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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 2 al 7 aprile.
Teatro e danza
LA SOFFERENZA D’AMORE DI MEDEA
Il regista e attore Leonardo Lidi – artista associato del Teatro Stabile di Torino e vicedirettore della Scuola per Attori – affronta una delle tragedie più crude e spietate dell’antichità. Medea, figura chiave della letteratura classica e simbolo senza tempo del dolore femminile, è colei che ha abbandonato la propria patria per seguire un uomo, che l’ha resa madre per abbandonarla, poi, per una donna più giovane, in nome del proprio tornaconto. Medea non ha alcun luogo o famiglia a cui far ritorno, scartata perché di intralcio a un progetto personale e politico, quello di Giasone, che esclude pietà e sentimenti. Due universi destinati a una fatale collisione, due visioni del mondo completamente diverse – maschile e femminile – che rendono questo racconto tragico quanto mai attuale e necessario. Nella parte della protagonista Orietta Notari.
«Medea è conosciuta unicamente – spiega Lidi – come la madre che uccide i figli, la sua azione è talmente indicibile che, come accade anche nella contemporaneità, ha messo in ombra tutto il resto. Ecco dunque che Medea ha smesso di esistere, il nome e la storia sono stati macchiati dall’evento in maniera indelebile. A me interessa quello che c’è stato prima: mi interessa studiare la fotografia di questa donna innamorata, tradita dall’uomo che amava e, infine, abbandonata. “Soffro, lo capite che soffro?2, è la battuta, la seconda detta dalla protagonista, che ogni volta che leggo nella bellissima traduzione di Umberto Albini mi sorprende come un fulmine. … Ed ecco che nelle solitudini della mia fantasia appare un coro di innamorati che chiede attenzione, ecco Vanja, Bernarda Alba, Alceste, Amanda Wingfield e tutti i traditi e gli abbandonati di questo magnifico teatro che sussurrano piano: «Soffro, lo capite che soffro?».
“Medea”, da Euripide, traduzione Umberto Albini, regia Leonardo Lidi, dramaturg Riccardo Baudino, con Orietta Notari, Nicola Pannelli, Valentina Picello, Lorenzo Bartoli, Alfonso De Vreese, Marta Malvestiti, scene e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Giacomo Agnifili. Produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale. A Torino, Fonderie Limone Moncalieri, dal 2 al 21 aprile. Prima assoluta.
KAMIKAZE, DA FIUME A PALERMO
Cosa unisce il tragico attentato al Bataclan di Parigi e la storia di una giovane regista che vorrebbe realizzare un film sperimentale sul terrorismo e sulla complicata convivenza con gli immigrati di seconda generazione? E cosa hanno in comune tre parlamentari europei senza scrupoli, di maggioranza e opposizione, riuniti in una grottesca cena, e la strenua lotta di questa giovane regista che vorrebbe realizzare il suo film senza scendere a compromessi con produttori e finanziatori attenti solo al profitto? Apparentemente nulla, ma, come in un gioco di scatole cinesi, scena dopo scena lo spettacolo svela i legami profondi tra tutti i personaggi e la nostra realtà. Tutto è collegato, ogni cosa dipende dall’altra come in un puzzle.
Kamikaze di Emanuele Aldrovandi, con la regia di Marco Lorenzi, unisce cinema e teatro per raccontare una storia attualissima, invitandoci a riflettere su alcune questioni di capitale importanza per il nostro presente e per il prossimo futuro, oggi più che mai offuscato da venti di guerra e da politiche internazionali incapaci e miopi. Kamikaze ricorre ai nuovi linguaggi, allo straniamento, ma anche all’ironia e alla comicità grottesca per denunciare la deriva morale e della nostra epoca. Il Teatro Biondo di Palermo e il Teatro Nazionale Croato Ivan de Zajc di Fiume hanno unito le loro forze per realizzare un’opera di grande attualità, interpretata da attori e attrici della Compagnia stabile del Dramma italiano di Fiume e da tre italiani. Un incontro di culture e identità diverse per uno spettacolo nel quale si parlano più lingue e si sperimentano ingegnose soluzioni metanarrative.
