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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 17 al 23 aprile.
Teatro e danza
JACOPO GODANI A LA SPEZIA
Il coreografo Jacopo Godani direttore artistico della Dresden Frankfurt Dance Company, dopo anni di successi ovunque, torna nella sua città con un intenso programma, dando vita a un’esperienza unica. Dal 18 al 22 aprile il Teatro Civico di La Spezia ospiterà una sua residenza artistica con spettacoli, incontri, prove aperte al pubblico, workshop. Una settimana durante la quale i ballerini entreranno a far parte della comunità, esibendosi sul palco e interagendo con studenti di danza e conoscere meglio il lavoro del coreografo e il suo modo di innovare la danza contemporanea.
Da segnalare il 18 l’installazione e performance dal vivo “Framing Reality” e incontro con l’artista; il 20 “Premonitions of a Larger Plan”, uno spettacolo-manifesto con i ballerini della compagnia accanto a tre musicisti, che mette in scena e valorizza il talento e il duro lavoro necessari per diventare qualcuno nella propria arte. La performance riunisce le discipline artistiche della danza e della musica combinate con video proiezioni: le immagini fanno riferimento a scene della natura essenziale alla vita umana. Il 22, “Antologia – Ritratto di Artista” spettacolo che porta in scena un’ampia selezione delle opere di Godani, i momenti più rappresentativi dei suoi ultimi lavori. Il repertorio della compagnia mostra un nuovo, pulsante vocabolario di danza definito da virtuosismo ed espressività. Una grande sfida per i ballerini spinti ripetutamente verso i propri limiti fisici.
CONFORMAZIONI A PALERMO
Un ricco programma di spettacoli, incontri, progetti speciali e laboratori, dislocati tra gli spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa, il Teatro Biondo e la Galleria Rizzuto. È “ConFormazioni” (dal 21 al 30 aprile), festival con la direzione artistica di Giuseppe Muscarello interamente dedicato alla danza e ai linguaggi contemporanei, che quest’anno si sdoppia, con un’anteprima il 21 e il 22 aprile allo Spazio Franco in collaborazione con Scena Nostra.
Tra gli artisti in programma: l’iraniana Masoumeh Jalalieh, la coreografa palermitana Giovanna Velardi con Giuseppe Muscarello nel fortunatissimo spettacolo “Clown”, Virgilio Sieni, con l’ultima sua creazione “Satiri”, il duo Marco Pergallini e Maria Stella Pitarresi, Giselda Ranieri, lo spettacolo site specific “Lazarus serial version” performance di Giulio De Leo e Erika Guastamacchia, Cristina Kristal Rizzo e la materia sonora di Enrico Malatesta, Arianna Berton, il duo formato da Priscilla Pizziol e Edoardo Sgambato, il giovane autore emergente Danilo Smedile. In chiusura Salvo Romania che con Laura Odierna firma “Sciara (Genesi)”, un solo che vede interprete lo stesso Romania ad indagare il rapporto tra l’uomo e la terra. Inoltre il pluripremiato film “Elegia delle cose perdute” con il soggetto, la regia e le coreografie di Stefano Mazzotta.
ZIO VANJA. UN’INDAGINE SULLA FEROCIA
La regista Simona Gonella si addentra in “Zio Vanja” di Cechov, un classico della letteratura teatrale mondiale che consente di esplorare senza compromessi le relazioni familiari e interpersonali dei personaggi. L’interesse del lavoro è centrato su quanto queste relazioni possano diventare feroci, sulla brutalità di una convivenza forzata per lungo tempo tra persone che non provano empatia tra di loro, sulla impossibilità di essere felici.
