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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 17 al 23 giugno.
Danza e teatro
Iniziata la Biennale Teatro di Venezia
Niger et Albus è il titolo tematico del 52mo Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, diretto da Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), iniziato il 15 giugno e fino al 30, che prevede 130 artisti, 55 appuntamenti, 16 prime, di cui 7 produzioni e coproduzioni della Biennale. La nuova creatività trova spazio con drammaturghi, registi, performer, giovani artisti selezionati per Biennale College.
Le tendenze della scena contemporanea vedono Back to Back Theatre, la pluripremiata formazione australiana che trova nella disabilità uno strumento di indagine artistica, vincitrice del Leone d’oro alla carriera, è per la prima volta in Italia alla Biennale con un suo spettacolo, Food Court.
Gob Squad Theatre, il collettivo anglo-tedesco, Leone d’argento 2024, sarà presente con due opere emblematiche: Creation (Picture for Dorian) ed Elephants in Rooms, installazione visiva a schermi multipli. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ensemble lituano – costituito dalla scrittrice Vaiva Grainyte, la musicista Lina Lapelyte, la regista Rugile Barzdžiukaite con Have a Good Day!, un’opera per dieci cassiere di un supermercato e pianoforte che è un affondo sottilmente eversivo dei nostri riti consumistici. E ancora, il regista e drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani, con il suo ultimo spettacolo, Blind Runner; Tim Crouch, con Truth’s a Dog Must to Kennel nella parte del Fool di Re Lear; Luanda Casella, regista, scrittrice e performer brasiliana residente a Gent, riscrive l’Orestea concentrandosi su Elettra; L’artista e regista svedese Markus Öhrn che con Karol Radziszewski, fotografo e artista polacco, denuncia in Phobia la violenza e gli stereotipi attorno alle minoranze di genere.
Il programma intero sul sito labiennale.org.
Il lago dei cigni al Teatro dell’Opera di Roma
Il lago dei cigni di Čajkovskij firmato da Benjamin Pech, torna in scena al Costanzi dal 19 al 27 giugno (in luglio arriverà anche al Liceu di Barcellona per la prima tournée dell’Opera di Roma in questo teatro). Una produzione imponente che coinvolge circa settanta danzatori, tra étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo diretto da Eleonora Abbagnato; un allestimento molto apprezzato grazie alle scene raffinate e ai preziosi decori di Aldo Buti, che firma anche i costumi. Le luci sono di Vinicio Cheli.
Per questa speciale edizione de Il lago dei cigni sono attesi tre artisti provenienti dal Royal Ballet di Londra: sul podio dell’Orchestra dell’Opera di Roma il direttore musicale della compagnia inglese, Koen Kessels; nei ruoli principali Fumi Kaneko e Vadim Muntagirov (22 ore 20, 25 e 27 giugno) entrambi principal dancers del Royal Ballet. La danzatrice giapponese è al suo debutto al Costanzi; Muntagirov torna dopo Il Corsaro (Conrad) nel 2022. Con loro si alternano gli artisti della compagnia capitolina: le étoiles Rebecca Bianchi e Alessio Rezza (19, 21, 23 giugno), l’étoile Alessandra Amato e il primo ballerino Claudio Cocino (20 giugno) e la solista Marianna Suriano con il primo ballerino Michele Satriano (22, ore 15 e 26 giugno).
Il coreografo Benjamin Pech, pur rimanendo molto fedele al libretto immaginato da Petipa, ha costruito una propria rilettura drammaturgica: «Il tradizionale stregone von Rothbart – spiega Pech – non è rappresentato. È Benno ad acquisire i tratti di quel personaggio. L’amico del Principe dalla fedeltà incrollabile diventa un essere doppio, geloso e avido di potere, manipola Siegfried durante l’intero balletto. Nel terzo atto il Principe ha perso per sempre il suo amore ed è stato tradito dal suo amico, eppure decide di perdonarlo trasformandosi in un eroe ferito. Nel finale che ho immaginato non c’è il trionfo del male, ma la ricerca, continuamente rinnovata, di una perfezione mai raggiunta».
Inteatro Festival ad Ancona e Polverigi
Festival manifestazione da sempre consacrata alla creazione contemporanea nei settori del teatro, della danza e della performing art, con artisti italiani e stranieri, Inteatro Festival, giunto alla 45° edizione, si svolge dal 18 al 23 giugno tra Polverigi e Ancona. Questa edizione ha un titolo che ne racchiude il senso: Umano non Umano. Un titolo mutuato dal film del 1967 girato da Mario Schifano che affastella “connessioni visive”, esempi di umanità ma anche di mancanza di senso, incomunicabilità e non umanità come nelle sequenze sulla devastante guerra in Vietnam. Un titolo che oggi diventa più che mai attuale ma che si presta ad essere interpretato da diversi punti di vista.
