Categorie: Teatro

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 20 al 26 maggio

di - 20 Maggio 2024

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 20 al 26 maggio.

Teatro e danza

Aiace e Fedra al Teatro greco di Siracusa

A inaugurare la 59° stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, è stato l’Aiace di Sofocle, per la regia di Luca Micheletti, anche protagonista nel ruolo dell’eroe greco. “Tragedia dell’orrore e della follia, Aiace è anche una potente meditazione sulla condizione dell’uomo in lotta con il proprio destino incerto e spesso insensato – dice Micheletti -. Il suicidio dell’eroe arcaico prefigura il passaggio a una nuova società di cui Odisseo è paradigma: se Aiace soccombe perché non sa perdonare il suo errore e abbracciare la propria condizione di creatura fallibile, Odisseo, al contrario si fa ambiguo portavoce della complessità dell’umano, attinge con sgomento e saggezza ad un nuovo sapere: è finita l’era degli eroi”. Lo spettacolo si avvale della traduzione di Walter Lapini con le musiche originali di Giovanni Sollima eseguite dal vivo da un ensemble, la scena e le luci di Nicolas Bovey e i costumi di Daniele Gelsi. Nel cast Daniele Salvo (Odisseo), Diana Manea (Tecmessa), Roberto Latini (Atena e il messaggero), Tommaso Cardarelli (Teucro), Michele Nani (Menelao), Edoardo Siravo (Ate/Thanatos). Seconda tragedia del ciclo dell’INDA, è Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide, per la regia di Paul Curran.

«L’antica narrazione di Fedra – racconta il regista – riecheggia con sorprendente attualità nel contesto odierno. Questa storia senza tempo fa luce sulle ansie contemporanee legate alla salute mentale e sui pericoli derivanti da ossessioni malsane e incontrollabili».

Lo spettacolo, nella traduzione di Nicola Crocetti, la drammaturgia di Francesco Moroci, la scena e i costumi di Gary McCann, le musiche del coro iniziale di Matthew Barnes, le musiche dello spettacolo di Ernani Maletta, le luci di Nicolas Bovey e il video design di Leandro. In scena Alessandra Salamida (Fedra), Riccardo Livermore (Ippolito), Alessandro Albertin (Teseo), Gaia Aprea (la nutrice), Giovanna Di Rauso (Artemide), Ilaria Genatiempo (Afrodite), Marcello Gravina (messaggero), Sergio Mancinelli (un servo).

Alessandra Salamida (Fedra) Ph. Ballarino

Tre coreografie per il Ballet BC a Reggio Emilia

A conclusione della stagione di Danza della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Municipale Valli, il 31 maggio, il Ballet BC, compagnia con sede a Vancouver e guidata dal direttore artistico Medhi Walerski. Profondamente impegnato nella creazione di nuove opere, oltre a presentare i capolavori delle voci più ricercate della danza di oggi, il repertorio del Ballet BC comprende lavori di coreografi come Crystal Pite, Sharon Eyal, Out Innerspace, Roy Assaf e Micaela Taylor. Tre le coreografie della serata.

Con Heart Drive, il duo di artisti olandesi e fratelli Marne e Imre van Opstal, prosegue nell’indagine sui limiti e sulle possibilità del corpo e della mente ed esplora i temi dell’amore, della connessione e del piacere, nonché gli stigmi e i tabù morali che esistono al loro interno.

Silent Tides di Medhi Walerski è un’opera intima tra due danzatori, una riflessione sulla relazione con se stessi e con l’altro. Sulle musiche di Adrien Cronet e Sebastian Bach, Walerski mette in scena concetti quali il tempo, l’eternità, l’amore, la morte, l’infinito.