La storia racconta come il ritorno dell’anziano professore e di sua moglie nella tenuta di campagna (in cui vivono stabilmente Vanja, sua nipote Sonja, Telegin e la balia, e nella quale è di casa il dottore) disturbi, come un corpo estraneo, gli equilibri di un microcosmo familiare già minato da antiche ruggini e inneschi un sottile gioco al massacro in cui emergono vecchi rancori, tensioni taciute, passioni frustrate e non corrisposte. Uno spazio astratto, geometrico, dominato dal rosso intenso di un tappeto e di una parete, riverbera e amplifica la ferocia delle relazioni tra i protagonisti, incatenati ad un eterno ripetersi di un quotidiano sempre uguale, all’interno di un claustrofobico ring.
“Zio Vanja. Un’indagine sulla ferocia”, di Anton Cechov, regia Simona Gonella, con Stefano Braschi, Stefanie Bruckner, Marco Cacciola, Anna Coppola, Stefania Medri, Woody Neri, Donato Paternoster, scene Federico Biancalani, disegno luci Rossano Siragusano, costumi Annamaria Gallo, ambienti sonori Donato Paternoster. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Metastasio di Prato. A Prato, Teatro Fabbricone, dal 20 al 23 aprile.
ANATOMIA COMPARATA
Elena Russo Arman e Marit Nissen sono le protagoniste di questa delicata e struggente storia d’amore, scritta e diretta da Nicola Russo. Un’immersione nei sentimenti e nelle emozioni più intime, come lo erano le sue precedenti creazioni drammaturgiche.
«Come possiamo raccontare un grande amore che non c’è più?» da questa domanda è partito l’autore. «Elena e Diane si sono amate. Diane non c’è più. Elena oggi compie 50 anni e dopo molto tempo si incontrano di nuovo. Insieme ricordano e si raccontano il loro amore. Di cosa hanno parlato la prima volta? E l’ultima? In un gioco a due ripercorrono i momenti vissuti insieme mettendo in pausa, riavvolgendo e rimontando ciò che ricordano per fare i conti con il passato. Due donne raccontano il loro amore sopravvissuto a mille prove una su tutte quella del tempo che passa».
“Anatomia comparata, una festa per il mio amore”, testo e regia Nicola Russo, con Elena Russo Arman, Marit Nissen, scene e costumi Giovanni De Francesco, luci Cristian Zucaro, suono Andrea Cocco. Produzione Teatro dell’Elfo. A Milano, Teatro Elfo Puccini, fino al 30 aprile.
LE RELAZIONI PERICOLOSE
Pur mantenendo la struttura epistolare, i nomi propri dei mittenti e dei destinatari delle lettere e la sostanza della trama, l’opera di Laclos viene riscritta da Carmelo Rifici e Livia Rossi attraverso un lavoro di ricerca di testi di numerosi filosofi e letterati: da Artaud a Pier Paolo Pasolini, da Friedrich Nietzsche a Simone Weil e Fedor Dostoevskij, per citare i nomi più emblematici.
Romanzi, lettere, saggi, suggestioni di pensieri e parole scritte da penne e sensibilità diverse, talora antitetiche tra loro, che, pur nella sostanziale diversità e origine, esprimono profondità e inquietudine di pensiero e scrittura. Rifici vuol far affiorare la violenza e il potenziale bellico delle lettere: più che il profilo psicologico dei personaggi, intende far emergere le ideologie che li sottendono, le stesse che hanno suggerito l’incontro con gli autori e i filosofi da cui il lavoro trae ispirazione. Un viaggio nel doloroso campo di battaglia del pensiero, in cui il Linguaggio si incontra e scontra con la Parola.
“Le relazioni pericolose”, drammaturgia Carmelo Rifici e Livia Rossi, regia Carmelo Rifici, con Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi, Flavio Capuzzo Dolcetta, disegno sonoro Federica Furlani, impianto scenico Carmelo Rifici, Pierfranco Sofia, disegno luci Giulia Pastore, progetto visivo Daniele Spanò, costumi Margherita Platé, drammaturgia del corpo Alessandro Sciarroni. Produzione LAC Lugano Arte e Cultura. A Roma, teatro Vascello, dal 18 al 23 aprile.