Alcuni appuntamenti presenti al festival tentano approcci singolari con l’AI, come Agrupación Señor Serrano e Forced Entertainment, mentre l’inedito asses.masses si cimenta con le tecnologie del gaming; altri sono più legati al linguaggio del corpo in relazione con l’ambiente naturale e il paesaggio come i giovanissimi Massimo Monticelli, Roberta Racis, Annalì Rainoldi, Alessandra e Roberta Indolfi, il Collettivo Iterloop, Iole La Sala. Il Festival inoltre ospiterà due originali lavori installativi firmati da Daniele Catalli con Eleonora Diana.
Il programma completo sul sito inteatro.it e marcheteatro.it.
La danza di Fuoriprogramma a Roma
IX edizione di Fuori Programma, il festival internazionale di danza contemporanea di Roma, direzione artistica di Valentina Marini (dal 21 giugno al 5 luglio), con artisti provenienti dal Libano, Albania, Mozambico, Svizzera, Guadalupa, Olanda, Stati Uniti e Germania, oltre che dall’Italia, due intense settimane di performance outdoor che attraversano Roma alla luce del tramonto. Il titolo Please, Touch! è una chiamata ad abbandonare la prudenza per “mettere le mani” sulle complesse e spesso drammatiche tematiche che segnano il nostro presente.
Dalla funzione dell’arte nel movimento di protesta libanese su cui riflette il coreografo Bassam Abou Diab, che apre il programma, alla danza come strumento politico per superare ogni barriera nel lavoro dell’artista curdo Rauf “RubberLegz” Yasit con l’albanese Brigel Gjoka e la collaborazione di William Forsythe. Dalla riflessione sulla diversa percezione e funzione del tempo nella cultura africana secondo lo sguardo del coreografo spagnolo Asier Zabaleta alla guida di una formazione di performer del Mozambico, alla saudade ambientalista di Léo Lérus con la Compagnie Zimarèl, in Prima Nazionale direttamente dall’Arcipelago di Guadalupa. Dal mosaico ipnotico creato da Amos Ben-Tal insieme al collettivo Off Projects, di stanza nei Paesi Bassi, alla danza dei Dervisci Rotanti che ispira il nuovo lavoro della celebre compagnia svizzera Linga.
Dalla distopica discesa nell’inconscio della tedesca Frantics Dance Company alle altre due prime nazionali: quella dell’americano Graham Feeny, e quella degli spagnoli Chey Jurado e Javier M Salcedo che si muovono all’incrocio fra danza contemporanea, acrobatica e breakdance.
Il programma completo sul sito fuoriprogramma.com.
Shakespeare sul prato inglese
Torna la proposta estiva del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale che, dal 18 giugno al 14 luglio 2024, rinnova l’appuntamento con Prato inglese. Sere d’estate al Teatro Carignano, l’iniziativa dedicata ai grandi classici shakespeariani, portati in scena in un’atmosfera e un contesto più informali e insoliti. Quest’anno il progetto comprende un dittico per la regia di Filippo Dini incentrato su una delle storie d’amore più famose di tutti i tempi, Romeo e Giulietta di William Shakespeare, per la traduzione di Fausto Paravidino e Valerio Binasco, a cui si abbina lo spettacolo After Juliet di Sharman Macdonald, per la traduzione di Barbara Nativi e Luca Scarlini, che racconta un ipotetico seguito della tragedia shakespeariana. In scena gli attori diplomati della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino.
«Tutto il progetto – spiega Dini – deve moltissimo all’impianto scenografico, che rappresenta un parco giochi abbandonato: uno scivolo, una giostrina con i sedili, la cabina di una ruota panoramica. Il riferimento visivo usato come punto di partenza è la famosa foto del parco giochi della città fantasma di Pripjat, edificata a soli 2 km dalla centrale nucleare di Cernobyl’ ed evacuata subito dopo l’incidente. La tragedia di Romeo e Giulietta può essere anche letta come uno scontro generazionale, ma è sostanzialmente una storia di ragazzi. Il dittico parla di un massacro, della fine di tutto ciò che possiamo riferire alla gioventù: non si tratta di uccidere il bambino che è dentro di noi, ma di affrontare la morte delle generazioni più giovani, il massacro da un punto di vista mediatico. Le nuove generazioni sono uccise dai social, dall’ecoansia, sono già dalla nascita marchiate dal senso della fine, la fine del nostro pianeta. Questo senso di morte se lo porteranno dietro per tutta la vita».
