In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 23 al 29 gennaio.
LES ÉTOILES A ROMA
Tra gli appuntamenti più attesi dell’anno torna il gala di “Les Étoiles” (a cura di Daniele Cipriani) con un programma raddoppiato e una mostra fotografica (presso il Margutta Veggy Food & Art a Roma (Via Margutta 118) la mostra “Attimo, sei bello!” (fino al 21 marzo) che celebra le edizioni precedenti immortalando i “virtuosismi in volo e sulle punte”. La 12ma edizione del Gala (all’Auditorium Parco della Musica Roma, il 28 gennaio, e il 29 gennaio con due programmi, ore 16.30 e ore 21.00), vedrà protagonisti: Marianela Nuñez, William Bracewell, Marcelino Sambé, Anna Rose O’Sullivan (del Royal Ballet di Londra), Polina Semionova (Staatsballett Berlin, già American Ballet Theatre), Sergio Bernal (già Ballet Nacional De España), Maia Makhateli, Giorgi Potskhishvili (Het Nationale Ballet, Amsterdam), Paul Marque, Valentine Colasante (Opéra National De Paris); Matteo Miccini (Stuttgart Ballet), e due stelle provenienti dal prestigioso Hamburg Ballet John Neumeier: Alessandro Frola e Madoka Sugai. A questi nomi si aggiungerà poi quello dell’étoile “a sorpresa” che verrà svelato alla vigilia della prima.
In programma brani dal repertorio tradizionale da “Il Lago dei Cigni”, “Don Chisciotte” o “Il Corsaro”; brani moderni firmati da coreografi contemporanei come “Carbon Life” di Wayne McGregor (O’Sullivan/Sambé), “Voices” di David Dawson (Semionova), due brani di John Neumeier, “Spring and Fall” e “Shall We Dance?” (Frola/Sugai), “Äffi” di Marco Goecke (Miccini) e “Orgía”, brano di danza classica spagnola, in prima mondiale danzato da Bernal. Molti i lavori in prima nazionale.
SHINE PINK FLOYD MOON
Nuovo protagonista di “SHINE Pink Floyd Moon” di Micha van Hoecke, l’opera rock con le musiche eseguite dal vivo dai Pink Floyd Legend, la formazione oggi riconosciuta come tra le migliori interpreti in Europa della musica dei Pink Floyd, e con la Compagnia Daniele Cipriani, è Raffaele Paganini nel ruolo di Syd Barrett e con Mattia Tortora, suo giovane alter ego. La ripresa dello spettacolo, partito la scorsa estate, toccherà varie città italiane nei primi mesi del 2023: Modena, Teatro Comunale (25 gennaio), Pordenone Teatro Verdi (30 gennaio), Roma, Auditorium Parco della Musica (3 febbraio), Teatro Verdi di Firenze (21 marzo). «Il mio non è un ritorno in palcoscenico, ma un ritorno a sorridere», afferma Raffaele Paganini, che dopo un’assenza dalle scene durata molti anni, si prepara a interpretare Syd Barrett, musicista dei Pink Floyd perdutosi nelle regioni sconosciute della luna (intesa come malattia mentale) e a cui i compagni della band resero omaggio in alcune loro iconiche canzoni.
VARIAZIONI SU GIONA
Seconda riflessione danzata che prende ispirazione dal Libro del profeta Giona dell’Antico Testamento dalla Bibbia. Prosegue così il lavoro della Compagnia Xe caratterizzato in questi ultimi anni dall’attenzione al rapporto fra le problematiche descritte nei testi biblici e quelle che appartengono all’uomo contemporaneo. Spiega la coreografa Julie Ann Anzilotti «è un Libro illuminante sulla tendenza dell’uomo a voler sempre giudicare e puntare il dito verso gli altri, che è molto attuale. La fragilità di Giona mi è risultata da subito simpatica e vicina. Ho trovato molto umano il suo personaggio: benché fosse coraggioso, un profeta, un uomo di Dio, aveva anche delle piccolezze e dei lati infantili che mi avvicinavano a lui. La musica è intesa come paesaggio sonoro: sia la musica che il silenzio sono entrambi legati all’intimità del personaggio, ai suoi sentimenti portati in scena dai due danzatori Paola Bedoni e Paolo Piancastelli».