EQUILIBRIO DINAMICO ENSEMBLE & VERVE
Un appuntamento dedicato alla danza contemporanea organizzato dai due programmi internazionali: Equilibrio Dinamico Ensemble, – che celebra i dieci anni della compagnia pugliese -, progetto di formazione ideato dalla coreografa e direttrice artistica Roberta Ferrara, e Verve, compagnia del corso di laurea specialistica della Northern School of Contemporary Dance di Leeds (UK) diretta da Matteo Marfoglia. Nell’ambito della programmazione di Porta d’Oriente – Centro Nazionale di Produzione per la Danza della compagnia ResExtensa, il Teatro Abeliano di Bari, il 17 aprile ospita lo spettacolo “We Are Now”: in scena 34 danzatori di diversa nazionalità in sette coreografie differenti per una serata che segna l’unione di due realtà geograficamente distanti ma che portano avanti la stessa missione: mettere in relazione diversi coreografi di caratura internazionale con giovani danzatori che ogni anno si candidano per essere parte di un programma esclusivo con prime assolute dei coreografi ospiti.
I giovani selezionati hanno avuto l’opportunità di confrontarsi e prendere parte alle creazioni di alcuni dei coreografi Pablo Girolami, KOR’SIA, Lior Tavori, Faye Tan, Guy Shomroni, Jamaal Burkmaar e Imre van Opstal. È prevista, inoltre, una trasferta a Leeds (UK) all’interno della programmazione del Riley Theatre, il prossimo 29 aprile.
PRINCIPIA, CORPI E ATOMI
“Principia” è un progetto scritto a quattro mani dal coreografo e regista Alessio Maria Romano, Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2020, con la drammaturga Linda Dalisi. La scelta del titolo è un omaggio a Isaac Newton, un richiamo ai suoi Principia matematici, al testo dove vennero enunciate le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale. Un testo che si pose come nuovo inizio e rivoluzione del pensiero scientifico e della visione della natura delle cose.
L’esperimento è un gioco scenico in cui danza, suono, spazio, luce e drammaturgia cercano di restituire la complessità affascinante di un linguaggio scientifico che sfida i confini della logica pur radicandosi fortemente. In questa danza intesa come scienza del corpo e della relazione, che i corpi creano con lo spazio e con il tempo l’universo a disposizione sarà il palco vuoto, all’interno vi saranno ogni volta possibili strade da scegliere, per formare galassie diverse. La luce permetterà un vedere e un non vedere. Il suono regalerà suggestioni. L’abito definirà le possibilità dei corpi. La parola lascerà una idea di senso del gioco danzato da guardare e una reale conoscenza dei fatti scientifici. Gli elementi scenici restituiranno una sorta di ricordo e visione di tutto quello lasciato dai danzatori.
“Principia”, progetto di AMR/DALISI, regia e coreografia Alessio Maria Romano, cast Mattéo Trutat, Francesca Linnea Ugolini, voce di Marta Pizzigallo, dramaturg Linda Dalisi, drammaturgia sonora Franco Visioli spazio scenico Giuseppe Stellato, progetto luci Giulia Pastore, costumi Giada Masi. Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa in collaborazione con Lavanderia a Vapore. A Torino, Teatro Astra, dal 18 al 23 aprile.
UN CURIOSO ACCIDENTE
Il regista lituano Rimas Tuminas si confronta con il testo di Carlo Goldoni “Un curioso accidente”, un classico poco frequentato del Settecento che egli sceglie per affrontare in scena problematiche sociali e politiche della realtà contemporanea. Il testo è la storia crudele, drammatica ma anche esilarante di una famiglia. Padre e figlia usano gli altri come marionette di un loro gioco. I termini come “amore”, “cura”, “amicizia” e “generosità” nelle mani di questi personaggi vengono capovolti e diventano strumenti per insultare, deridere e ferirsi a vicenda. Lo spettacolo non parla di amore. Quello che i personaggi chiamano “amore” non lo è. Nessuno di loro ha mai provato un vero amore ed è quello il motivo per cui continuano ad esigere l’amore l’un dall’altro.
