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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 27 giugno al 3 luglio.
DANZA
La “Folia” di Mourad Merzouki
Nello spazio unico dell’Arena Shakespeare di Fondazione Teatro Due a Parma, il 29 giugno, un vortice di energia con la danza del coreografo Mourad Merzouki. Dall’inaspettato incrocio tra hip-hop e musica barocca, tra la tarantella italiana e l’elettronica, tra il balletto classico e i movimenti dei dervisci rotanti, nasce l’insolito e affascinante mosaico di Folia: un viaggio dal Sud dell’Italia al Nuovo Mondo in cui i 12 danzatori della compagnia Käfig si muovono insieme a 6 musicisti e un soprano dell’ensemble barocco Le Concert de l’Hostel Dieu guidato da Franck-Emmanuel Comte, tra le note di Vivaldi e i suoni elettronici creati da Grégoire Durrande. Merzouki ha sdoganato la danza e la cultura hip hop per farne un linguaggio artistico ‘totale’ perfettamente consono al palcoscenico. Il primo in Europa a dare una struttura drammaturgica compiuta a uno spettacolo costruito sulla danza di strada con una trama coerente senza tradire l’effetto virtuosistico e ‘a numeri’ di questa disciplina e rimanendo fedele ai valori della cultura hip hop che trasforma energia negativa in forza positiva.
Le MicroDanze di Aterballetto
Nella scenografia unica di Castel Sant’Angelo a Roma, dall’1 al 3 luglio Fabio Cherstich cura l’allestimento di nove MicroDanze nel percorso espositivo danzato per le sale e i bastioni di uno dei luoghi simbolo della città e dell’arte italiana. MicroDanze è l’articolato progetto della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto tra danza, arte visiva, arte pubblica e realtà virtuale. Coreografie non frontali e non rigide, ma permeabili al contesto spaziale, capaci di dialogare con universi disciplinari differenti per promuovere l’intimità tra danzatore e spettatore. Dodici coreografi – nazionali e internazionali – hanno concepito pezzi brevi (sei-otto minuti, da danzare in uno spazio minuscolo), ai quali assistere in successione come se si stesse visitando un museo. Un progetto che sfugge alla dinamica di palcoscenico, alla distanza che separa lo spettatore dall’interprete, creando un continuum tra chi guarda e chi è guardato sollecitando un’esperienza emotiva ed estetica tanto varia quanto originale. Stili e mondi espressivi si confrontano e si mescolano in un unico progetto rivolgendosi sia al pubblico dell’arte che a quello delle performing arts.
Les liaisons dangeureuses a Palermo
Torna in scena il 26, 28 e 29 giugno, il nuovo allestimento de “Le relazioni pericolose”, la coreografia di Davide Bombana su musiche di Jean-Philippe Rameau e Walter Fähndrich, con il Corpo di ballo, l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo diretti da Ignazio Schifani, ispirata al romanzo epistolare Les liaisons dangeureuses di Pierre Choderlos de Laclos. La trasposizione coreografica di Davide Bombana adotta uno stile prettamente neoclassico con pas de deux di diversa atmosfera e spessore drammatico che esprimono le diverse sfaccettature della relazione amorosa. A cominciare dal passo a due a piedi nudi sul letto, da cui la coreografia prende le mosse. Così come le scelte musicali che alternano brani orchestrali e per clavicembalo di Rameau alla musica elettronica contemporanea di Walter Fähndrich per esprimere i diversi piani di realtà e subconscio dei personaggi.
La coreografia “Le relazioni pericolose” è ispirata al romanzo del 1782 di Chaderlos de Laclose, “Les liaisons dangeureuses”. Una storia di seduzione, intrighi e vendette che attraverso il continuo scambio di lettere segrete tesse una trama di menzogne e calunnie che porterà la protagonista, la Marchesa de Merteuil, alla rovina e con lei tutti gli altri personaggi del romanzo.
A Venezia il Ballet des Porcelaines
Balletto andato perduto, la cui scrittura testimoniava gli intensi scambi tra oriente e occidente, viene ora presentato in una originale reinterpretazione e riattualizzazione. Il “Ballet des Porcelaines” è un’opera a suo modo leggendaria, nessuna traccia resta infatti della coreografia, dei costumi e delle scenografie che caratterizzavano la sua esecuzione, se non una copia del libretto (ne esistono ancora due conservate presso la Bibliothèque nationale de France) ritrovato all’inizio degli anni Duemila all’interno di un manoscritto presso la biblioteca de l’Arsenal di Parigi. La prima messa in scena del libretto originale, composto dal conte de Caylus, antiquario e proto-archeologo francese, risale al 1739 e si sa aver avuto luogo presso lo Chateau de Morville vicino a Parigi, a opera di un gruppo di aristocratici artisti amatoriali che si esibivano in un balletto pantomimico conosciuto come “Ballet des Porcelaines” o “Il Principe della Teiera”.