Al MACRO di Roma la danza di Buffalo
Torna Buffalo, la rassegna di danza contemporanea (co-realizzazione Teatro di Roma e Azienda Speciale Palaexpo), il 19 e 20 giugno, con alcuni tra i protagonisti della scena sperimentale delle arti dal vivo, il cui lavoro si confronterà con gli spazi museali del MACRO – Museo di Roma d’Arte Contemporanea di Roma – dal foyer all’auditorium al tetto dello stesso auditorium alla galleria vetrata – attraversando i confini tra diversi linguaggi artistici, per una due giorni incentrati sulla reciprocità tra performer e spettatore e l’ibridazione dei linguaggi.
Undici spettacoli di cui tre titoli internazionali, due della compagnia belga Tumbleweed, in prima italiana, e IAM (T)Here degli spagnoli Aurora Bauzà e Pere Jou, in collaborazione con Alessandro Sciarroni. Gli altri artisti in programma: Habillé d’eau/Silvia Rampelli, Barokthegreat, Sorelle di damiano, Vincent Giampino, Simone L. Benini, Masque teatro, Roberta Mosca e Canedicoda, Antonio Tagliarini.
Il programma dettagliato sul sito teatrodiroma.net, museomacro.it.
A Cagliari il Festival nomade di arti performative
Dal 19 al 29 giugno Cagliari si anima con Respiro #4 – Festival nomade di arti performative organizzato da Sardegna Teatro, cura artistica di Giulia Muroni, con il coinvolgimento di realtà attive sul territorio, come il Pride di Cagliari, Fuorimargine Centro di produzione di danza della Sardegna, Carovana SMI e molti altri, e dal punto di vista delle geografie, delle tematiche e dei linguaggi scenici.
Il festival si pone come piattaforma aperta, che riverbera una pratica di condivisione degli immaginari sul lungo termine. Proprio per arricchire le visioni proposte sono presenti in programma opere che guardano al mondo Queer, alle persone marginalizzate per questioni di genere, provenienza o disabilità.
L’attenzione alla scena internazionale e al dibattito contemporaneo si manifesta – tra gli altri – nella selezione di Thjerza Balaj performer e coreografa che arriva dal Kosovo che porta in scena la violenza dello sguardo maschile su un corpo femminile; nella coraggiosa proposta dell’artista palestinese Basel Zaraa che racconterà la precarietà della sua casa al campo profugi di Al Yarmpuk a Damasco. Ritorna MDLSX dei Motus, e Cristina Kristal Rizzo con un lavoro che trasforma la sordità della performer protagonista in un’occasione per costruire un nuovo linguaggio coreografico. Arricchiscono la proposta lavori con formati ibridi, creatività emergenti, ma anche un’attenzione rivolta ai talenti del territorio.
Gli altri artisti: Industria Indipendente, Parini Secondo, Basel Zaraa, Lucia Di Pietro, Thjerza Balaj, Bono/Burattini, putacaso e hari, Alberto Marci & Laura Farneti, Donatella Martina Cabras, Andrea Melis, Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi, Filippo Gonnella, Marco Tè, Sara Saccotelli x Creative Campus.
Programma completo al sito giornatedelrespiro.it.
Il Pinocchio in danza di Sofia Nappi
Ispirato alla figura di Pinocchio, celebre opera di Collodi sulla metamorfosi della marionetta che sogna di diventare bambino, PUPO, lo spettacolo della coreografa Sofia Nappi, è il terzo spettacolo della stagione estiva del Teatro Due di Parma Arena Shakespeare (il 21 giugno).
Lontano da una narrazione didascalica, PUPO, sulle musiche di Dead Combo, Jean du Voyage, Irfan, Frédéric Chopin, indaga il tema della crescita e della consapevolezza, di come un bambino innocente e curioso inizia a interagire con il mondo, mettendosi continuamente in gioco nella relazione con gli altri e con i propri limiti.
La storia del burattino diventa simbolo di un perenne tentativo di diventare la versione migliore di se stessi; PUPO è un invito a non dimenticare il bambino che c’è in noi, la marionetta di legno impulsiva e giocosa che siamo stati un tempo, l’esuberante e incontenibile desiderio di danzare.