In Passing Johan Inger, pluripremiato coreografo, accompagna il pubblico in un viaggio sincero attraverso diversi momenti della vita in un’esplorazione dell’umano, nella sua unicità e all’interno di un gruppo, e del confine labile tra un individuo o l’altro, noi o loro. Mettendo in opposizione i comportamenti individuali con l’anonimato del gruppo, Iger si interroga sul futuro imposto dal ritmo serrato della società attuale.

Ballet BC

Primavera dei Teatri a Castrovillari

Al via la 24ma edizione di Primavera dei Teatri, il festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea diretto da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano, dal 24 maggio al 2 giugno a Castrovillari. Oltre 55 eventi tra teatro, danza, musica, performance, residenze artistiche, workshop, convegni e mostre.

Novità di questa edizione è PRIMA, esperimento di piattaforma internazionale con l’obiettivo di contribuire al percorso creativo di giovani artisti operanti nell’ambito della danza e della performance. La  prima giornata vedrà protagonisti Dino Lopardo con Affogo e il Teatro Studio Krypton con Ismene – Family Affairs; il 29 Tindaro Granata con Vorrei una voce, e due prime assolute: Antimo Casertano in Mare di ruggine (la favola dell’Ilva) ed Elvira Scorza con Tutta colpa di Ugo; il 30, Accademia Perduta propone Gramsci Gay; e ancora due prime assolute: Caroline Baglioni con Play e Davide Iodice con Pinocchio / Che cos’è una persona. Il festival prosegue il 31 con Fabio Pisano con lo spettacolo Spezzata. Rapsodia (Per Intercessione del Silenzio) in prima assoluta, Giulia Scotti in anteprima nazionale proporrà Quello che non c’è, mentre I quattro desideri di Santu Martinu sarà la proposta artistica di Dario De Luca. Il 1° giugno tre le prime assolute: la Compagnia Dammacco/Balivo presenterà La morte ovvero il pranzo della domenica, Pier Lorenzo Pisano porterà in scena Totale, mentre Zitto Peter sarà la proposta offerta da Fettarappa/Guerrieri.

L’ultima giornata del festival, il 2 giugno, vedrà Kepler 452 con Album, Marco Sgrosso in A colpi d’ascia, Tommaso Urselli, Alberto Oliva, Claudio Facchinelli con Il rivoluzionario errante.

Primavera dei Teatri, Atto bianco

A Torino Interplay Festival

Dal 23 maggio al 16 giugno la nuova edizione di Interplay Festival diretto da Natalia Casorati, porta in quattro teatri e altrettanti spazi multidisciplinari di Torino venticinque compagnie, con spettacoli in long e short format e sette prime nazionali.

Ad aprire, il 23 maggio, presso la Casa del Teatro, la 24esima edizione, sono due creazioni: Danse macabre di Jacopo Jenna, e Come neve di Adriano Bolognino. Danse macabre è un sorprendente quartetto di interpreti che nella commistione tra corpi, musica, video e luce invitano a danzare verso l’ignoto. Jenna, coreografo già selezionato per Aerowaves 2022 e per la NID platform 2022, immagina una performance in cui i danzatori si specchiano e si raddoppiano, penetrano la propria immagine e diventano non solo interpreti, ma anche incarnazioni del movimento sul palco.

I linguaggi coreografici che esplorano dal voguing alla breakdance dialogano con le musiche elettroniche del piemontese Alberto Ricca Bienoise e i materiali visivi di Roberto Fassone, accompagnando il pubblico in un seducente viaggio lungo l’immaginario dell’Aldilà. In Come neve, partendo dall’ispirazione suscitata dai tipici ricami all’uncinetto della tradizione campana, Bolognino, vincitore del premio Danza&Danza nel 2022 come miglior coreografo under 35, porta in scena un colorato duetto in cui i corpi delle performer Rosaria di Maro e Noemi Caricchia eseguono un intreccio consapevole di movimenti che si ispira al turbinio creato dai fiocchi di neve quando cadono a terra vorticosamente.