“Kamikaze”, di Emanuele Aldrovandi, regia Marco Lorenzi, dramaturg e regista assistente Lorenzo De Iacovo, con Elena Brumini, Vittorio Camarota, Aurora Cimino, Aleksandar Cvjetkovi?, Eletta Del Castillo, Serena Ferraiuolo, Stefano Iagulli, Mario Jovev, Mirko Soldano, scene e costumi Gregorio Zurla, musiche Enza De Rose, Leonardo Porcile, proiezioni video Edoardo Palma, Emanuele Forte, disegno luci Robert Pavlič. Produzione Teatro Biondo Palermo / Teatro Nazionale Croato Ivan de Zajc di Fiume (Hrvatsko narodno kazalište Ivana pl. Zajca u Rijeci). A Palermo, Teatro Biondo, dal 4 al 14 aprile.
INCOMPRENSIBILITA’ E MISTERO IN “COSÌ È SE VI PARE”
È Eros Pagni nei panni del protagonista di Così è se vi pare. L’allestimento del regista Luca De Fusco, parte dalla teoria che Macchia formulò attorno allo spettacolo diretto da De Lullo, quello in cui diventa più che mai chiaro in Luigi Pirandello il senso del teatro come processo. Nel rispondere agli altri e nel dialogare tra loro, la signora Frola e il signor Ponza non hanno infatti più bisogno di fingere che il pubblico non esista: è anzi proprio al pubblico che parlano, ognuno difendendo se stesso e ognuno cercando di dimostrare i difetti e la pazzia dell’altro.
È proprio questo processo di messa a nudo di sé stessi e di racconto della propria vicenda la tortura di cui parla Macchia: una sofferenza atroce, ma allo stesso tempo un bisogno ineludibile, l’unico modo per rivendicare la propria esistenza. Un bisogno che, oggi più che mai, siamo tutti in grado di comprendere e di fronte al quale ci riveliamo vulnerabili, anche attraverso l’ossessiva esigenza di condivisione che passa dalla socialità virtuale: Pirandello aveva già intuito che non raccontarsi è come non esistere e ne aveva presagito le conseguenze insieme a quelle della morbosa curiosità dello sguardo altrui.
De Fusco sceglie di bandire ogni elemento grottesco dalla rappresentazione, prediligendo una chiave interpretativa di ispirazione kafkiana, improntata all’incomprensibilità e al mistero, collocando i personaggi al centro di uno spazio angusto e oppressivo, che potrebbe essere il cortile di un manicomio o un insieme di palchi teatrali.
“Così è se vi pare”, di Luigi Pirandello, regia Luca De Fusco, con Eros Pagni, Anita Bartolucci, Domenico Bravo, Roberto Burgio, Valeria Contadino, Giovanna Mangiù, Plinio Milazzo, Giacinto Palmarini, Lucia Rocco, Paolo Serra, Irene Tetto, scene e costumi Marta Crisolini Malatesta, luci Gigi Saccomandi, scelte musicali Gianni Garrera. Produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo di Palermo, Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, Compagnia La Pirandelliana. A Roma, Teatro Argentina, dal 3 al 14 aprile.
FEMININUM MASKULINUM DI GIANCARLO SEPE
Così il regista Giancarlo Sepe introduce il suo nuovo spettacolo: «La storia è scritta da donne e uomini, artefici e vittime di loro stessi. Il 30 gennaio del 1933 Hitler sale al potere e tutto quello sognato e sperato nella Repubblica di Weimar: le promesse, le libertà culturali, politiche, sessuali, quelle di genere, sono cancellate. Il teatro, la musica e il cinema cercano di respingere le proibizioni sul pensiero, la patria, la famiglia e il sesso. Sono gli artisti a ribellarsi, a ritrovarsi in posti nascosti come clandestini, cantanti, attori, romanzieri, drammaturghi, ballerini e musicisti, scelgono di esprimersi negli angoli bui, nei sotterranei, nei letti, nelle strade e sono alcuni di loro che in quel fatidico giorno, il 30 gennaio 1933, decidono di scappare e salvarsi la vita. Hitler costruisce la nuova Germania desiderosa di annientare i nemici e diventare agli occhi del suo popolo la razza eletta. L’efferatezza espressa in quegli anni, con uccisioni e rappresaglie, creano paura e tracciano la strada di una perdizione che solo una guerra “persa” potrà sanare. Negli anni ’30, in America, c’era la Grande depressione e il proibizionismo che elessero personaggi come Al Capone a eroe di un dissesto morale che spesso viene assimilato al terrore nazista. Tutti fuggivano, tutti cercavano un posto dove stare e lavorare. Lo spettacolo racconta di questi fuggiaschi».