“Variazioni su Giona”, coreografia Julie Ann Anzilotti, con Paola Bedoni e Paolo Piancastelli, musiche originali Steven Brown e Luc Van Lieshout, assistente alla coreografia Giulia Ciani, scena Tiziana Draghi, video Francesco Margarolo, costumi Loretta Mugnai, scultura Monica Sarsini, luci Andrea Margarolo. Produzione Compagnia Xe. A S. Casciano Val di Pesa (Fi), il 28 gennaio.
LA DANZA DERVISH DI ZIYA AZAZI
Un affascinante spettacolo di danza, composto da due performance, “Azab” e “Dervish in Progress”, con l’artista internazionale Ziya Azazi, coreografo e performer turco che interpreta in chiave contemporanea le danze ipnotiche della tradizione sufi in “Dervish”. Un percorso di conoscenza e ascesi in cui si fondono la ricerca artistica e filosofica dell’autore catapultate in scena dalla fisicità intensa dell’interprete e dall’ammaliante movimento della gonna, elemento indispensabile in questa danza.
Lo spettacolo è costruito come un viaggio verso la conoscenza, un percorso che attraversa le quattro porte del Sufismo – la Legge, il Cammino, la Consapevolezza e il Discernimento. La chiarezza del corpo sul palco si fonde con l’imprevedibile movimento delle gonne, elemento indispensabile nella sua danza, che cambiano forma costantemente durante tutta la performance e accompagnano nella consapevolezza fisica e meditativa.
Al Cinema Teatro Boiardo di Scandiano (Re) e all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola (Mo), rispettivamente il 24 gennaio e il 25 gennaio.
IL SEGRETO DEL TALENTO
Un inedito progetto di teatro musicale per due attrici e quartetto d’archi che attinge alla tradizione goldoniana e a quella partenopea, le due lingue per eccellenza del teatro settecentesco, in un crescendo di equivoci e prove di talento che si sovrappongono a un piano espressivo in italiano. Protagoniste della storia sono due attrici, la napoletana Melina (interpretata da Teresa Saponangelo), e la veneziana La Denier (interpretata da Elisabetta Valgoi), amiche e rivali, che hanno perduto fiducia nel loro talento. Hanno però saputo, da un compositore senza successo alcuno, che un celebre Maestro, erede di musicisti come Scarlatti, Pergolesi e Cimarosa, possiede un oggetto – gelosamente custodito – che ritiene essere il segreto per il talento. Le due cantanti, così, decidono di sottrarglielo, intrufolandosi nella labirintica abitazione del celebre Maestro.
“Il segreto del talento”, commedia per musica, di Valeria Parrella e Paolo Coletta, regia Paolo Coletta, con Teresa Saponangelo, Elisabetta Valgoi, e con gli Ondanueve String Quartet, scene Alessandro Chiti, costumi Carla Ricotti, disegno luci Angelo Grieco, movimenti coreografici Fabrizio Angelini. Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Società per Attori. A Napoli, Teatro San Ferdinando, dal 26 gennaio al 5 febbraio.
IN QUELLE TENEBRE
In occasione della Giornata della Memoria, dal 23 al 27 gennaio va in scena “In quelle tenebre, La verità è un intreccio di voci” di Gitta Sereny, traduzione, adattamento e regia Rosario Tedesco, con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco (replica del 27 con Pasquale Di Filippo e Rosario Tedesco, produzione Teatro dell’Elfo). Franz Stangl è stato comandante dei campi di sterminio di Sobibór e Treblinka, in Polonia, nel 1942-1943. L’unico comandante di campi di sterminio portato davanti a un tribunale. Sopravvissuto alla guerra e fuggito in Brasile, viene arrestato nel 1967 e incarcerato a Düsseldorf, in Germania. Lì, nella sua cella, nel 1971, Gitta Sereny, una giornalista inglese ebrea, nata in Austria e di origini ungheresi, lo intervista per 70 ore. 19 ore dopo il loro ultimo incontro, lui muore.
Prima dell’inizio dello spettacolo delle buste chiuse e colorate verranno distribuite al pubblico, che riceverà poche brevi istruzioni su come si svolgerà la serata. Seguendo l’ordine progressivo delle buste, saranno gli spettatori a prendere voce e rivolgersi direttamente a Stangl. Si procederà così, di domanda in domanda, di risposta in risposta. Il tempo fuori sesto, il tempo che si voleva bloccare per sempre, grazie a queste domande-chiave, ritorna a scorrere. Poiché una comunità che interroga il passato lo rende vivo.