L’opera di Goldoni risuona nell’oceano di menzogne, manipolazione e disinformazione nel quale siamo immersi oggigiorno. Al pubblico è chiesto di aprire la propria mente ai significati nascosti del lavoro di Goldoni. Questo testo fornisce una finestra sul passato e al contempo fa luce sul presente, rendendoli entrambi utili contributi nella continua evoluzione delle idee e forme teatrali.
“Un curioso accidente”, di Carlo Goldoni, adattamento Gabriele Tuminaite, regia Rimas Tuminas, con Luciano Roman, Valerio Mazzucato, Margherita Mannino, Alberto Olinteo, Emilia Piz, Daniele Tessaro e Sara Verteramo, scene Youlian Tabakov, costumi Eleonora Rossi, luci Nicolò Pozzerle, sound design Andrei Mirnyi. Produzione Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale. A Venezia, Teatro Malibran, dal 20 al 23 aprile.
QUANTE NE SANNO I TRICHECHI
In bilico tra realtà e illusione, Liv Ferracchiati, giovane drammaturgo e talento registico tra i più apprezzati della sua generazione, ci conduce sul terreno delle forme identitarie e degli schemi che ingabbiano nella norma sesso-genere. Una pièce di ispirazione cechoviana ambientata su una nave diretta al Polo Sud nel tentativo di salvare la Terra da un cataclisma imminente attraverso tre protagonisti che vivono lo sgretolarsi di un altro mondo, quello delle convenzioni del linguaggio e delle regole del patriarcato. Nonostante la catastrofe imminente, l’attenzione dei tre personaggi (un uomo, una donna e un’altra dall’identità indefinita), si concentra su quanto stia svanendo: oltre al pack antartico causato dai cambiamenti climatici, sono soprattutto i principi e i valori dell’identità a collassare, emblematici di un universo che li costringerà a ridefinire il loro modo di essere e le loro convinzioni.
“Uno spettacolo di fantascienza. Quante ne sanno i trichechi”, uno spettacolo di Liv Ferracchiati, con Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati e Petra Valentini, dramaturg di scena Giulio Sonno, scene e costumi Lucia Menegazzo, disegno luci Lucio Diana, suono Giacomo Agnifili. Produzione Marche Teatro – CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Teatro Metastasio di Prato | Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini. A Roma, Teatro India dal 18 al 23 aprile.
HELLO° DI KINKALERI
“HellO°” con Michele Scappa è una costola dell’ultimo lavoro del gruppo per la scena “OtellO”. “Non un estratto – scrivono Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco autori del progetto – ma un ulteriore approfondimento a partire dall’opera di William Shakespeare, dove le parole realizzano una tragedia che non avrebbe nessuna base per arrivare al tragico epilogo. Ma il corpo non mente mai. È su questa dualità parola-menzogna/corpo-verità che tutto il lavoro, compreso questo “solo”, sviluppa la sua ricerca e la sua convinzione di necessaria necessità. Contemplare i corpi nella loro ineluttabile essenza.
“HellO°” è perciò il corpo della tragedia. Tragedia del linguaggio e tragedia del corpo sottomesso alle sue leggi. A Pesaro, Teatro Sperimentale per il festival TeatrOltre, il 18 aprile.