“Femininum Maskulinum”, uno spettacolo di Giancarlo Sepe, con (in ordine alfabetico) Sonia Bertin, Alberto Brichetto, Lorenzo Cencetti, Chiara Felici, Alessia Filiberti, Ariela La Stella, Aurelio Mandraffino, Giovanni Pio Antonio Marra, Riccardo Pieretti, Alessandro Sciacca, Federica Stefanelli,e con la partecipazione di Pino Tufillaro, musiche Davide Mastrogiovanni | Harmonia Team, scene Carlo De Marino, costumi Lucia Mariani, disegno luci Javier Delle Monache. Produzione Teatro della Toscana. A Roma, Teatro La Comunità, dal 3 al 21 aprile; a Firenze, Teatro della Pergola, Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 23 al 28.
PASIONARIA, NEL PIANETA DI UN FUTURO SENZA SENTIMENTO
Pasionaria, dell’acclamata compagnia di danza contemporanea La Veronal (al teatro Comunale di Vicenza, il 5 aprile, per il festival Danza in Rete | Vicenza – Schio e a Pesaro, Teatro Rossini, il 7), è uno dei titoli cult della sua produzione. Nello spettacolo di Marcos Morau, coreografo visionario ed eclettico, si compie un viaggio nella psiche umana e nel suo subconscio, per parlarci del vuoto e della vera mancanza di passione nella nostra società alienata: il presente in cui viviamo ci fa immaginare un futuro in cui abbiamo semplicemente smesso di sentire.
Pasionaria diventa così il pianeta di questo futuro senza sentimento, il risultato di tutti gli sforzi fatti dall’uomo fino a oggi: un mondo abitato da esseri simili a noi, progettati per imitarci alla perfezione. Qui la vita è diventata un’esperienza artificiale e gli abitanti di questo pianeta hanno perso la facoltà di provare emozioni e passioni. In scena otto danzatori si muovono e parlano quasi come noi, anche se non sembrano del tutto umani. Ci mostrano gli effetti di questa perdita, prefigurando un mondo succube di una tecnologia che distrugge l’umanità, provocando un distacco (dalle sofferenze come dalle passioni) che porta inevitabilmente alla disumanizzazione e rende gli uomini delle marionette.
LUCINDA CHILDS E MP3 DANCE PROJECT
Lo spettacolo (al Teatro Vascello di Roma, dal 4 al 7 aprile) è composto da due parti. Nella prima, in esclusiva italiana, Description (of a description) di Lucinda Childs e Hans Peter Kuhn, narrazione nata da un inquietante testo di Susan Sontag. Che accade se un uomo collassa su un marciapiede? In scena la coreografa stessa con la sua magnetica presenza a recitare in un’ascesa di movimenti sempre più rarefatti e malcerti. Un’occasione per godere ancora di questa protagonista della scena minimalista USA.
Michele Pogliani – a lungo interprete nella compagnia di Childs prima di questa rinnovata collaborazione – nella seconda parte presenta, in prima assoluta, Schrödinger had a cat named Milton (ispirato al celebre paradosso sulla probabilità della meccanica quantistica del gatto di Schrödinger, secondo cui finché non si apre la scatola è impossibile sapere se il gatto all’interno sia vivo o morto). Un pezzo che ci ricorda che tutto può accadere, ma può anche non accadere. Per MP3 Dance Project, in scena con Pogliani anche Agnese Trippa, Nicolò Troiano e Mattia Romano con il sound design di Maurizio Bergmann. In uno spazio astratto si aprono porte [portali] che lasciano intravvedere un’altra realtà e altre dimensioni. Le video installazioni sono curate da Michele Innocente, i costumi e le scene da Tiziana Barbaranelli.
PHILIPPE KRATZ E JOHAN INGER PER ATERBALLETTO
La Compagnia Aterballetto è in scena sul palcoscenico del Teatro Municipale di Piacenza, il 7 aprile, con un inedito trittico di coreografie. Alpha Grace, di Philippe Kratz (Premio Danza&Danza 2019 ‘Miglior Coreografo’), ha debuttato nel 2021 a Operaestate Festival di Bassano del Grappa e ha come oggetto l’empatia intesa come percezione di noi stessi in relazione a chi ci sta accanto.