Giacimenti in vista a Ruvo di Puglia
Sostenere e promuovere le opere di autori under35 e monitorare, con il passare del tempo, la crescita artistica degli stessi protagonisti, per poter offrire loro una maggiore visibilità e nuove opportunità di confronto con un pubblico quanto più ampio. Questo lo scopo del progetto Giacimenti in vista, promosso e realizzato dalla Compagnia Menhir di Ruvo di Puglia nell’ambito del programma Per Chi Crea (Ed. 2023) e che rientra nella programmazione del Festival di Danza Contemporanea LE DANZATRICI en plein air (dal 20 giugno al 7 luglio, a Ruvo di Puglia).
Si parte il 21 giugno con Vestire la diplomazia, una produzione Scenario Pubblico Compagnia Zappalà Danza, autori e interpreti Filippo Domini ed Erik Zarcone, e a seguire, Pavoni e Samba, prodotto dalla Compagnia Arearea, ideazione e coreografia del Collettivo Batrachoi. Il 22 giugno, Giacimenti in Vista si apre con Poligrafia di Donatella Morrone e AB Dance Research; dopo sarà la volta di Due tentativi al secondo, prodotto dalla Compagnia Arearea di e con Michele Ermini, Alessia Lombardi e Gaia Stacchini (Collettivo A00).
Vincenzo Pirrotta, concerto per voce sola
Libera obbedienza, la stagione estiva del Teatro Biondo Palermo dedicata alle vocazioni artistiche, spirituali, scientifiche, prende il via il 18 e 19 giugno nella cornice del Parco Villa Tasca, con Malalunanuova di e con Vincenzo Pirrotta accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo di Charlie Di Vita. Pirrotta arricchisce con nuovi racconti un suo cavallo di battaglia che custodisce l’anima più autentica della città di Palermo. L’antologia di storie che propone il regista e attore è l’occasione per fare un viaggio nel cuore di Palermo e della sua provincia, raccontata in un singolare “concerto per voce sola”.
Pirrotta ha raccolto racconti duri con l’intento di generare sulla scena una riflessione, cruda e poetica allo stesso tempo, sulla speranza umiliata della città e del suo hinterland, senza ricorrere ad immagini stereotipate, e soprattutto senza reticenze e abbellimenti. La lingua, i ritmi e le risonanze arcaiche sono aspre e dolci al tempo stesso, con una straziata musicalità tesa a restituire, come in veloci sequenze fotografiche, tutta la realtà “sconcia, slabbrata e brutale” di Palermo. Un’umanità variegata e dolorosa, negletta e marginale, si materializza sulla scena senza alcun infingimento ma con schietta sincerità.
Festival delle Colline Geotermiche
Il nuovo viaggio artistico ideato da Officine Papage per la 13a edizione del Festival delle Colline Geotermiche – intitolato ‘La pazienza del coltivare’ -, 25 giugno al 14 agosto coinvolgerà i comuni dell’area geotermica toscana, tra Pisa e Grosseto, in un percorso originale verso un teatro sostenibile e accessibile a tutti, attraverso le nuove tecnologie e le nuove forme narrative che con queste si confrontano, tra artigianato della scena, identità del territorio e innovazioni futuribili.
Un’avventura contemporanea, ben rappresentata da titoli come Circo Kafka di Roberto Abbiati (27 giugno), il coinvolgente Taca tè dei Sanpapiè (8 luglio), Il tango delle Capinere di Emma Dante (26 luglio), il visionario Io di Antonio Rezza e Flavia Mastrella (30 luglio) o La fisica dell’energia, edizione speciale del popolare show di Vincenzo Schettini (10 agosto). Nomi eccellenti in un cartellone ricco di sorprese. Tra queste la prima nazionale dello spettacolo site specific When Global Meet Local (28 giugno) una coproduzione internazionale di Idra Teatro, ILINX, Officine Papage, Settimo Cielo e Flausen+ (Italia, Francia, Germania e Russia) che ha inventato un dispositivo scenico in cui i cittadini diventano protagonisti, per raccontare l’Europa di oggi e il suo futuro. Lo stesso futuro di cui si parlerà nel talk La mitezza del mietitore, l’Agorà collettiva a cura di Laura Bevione (28 giugno): un piccolo contributo all’azione paziente, in un mondo/vulcano che pare vicino all’eruzione finale.
Il programma sul sito officinepapage.it.