LE NUBI SONO GIÀ PIÙ IN LÀ
Per Caterina Basso la coreografia è un campo di indagine di possibili gesti intorno alle relazioni e alle sfumature emotive umane, da cui emergono tentativi di vicinanza e connessione. Nella relazione tra i corpi è presente ciò che vogliamo mostrare, ma anche ciò che vogliamo nascondere: visibile e invisibile si mescolano, alimentando gli infiniti tentativi di capirsi e il desiderio di entrare in sintonia con l’altro. “Le nubi sono già più in là” si concentra sulla ricerca di un movimento non volontario, che passa attraverso un corpo leggero, scheletrico, disponibile: essere mossi invece di muoversi, da principi fisici, ma anche da memorie e emozioni. Un duo danzato da Caterina Basso e Teresa Noronha Feio, che si interroga sul tema del vuoto, della perdita di senso e sulla difficoltà a creare connessioni. Una scena bianca, vuota. Un paesaggio plasmato dalle luci, dal movimento e dalla musica, in cui due corpi si incontrano.
“Le nubi sono già più in là”, di Caterina Basso/ ALDES, disegno luci Isadora Giuntini. Produzione ALDES – Associazione Lucchese Danza e Spettacolo. A Milano, PimOff, progetto in fase di studio, con un’anteprima il 20 aprile.
IMPROVVISAZIONI ITINERANTI IN PARCO SEMPIONE
In occasione della sesta edizione di FOG Triennale Milano Performing Arts, Triennale Teatro e Ariella Vidach – direttrice artistica della compagnia AiEP – realizzano un progetto pensato appositamente per lo spazio pubblico, generando un’opportunità di ricerca rispetto ai luoghi della città (domenica 23 aprile, Parco Sempione, ingresso Viale Luigi Camoens). Cinque giovani danzatrici e danzatori – con la supervisione coreografica dell’artista – si esibiscono in tre interventi site-specific all’interno di Parco Sempione: Follow (Simona Tedeschini, Violetta Cottini, Sofia Pazzocco), Senza Titolo (Rafael Candela) e Silenziando (Cecilia Francesca Croce). La ricerca di una nuova relazione tra corpo e natura, tra movimento e spazio urbano, interagisce con la quotidianità dell’habitat metropolitano, incontrando lo sguardo non abituale dei cittadini-spettatori.
DEDICATO A MARIA CALLAS
Al mito di Maria Callas, artista e personaggio pubblico, è dedicato il lavoro del coreografo Fredy Franzutti per il Balletto del Sud. La nuova edizione dello spettacolo “La Traviata. Maria Callas il mito” (a Lecce, Teatro Apollo, il 22 e 23 aprile), procede sottolineando le possibili affinità tra il vissuto della “Divina” e quello di Violetta protagonista de “La Traviata” di Verdi, il titolo che più ha segnato il successo popolare della grande artista anche grazie al regista Luchino Visconti che l’ha resa indimenticabile nelle recite al Teatro alla Scala del 1955.
I protagonisti emergono da involucri in plastica per raccontare il duplice dramma del personaggio e dell’artista, entrambe morte a Parigi in sola compagnia della fida cameriera. Ed eccoci nel vivo della finzione. La passione che divora la mondana Violetta Valery e Alfredo Germont, sarà la stessa passione di Maria Callas e del diabolico armatore Aristotele Onassis. Il riferimento non è alla vita dissoluta di Violetta (Callas era molto puritana), ma alla sua infelice vita amorosa, all’abbandono da parte dell’uomo amato, alla sua intima tristezza. Siamo nella rappresentazione dell’ultimo momento di vita della Callas, quando, tra ricordi e rimpianti, le passano davanti agli occhi, consumati dai lunghi pianti, le immagini della sua vita fuse a quelle del suo personaggio distorte dagli effetti stupefacenti degli psicofarmaci che l’hanno condotta alla morte.
Nella performance la sua inconfondibile voce anima le coreografie, supportate da preziose immagini fotografiche. Alle note romantiche di Verdi il coreografo affianca quelle del compositore greco Yannis Xenakis. Nel doppio ruolo di Violetta e di Callas la ballerina argentina Ana Sophia Scheller, principal dancer del New York City Ballet e del San Francisco Ballet, affiancata dai primi ballerini del BdS, Matias Iaconianni e Alexander Yakolev.