loro attivazioni. Nel corso dell’opening Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage attiveranno le loro opere diventando oggetto o soggetto di performance.

Dal 19 al 21 luglio con LIVE WORKS SUMMIT, il centro presenta la terza edizione dell’AGITU IDEO GUDETA Fellowship, in cui il comitato curatoriale di Live Works Free School of Performance è affiancata dalla sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e dal curatore e attivista Justin Randolph Thompson. La Fellowship è nata come affirmative action in cui la visione decoloniale diventa azione, creando strumenti utili al contrasto delle discriminazioni etno-razziali nell’ambito della ricerca artistica performativa, facilitando l’accesso di soggetti razzializzati. Il programma su centralefies.it.

Aïsha Devi, ph Cristian Andersson

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