Il duo O ci propone due corpi / automi, che ci obbligano a interrogarci su come potrebbe mutare il senso del contatto fisico: resterà emotivo e sentito, o diventerà seriale e alienato? Bliss è uno dei cavalli di battaglia della compagnia, firmato dal pluripremiato coreografo svedese Johan Inger, che così lo presenta: «Il punto di partenza è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett, che, oltre che il sottoscritto, ha ispirato e toccato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell’attirare una generazione che si muoveva da una parte all’altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica. Nel modo in cui incontriamo questa musica con gli occhi di oggi, è presente sia una sfida compositiva che emotiva».
AMLETO, CON GLI ATTORI DETENUTI DI SOLLICCIANO
Una giornata dedicata al lavoro della Compagnia di Sollicciano, formazione composta da attori detenuti della Casa Circondariale di Firenze, e a quello di Krill Teatro, che da anni con loro porta avanti progetti e spettacoli. Il 2 aprile Materia Prima Festival, l’evento dedicato al panorama teatrale e performativo contemporaneo a cura di Murmuris, dedica il palcoscenico del Teatro Cantiere Florida di Firenze a un tema sempre urgentemente attuale: quello del carcere.
Si parte alle 19 con la proiezione del documentario Essere o non essere, Amleto: un gruppo di attori detenuti sta provando, a poche settimane dallo spettacolo, la celebre tragedia di Shakespeare. L’interprete principale comunica all’improvviso che intende smettere: anche lui come Amleto ha perso tragicamente il padre da pochi mesi ed è ossessionato dai demoni. Il dramma si mescola alla realtà in una riscrittura dove la sfida è portare la bellezza della poesia e della lingua shakespeariana nella realtà chiusa della prigione, raccontando allo stesso tempo un dramma che esiste e di cui gli istituti penitenziari italiani godono purtroppo un triste primato: quello del suicidio in carcere.
Seguirà l’incontro “Dalla parte di chi guarda”, con gli attori della Compagnia di Sollicciano, gli educatori e la regista Elisa Taddei.
LA COMPAGNIA CINESE YUE YIN DANCE COMPANY
Prosegue la stagione di Modena Danza al Teatro Comunale, presentando, il 5 aprile, la newyorkese Yue Yin Dance Company. Lo spettacolo comprende due diversi titoli: Ripple, presentato per la prima volta nel 2021 al 92Y Harkness Mainstage di New York, è un lavoro di gruppo che affronta il conflitto fra ordine e caos alla ricerca di un equilibrio di vita; Through The Fracture of Light, visto per la prima volta nel 2016 allo Schrittmacher Festival di Aquisgrana, in Germania, è un pezzo d’insieme dinamico che mostra al meglio la caratteristica FoCo Technique della compagnia. Dopo la première, il lavoro è stato presentato al Jacob’s Pillow Inside Out Dance Festival, SummerStage, Open Door Festival e Peridance Theatre.
Yue Yin Dance Company è un gruppo di danza contemporanea che si dedicata all’insegnamento, alla produzione e all’esecuzione di opere coreografiche originali della fondatrice e direttrice artistica Yue Yin. Nell’ultimo decennio, Yin ha perfezionato e ampliato un vocabolario di movimento originale – FoCo Technique™ – nato dalla fusione della tradizione popolare cinese e della danza contemporanea.
MONUMENTUM, DI CRISTINA KRISTAL RIZZO
Monumentum the second sleep / seconda parte, il quartetto, della coreografa e danzatrice Cristina Kristal Rizzo, è la danza pura di un ensemble come espressione di una pluralità di relazioni. Una coreografia che riflette sui concetti di tempo, sguardo, immagine e riconoscimento per fare emergere la dimensione politica della danza (a Roma, il 4 aprile, allo Spazio Rossellini per la stagione di danza Vertigine, realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound). Avvolta da visioni cromatiche in chiaro scuro e attraversata da dialoghi onirici, la pièce ci fa sentire che esistono altri livelli di comunicazione o di linguaggio, la possibilità di vivere oltre il recinto dell’utile. «L’atmosfera è quella di una penombra che si fa sempre più scura – commenta Rizzo -, la consistenza di questa atmosfera sembra poter riavvolgere i corpi, genera una condizione vertiginosa, un’altra possibilità di visione, una postura del corpo non sopraffatta dal riconoscimento costante della propria immagine. Il termine Monumentum vuol dire memoria, documento, segno di riconoscimento, qualcosa che viene dal passato».