Danse macabre di Jacopo Jenna

Nanni Moretti racconta Natalia Ginzburg

Per questo suo ingresso da regista nel teatro di prosa, Nanni Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti ad uno specchio, che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita. Con due atti unici della grande scrittrice, Fragola e panna e Dialogo raccolti sotto un unico titolo di Diari d’amore, ci racconta nuclei familiari disarmonici, gente che si lascia vivere senza entusiasmi, esseri deboli, dai valori etici inconsistenti. Con sguardo ironico apre il sipario su intimità domestiche nelle quali il conflitto cede il posto all’indifferenza, svelando la fatuità di uomini e donne emotivamente e moralmente inetti. Natalia Ginzburg gioca con i valori cari alla società borghese: matrimonio, fedeltà, maternità, amicizia sono trattati con parole di una levità che ne rivela tutte le fragilità.

Questa leggerezza diventa una lente di ingrandimento, una chiave di lettura fredda, che converte in commedia fatti altrimenti tragici della vita dei protagonisti. E al tempo stesso si fa denuncia: di una società che rimane indifferente di fronte ai fatti della vita, che non partecipa mai per davvero, che rimuove quel poco di senso di colpa che a volte, timidamente, affiora.

“Diari d’amore”, due commedie di Natalia Ginzburg, regia Nanni Moretti, con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi, scene Sergio Tramonti, luci Pasquale Mari, costumi Silvia Segoloni. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens. A Roma, Teatro Argentina, dal 23 maggio al 2 giugno.

Fragola e panna, ph. Luigi De Palma

Il Collettivo Sotterraneo rilegge Fahrenheit 451

«Non è necessario bruciare libri per distruggere una cultura. Basta convincere la gente a smettere di leggerli». Nel 1953, Ray Bradbury immagina un futuro distopico in cui è vietato leggere. Chi viene sorpreso a farlo, o a possedere libri, è tratto in arresto, mentre gli schermi televisivi, costantemente accesi, alienano il tempo libero delle persone.

Nella società di Fahrenheit 451, il solo tentativo di pensare genera un senso di malessere fisico e il corpo dei vigili del fuoco è impiegato per appiccare gli incendi, piuttosto che per estinguerli, con lo scopo di dare i libri alle fiamme e catturarne i possessori. Come in tutti i regimi totalitari, esiste una comunità clandestina di dissidenti, le persone-libro, che si impegnano a imparare a memoria i grandi classici della letteratura mondiale, nella speranza di salvarli dall’oblio e tramandarli alle generazioni future.

A 71 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Bradbury e a cinquantotto dall’uscita nelle sale dell’omonimo film di François Truffaut, il collettivo Sotterraneo, associato al Piccolo, firma un nuovo lavoro originale, che trae libera ispirazione dal romanzo rileggendolo attraverso la lente del presente, per domandarsi, insieme al pubblico, dove si annidi, oggi, il rischio di derive totalitarie.

Il fuoco era la cura, Sotterraneo, ph ® Masiar Pasquali

Il fuoco era la cura”, liberamente ispirato a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, creazione Sotterraneo, ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa, con Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu, Cristiana Tramparulo, scrittura Daniele Villa, luci Marco Santambrogio, abiti di scena Ettore Lombardi, suoni Simone Arganini, coreografie Giulio Santolini, oggetti di scena Eva Sgrò. Produzione Teatro Metastasio di Prato, Sotterraneo, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale. A Milano, Piccolo Teatro Studio, dal 21 al 26 maggio.