LE CANZONI DI PASOLINI
Uno spettacolo di teatro musicale per rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini. Si tratta di uno dei linguaggi della produzione artistica del poeta di Casarsa meno indagati quale fu quello della forma canzone. Intorno agli anni ’60 del secolo scorso, Pasolini si dedicò molto alla scrittura di testi per canzoni che lo portarono a intrecciare relazioni con artisti come Piero Umiliani, Ennio Morricone, Domenico Modugno, Sergio Endrigo, Giovanni Fusco, Laura Betti, Gabriella Ferri. Canzoni che sono storie con personaggi veri, ironici, coraggiosi, ribelli, forti e soprattutto pieni di vita, come quelli dei suoi romanzi.
“Cado sempre dalle nuvole. Cantare Pasolini”, un progetto di Mauro Gioia, drammaturgia Igor Esposito, regia e spazio scenico Francesco Saponaro, con Claudia Gerini, Mauro Gioia, pianoforte e direzione musicale Giuseppe Burgarella, musicisti Francesca De Filippis, Monia Massa, Annamaria Puggioni, Alberto Toccaceli, elaborazioni e musiche originali Pasquale Catalano, costumi Anna Verde, disegno luci Cesare Accetta. Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. A Napoli, Teatro Mercadante di Napoli fino al 29 gennaio
OYLEM GOYLEM
La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Oylem Goylem”. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica. Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare.
“Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia, e con Moni Ovadia Stage Orchestra, scene e costumi: Elisa Savi, progetto sonoro Mauro Pagiaro. Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Corvino Produzioni. A Roma, Teatro Vascello, dal 24 al 29 gennaio.
LA STOFFA DEI SOGNI
Un unico atto con tre personaggi creati da Armando Pirozzi. L’azione si svolge in una piovosa notte invernale, quando un cabarettista dalla lunga e non sempre fortunata carriera va a trovare la figlia, trovandosi a passare dalle sue parti durante una piccola tournée. È accompagnato da un ragazzo, il giovane collega di scena e suo affezionato allievo. C’è di mezzo una bega familiare da risolvere e la figlia non gradisce l’intromissione del padre, da sempre assente e fuggiasco. Tra i due non corre buon sangue e la tensione è palpabile. D’altro canto, il giovane collega considera il suo maestro come un padre e cerca di aiutarlo. I tre proveranno a confrontarsi durante questa notte strana, per certi versi prodigiosa.
Il testo esplora alcuni temi come la relazione tra padri e figli e quella forse paradossalmente più tenace tra maestro e allievo. E il rapporto quasi fanatico dell’uomo di teatro con la sua professione-ossessione, fatto di rinunce spietate e di sogni maestosi, alla ricerca costante di una misteriosa magia. «Ma tutta questa mitologia attorno al gesto dell’artista – scrive il regista Massimiliano Civica – forse confina col ridicolo: perché, forse, il gesto più creativo, quello che richiede un coraggio da leoni, è mettere in secondo piano noi stessi, per aprirci alla relazione con gli altri, perdonandoli e perdonandoci. La scelta tra sogno e realtà è lo scacco matto che la vita fa a tutti noi».
“La stoffa dei sogni”, di Armando Pirozzi, uno spettacolo di Massimiliano Civica, con Renato Carpentieri, Vincenzo Abbate e Maria Vittoria Argenti, costumi di Daniela Salernitano, disegno luci Massimo Galardini. Produzione Teatro Metastasio di Prato. A Prato, Teatro Metastasio, dal 24 al 29 gennaio. In tournée.
LA MEMORIA DELLE ARIETTE
Ancora una volta, come da ormai vari anni, il Teatro delle Ariette onora la Giornata della Memoria, un continuare a interrogare “quel tempo di guerra”, quel pezzo di storia per decifrare il nostro presente, per tentare di comprenderlo, accettarlo e magari cambiarlo, anche solo impercettibilmente. Compagni di viaggio saranno Etty Hillesum, Claude Lanzmann e il pubblico al quale il Teatro delle Ariette volge sempre il suo sguardo e le sue attività. Perché da soli non si può, da soli non ha senso.
All’inizio del “Diario” Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. È ebrea, ma non osservante. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung, ha convinzioni radicate sul matrimonio, sull’amore, sulla fedeltà, sull’amicizia. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione nazista comincia a infiltrarsi fra le righe del diario. Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa a salvarsi ma a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il “destino di massa” della morte. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere l’odio, in quanto renderebbe il mondo ancor più “inospitale”.