Ricostruire la danza Anni ‘80/’90

Nell’ambito di RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90, diretto da Marinella Guatterini, progetto che intende dare risalto alla memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni ‘80 sino alla fine dei ’90, sono rimessi in scena Fragili Film/Solo agli specchi, due lavori della coreografa e artista visiva Marianna Troise (al Teatro Alighieri di Ravenna, il 21 maggio, al Ravenna Festival). La ricostruzione coreografica e il riallestimento del lavoro (curato da Körper) si sviluppa su due zone di intervento speculari: da un lato ciò che è già accaduto e si è manifestato agli occhi degli spettatori, dall’altro la ripetizione di una unicità che può essere riproposta attraverso varie chiavi di lettura. Nel gioco dei contrasti tra il prima e il dopo, il dentro e il fuori, il pieno e il vuoto, Troise propone una nuova messa in scena di due momenti cruciali del suo percorso.

Fragili film si ispira alle parole della poetessa Milli Graffi, parole rimodulate, quasi rubate per restituire la propria visione dell’altrove: il “deserto” della pagina bianca di Milli – afferma Troise – diventa il deserto del mio spazio vuoto; ma “andando a vedere”, i deserti vivono nei nostri segni, sottratti all’accesso di senso. Il gioco dello specchio continua, più intrigante che mai; oggi non è più solo il mio riflesso che vedo, ma le sue parole saccheggiate che mi ritornano (in)contro, cariche del mio gesto, aggredite dalla mia esuberanza».

Solo Agli Specchi invece è un solo dedicato al suo amatissimo marito Gianni Pisani, maestro della pittura napoletana e noto artista visivo.

Fragili, Ph. Salvatore Pastore

Festival Exister

La danza contemporanea di Exister 2024, la stagione di spettacoli promossa da DANCEHAUSpiù – Centro Nazionale di Produzione della Danza di Milano, dal 22 al 26 maggio trova la sua cornice al Teatro Fontana di Milano con alcune proposte autorali: Bromantica di Matteo Bittante, Atsu di Magdalena Wójcik e Stefano Otoyo, Ave Monstrum di Chiara Ameglio, Pink Lady di Virginia Spallarossa, Stella di Luciano Padovani, Ultra di Nicola Galli, Oscure Luminescenze di Lucas Delfino e Valeria Angela Russo, Selective Breeding (Work in progress) di Pablo Girolami.

A inaugurare il palcoscenico milanese, il 22 maggio, ci sarà il debutto della nuova produzione di Bittante, Bromantica, un quartetto che esplora quelle relazioni umane che vanno oltre le barriere di confini, razza e genere. Ad affiancarlo sulla scena la stessa sera, la performance di Chiara Ameglio una produzione della compagnia milanese Fattoria Vittadini che trova la chiave nella parola – monstrum – in cui si costruisce un tragitto possibile tra due apparenti antitesi, mostruoso e sacro.

In chiusura della stagione primaverile, l’artista ferrarese Galli con la performance in cui si offre una veduta su un mondo nascosto che ospita un ecosistema invisibile e operoso, composto da organismi impegnati nel processo di costante connessione, scambio e trasformazione della materia. Programma dettagliato sul sito exister.it.

Pink Lady di Virginia Spallarossa

Arturo Cirillo e il gioco del panino

In Il gioco del panino, Arturo Cirillo, protagonista e regista, porta in scena (a Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo, il 25 e 26 maggio) uno dei personaggi più controversi, nato dalla penna di Alan Bennett. Cirillo è Wilfred Paterson, una creatura umana, con disagi, paure, problematiche tutte sue, anche se tutte possibili. Nessun giudizio, nessuna condanna, ma neanche assoluzioni. Un’osservazione dell’uomo come se fosse una cosa della natura, con le sue leggi e le sue eccezioni, le sue regole e le sue devianze. Lucido, struggente, ironico e cattivo come è la scrittura di Bennett, Il gioco del panino è il racconto di tutta una vita emotiva e affettiva che non si può definire con delle semplici parole.

«Incontrerete una persona, un signore, che ha lavorato anche in un parco pubblico, che è sposato, che non ha avuto figli, e che ha tutta una sua vita emotiva ed affettiva che – spiega Cirillo – cercherò di far vivere quanto più mi sarà possibile. Sapendo solo che, come dice Amleto ad Orazio, ci sono più cose in cielo e in terra di quanto ne immagina o ne sogna la nostra filosofia».

Il gioco del panino
di Alan Bennett, ph. Giulia Di Vitantonio

Torna la Maria Brasca di Testori

La Maria Brasca è uno dei testi dell’inizio della parabola di Giovanni Testori. In occasione del Centenario è stato riproposto, insieme a I Promessi sposi alla Prova, dal Teatro Franco Parenti, evidenziando tanti fondamentali punti di continuità nella produzione testoriana: l’amore per la parola che si fa esperienza ogni volta nuova. Adesso più che mai, a trent’anni dalla prima edizione e a ventitré dalla ripresa, la regista Andrée Ruth Shammah sente la necessità di tornare a questo testo come monito per il futuro, affascinata dalla volontà della protagonista di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e ammaliata dal suo coraggio nel parlare di felicità; uno stato d’animo assai raro, solitamente assente nel teatro di Testori e, secondo la regista, anche nella drammaturgia contemporanea. Il testo si rivela estremamente attuale, in una costante vibrazione tra piacere e turbamento, fino alla conclusione: il dialogo diretto al pubblico, positivo, divertente, come ad esortarlo a vivere le proprie passioni con fiducia e leggerezza.

La Maria Brasca di Giovanni Testori, Marina Rocco con Filippo Lai

“La Maria Brasca”, uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah, di Giovanni Testori, con Marina Rocco, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai, scene Gianmaurizio Fercioni, costumi Daniela Verdenelli, luci Oscar Frosio, musiche Fiorenzo Carpi. Produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana. A Roma, Teatro Vascello, dal 21 al 26 maggio.

Pluto a Pompei e Ravenna

È l’ultima commedia delle undici che ci restano di Aristofane, ed è quanto mai attuale nella descrizione dei massacri della guerra alla iniqua distribuzione delle ricchezze. 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno, il 25 e 26 maggio, la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con PLUTO God of gold nella riscrittura di Martinelli, e con le musiche di Ambrogio Sparagna (il 29, al Teatro Alighieri per Ravenna Festival). Provenienti dai licei e gli istituti tecnici della provincia Vesuviana, Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata – con questi ragazzi si rende concreto il concetto di teatro come esigenza di stabilire un concreto legame con il patrimonio culturale d’appartenenza. «L’inquieto presente rivive tra le pietre millenarie di Pompei» dichiara il regista Marco Martinelli.

«Se in Uccelli avevamo esplorato il desiderio di utopia, se gli Acarnesi erano tutti protesi verso la condanna della guerra e l’esaltazione della pace, il Pluto è una favola commovente sulle ingiustizie che dilaniano la terra, legate al denaro come unico dio da venerare: il contadino Cremilo, il protagonista di questa parabola, vuole restituire la vista al dio della ricchezza, Pluto. La cecità del dio è infatti la causa dell’iniqua distribuzione delle ricchezze, e la guarigione del dio, nel piano di Cremilo, sarà un atto dichiaratamente rivoluzionario».

Ancora una volta la mano sapiente di Martinelli sa “intonare” al testo arcaico le improvvisazioni vitali e scatenate degli adolescenti napoletani.

Marco Martinelli

Toni Servillo e Giacomo Puccini

Un dandy intelligente e raffinato, che non ama la musica di Puccini, s’innamora di una giovane donna che gli regala un piccolo concerto a teatro di arie del Maestro, lunari, romantiche, erotiche. Nell’arco di una serata, la diffidenza svanirà, lasciando spazio al piacere della scoperta di un grande musicista e alla fertile metamorfosi delle contraddizioni.

Toni Servillo, con l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Gianna Fratta, il soprano Maria Tomassi e il tenore Max Jota, accompagna il pubblico in un viaggio attraverso la musica di Giacomo Puccini, nel melologo immaginato dallo scrittore Giuseppe Montesano Puccini, Puccini, che cosa vuoi da me? (al Piccolo di Milano, Teatro Strehler, dal 22 al 26 maggio).