Il 29 gennaio, dalle ore 10, si svolgerà la proiezione integrale di “SHOAH” il monumentale documentario realizzato da Claude Lanzmann sullo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, uscito nell’aprile del 1985.
“Cuore pensante” dal Diario 1941-1943 di Etty Hillesum, con Caterina Caravita, Anita Farneti, Benedetta Paganini, Giorgia Vivarelli, drammaturgia Paola Berselli – regia Paola Berselli e Stefano Pasquini. Al Teatro delle Ariette (Valsamoggia), dal 27 al 29 gennaio.
TANGO MACONDO. IL VENDITORE DI METAFORE
Un viaggio ai confini tra il delirio e la geografia, liberamente ispirato all’opera di Salvatore Niffoi. Sulla scena la narrazione affidata a Ugo Dighero, Rosanna Naddeo e Paolo Li Volsi, si intreccia alla musica composta ed eseguita dal vivo da Paolo Fresu, e alla danza guidata dal coreografo Giovanni Di Cicco.
È la storia di Matoforu, un “venditore di metafore” sardo e del suo amore grande, Anzelina Bisocciu, la sua cantatrice. Un’avventura che parte da Mamoiada in Sardegna, il paese in Barbagia del leggendario Carnevale e delle sue maschere diaboliche e grottesche e arriva a incrociare Macondo, il paese immaginario nato dall’universo onirico e mitico di Gabriel García Márquez con tutto il suo bagaglio di visioni e prodigi. La creazione musicale di Fresu e della sua tromba guida il racconto, restituendogli tutta la ricchezza evocativa in un fermento di passioni e follia.
“Tango Macondo. Il venditore di metafore” drammaturgia e regia Giorgio Gallione, liberamente ispirato all’opera Il venditore di metafore di Salvatore Niffoi, Ed. Giunti, musiche originali eseguite dal vivo: Paolo Fresu (tromba, flicorno), Daniele di Bonaventura (bandoneon), Pierpaolo Vacca (organetto), scene Marcello Chiarenza, coreografie Giovanni Di Cicco, disegno luci Aldo Mantovani, costumi Francesca Marsella, con Ugo Dighero, Rosanna Naddeo, Paolo Li Volsi, e con DEOS Danse Ensemble Opera Studio – Genova. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. A Padova, Teatro Verdi, dal 25 al 29 gennaio.
VIA DEL POPOLO
Nell’ambito della rassegna palermitana “Scena nostra 2023” dedicata alla creazione contemporanea, Saverio La Ruina è autore e interprete di “Via del Popolo”, un tratto di strada di una cittadina del Sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema. Due uomini percorrono la via, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega 2 minuti per percorrere 200 metri, il secondo 30 minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali. “Via del Popolo” è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei 200 metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere.
“Via del Popolo”, di e con Saverio La Ruina, disegno luci Dario De Luca, audio – luci Mario Giordano, allestimento Giovanni Spina, dipinto Riccardo De Leo. Produzione Scena Verticale. A Palermo, allo Spazio Franco dei Cantieri Culturali della Zisa, dal 27 al 29 gennaio.
EXILIUM_LA GRANDE CICATRICE
Lenz Fondazione di Parma, nel contesto del progetto teatrale e visuale permanente su “Resistenza e Olocausto”, apre gli archivi video in occasione del Giorno della Memoria con la visione di “Exilium_la Grande Cicatrice”, una performance poetico visuale dai Tristia di Ovidio e dalla Todesfuge di Paul Celan, creazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, musica di Andrea Azzali, interprete Valentina Barbarini.
Ne “La grande cicatrice”, i versi del poeta latino Ovidio scritti dalla terra d’esilio a Tomi (l’attuale Costanza) in Romania accompagnano i versi del poeta ebreo rumeno che ha vissuto in Francia, ma ha scritto in tedesco – la lingua della madre e della Shoah – la sua opera più nota, “Fuga di morte”, dedicata all’orrore del genocidio nazista ed estesa a tutta l’umanità in sofferenza. “Exilium_La grande cicatrice” rientra nella mappatura di eventi transmediali dedicati all’opera di Celan portata avanti dal settennale progetto PAUL CELAN IN ITALIA 2007/2014 del Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali dell’Università “Sapienza” di Roma.
Streaming video il 27 gennaio dalle ore 10 alle ore 24, sul sito di Lenz.
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