«Stasera – spiega Montesano – controvoglia, e per non contraddirla, lui è in teatro, per ascoltare. E in mezzo all’orchestra parla tra sé, e compaiono le voci di Mimì, di Rodolfo, di Tosca, lunari, romantiche, erotiche, e lui ironizza, e ascolta, e un po’ si irrita un po’ commenta, e l’ironia resiste ma comincia a incrinarsi, e la diffidenza combatte ma stancamente, finché, tra divertissement, brividi e commozione, a una a una le difese cedono, e l’uomo riesce infine a capire: no, non a capire e basta! Ora riesce a sentire, e sente che la musica di Puccini è stata scritta per qualcosa che c’è in lui e lo aspettava».

Toni Servillo

Cross Festival a Verbania

Un ricco cartellone, dal 24 aprile al 2 giugno, di appuntamenti di danza, performing art, concerti, installazioni e workshop, tutti accomunati dal pensiero di creare un ponte fra la dimensione sacra e quella artistica, con oltre 40 artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e dall’estero. Space for the Soul è il titolo della dodicesima edizione di Cross Festival diretta da Antonella Cirigliano e Federico Torre, che ha come cornice naturale lo splendido paesaggio del Lago Maggiore (Verbania, Ghiffa, Albagnano).

Laura Cuomo, Agnese Banti, Enrico Malatesta, Francesco Marilungo, Elisa Sbaragli, 2501 aka Jacopo Ceccarelli, sono alcuni dei nomi tra artisti visivi, danzatori, musicisti, che partecipano a questa edizione. Primo appuntamento in programma, ad anticipare l’apertura del Festival, è la performance Unending love, or love dies, on repeat like it’s endless del coreografo Alex Baczyński-Jenkins.

Il programma completo su crossfestival.itcrossproject.it.

Cross Festival, attakkari digital dance project

Due giorni a Fattoria Vittadini

Prosegue il 29 e 30 maggio alla Fabbrica a Vapore di Milano, It’s a little bit messy, la rassegna di danza e linguaggi contemporanei di Fattoria Vittadini con tre appuntamenti per data. La coreografa Simona Bertozzi torna con Appunti per Sista (30 maggio, produzione Balletto Teatro di Torino), spettacolo già in residenza in Spazio Fattoria durante il processo di ricerca creativa. Con le danzatrici Viola Scaglione e Marta Ciappina, è una partitura di immaginari e fraseggi condivisi, azioni solitarie e attese che aprono varchi tra presenza e prossimità, tra ciò che emerge e ciò che non è dato vedere.

Tra gli spettacoli in programma nella due giorni, il 29, anche Blah del collettivo LARVÆ, e Just walking, la nuova performance itinerante e urbana dedicata al cammino, creata da Michele Losi e prodotta da Campsirago Residenza. Un percorso immersivo che attinge da poesia, letteratura e dalle molte pratiche di cammino (dal walking, al vagabondaggio, passando per le camminate zen) e che racconta le esperienze pubbliche del camminare come pratica collettiva e comunitaria.

Blah, coproduzione Equilibrio Dinamico e Fattoria Vittadini, è un progetto coreografico di Rebecca Moriondo che, attraversando l’universo narrativo di Oblomov, le parole di Adam Grant e l’esperienza personale vissuta durante la pandemia, sviluppa una narrazione di corpi per indagare e vincere il non-sentimento dell’apatia.

Inoltre Due tentativi al secondo del Collettivo AOO prodotto dalla Compagnia Arearea, spettacolo che nasce dalle suggestioni di Corpus di Jean-Luc Nancy e da una ricerca legata al concetto di limite fisico, di errore.

APPUNTI PER SISTA, Ph Serena Nicoletti

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