A privilege to create strong female characters on stage, and an honor to be surrounded by strong women off-stage. My porcelain princess @GPazcoguin in one of the most opulent porcelain rooms in Europe at the @Capodimonte_mus #TeamTeapot pic.twitter.com/gRzuYVwMUn
— 陳肇中 | Phil Chan (@philschan) June 27, 2022
Il balletto racconta la vicenda di un principe e una principessa su un’isola remota governata da uno stregone malvagio che trasforma gli abitanti in figure di porcellana facendoli volteggiare sino a tramutarsi in vasi. Perso nella boscaglia e disorientato dal tintinnio della porcellana portato dal vento, il principe protagonista del racconto viene raggiunto dal mago e trasformato in teiera, diventando irriconoscibile agli occhi dell’amata. La principessa però rompe l’incantesimo e manda in frantumi tutte le porcellane. La storia finisce con la fuga dello stregone, l’unione dei due amanti e il ricomponimento di tutti i frammenti nell’esecuzione di una “contredanse”.
Una produzione originale di Meredith Martin, con il coreografo Phil Chan. Una collaborazione istituzionale tra Palazzo Grassi – Punta della Dogana e Museo e Real Bosco di Capodimonte con l’Associazione Amici di Capodimonte ets, Fondazione Campania dei Festival, Centro per la Storia dell’Arte delle Città Portuali e Center for Ballet and the Arts della NYU. Sabato 25 e domenica 26 giugno, Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli. A Venezia, atrio settecentesco di Palazzo Grassi, il 28 e 29 giugno, alle ore 17.00 e alle 19.00.
Le Danzatrici en plein air
Spettacoli, talenti emergenti, comunità ed eventi collaterali che dialogano con l’architettura degli spazi urbani e museali: dal 24 giugno al 10 luglio a Ruvo di Puglia torna LE DANZATRICI en plein air, il festival di danza contemporanea organizzato dalla Compagnia Menhir, direzione artistica Giulio De Leo. Tra i momenti di maggior rilievo, l’1° luglio lo spettacolo Beytna, del coreografo Omar Rajeh e realizzato per la prima volta in assoluto in versione outdoor, vedrà quattro coreografi e quattro musicisti provenienti da Libano, Giappone, Palestina, Belgio e Togo sedere a tavola insieme sul palcoscenico. Hanno esperienze artistiche, background e idee diverse. Parlano, bevono, ridono, ballano e mangiano insieme.
La semplicità di questo incontro diventa un punto di partenza per una struttura coreografica, concettuale e performativa più complessa. ‘Beytna’ è un semplice invito a casa propria. È un invito ad approcciarsi alla professione dell’artista e alla costruzione coreografica, oltre che alle forme e alle situazioni del passato. Il 2 luglio, Pina My Love della compagnia libanese Beirut Physical Lab: una prima nazionale, che parte dalla privazione della libertà in una prigione per indagare come una tale esperienza possa influenzare la percezione che si ha del proprio corpo, dei propri movimenti e delle proprie reazioni. Il 3 luglio, sarà la volta del messicano Colectivo Querido Venado con H.A.R.L.E.M, un duetto di danza contemporanea che prende in prestito elementi dal voguing old school e li mescola con i passi del folklore messicano.
Danza in Arte a Pietrasanta
Diretto da Adria Ferrali e dal suo associato Sebastian Kloborg, prende il via la sesta edizione del DAP Festival di Pietrasanta (dal 26 giugno al 9 luglio) con grandi nomi della danza contemporanea internazionale. 12 spettacoli e più di 12 eventi estemporanei, le cosiddette danze dell’Invasione, che invadono letteralmente slarghi, piazze, luoghi d’arte su tutto il territorio. In programma importanti nomi del panorama della danza europea come La Veronal di Marcos Morau, MM Contemporary Dance Company di Michele Merola, Spellbound Contemporary Ballet di Mauro Astolfi, MN Dance Company Slovenia, Cannes Jeune Ballet Rosella Hightower con coreografie di Carolyn Carlson, Christophe Maillot e Thierry Malandain, la prima ballerina del Norwegian National Ballet Camilla Spidsoe con i Subjazz, le prestigiose presenze di Shahar Binyamini Dance da Israele, il duo FLOCK dagli Stati Uniti, e il collettivo americano Movement Migration con le coreografe Kim Jones e Blakeley White McGuire, nonché Apeksha Mundargi Dance dall’ India. In aggiunta, le grandi star della danza classica e contemporanea internazionale, Maria Kochetkova, Sebastian Kloborg, Osiel Gouneo e la danzatrice PeiJu Chien-Pott.
TEATRO
William Kentridge a Pompei
È uno dei maggiori maestri contemporanei la cui arte fonde elementi onirici ed elementi storici per riflettere sul colonialismo, sullo sfruttamento, sul capitalismo Cinema, letteratura, arte visiva, teatro, ma anche questioni sociali, storiche e politiche compongono il variegato universo creativo dell’artista sudafricano William Kentridge, che di recente ha dichiarato: «La situazione in cui ci troviamo non può essere lo stato finale del mondo; ci deve essere una condizione migliore per tutti, artisti compresi». Incaricato dalla Luzerner Sinfonie orchester (Lucerna) di creare un film basato sulla Sinfonia N° 10 di Dmitrij Šostakovič, ha realizzato Oh to believe in another world, Sinfonia N. 10 di Dmitrij Šostakovič, eseguita dalla Luzerner Sinfonieorchester diretta da Michael Sanderling. Il 5 marzo 1953 morì il dittatore Stalin. Nell’estate e nell’autunno dello stesso anno, Šostakovič compose la sua decima sinfonia. Erano passati otto anni dalla nona, e quindi il ritorno al genere sinfonico fu una decisione importante. L’intensità emotiva di questa sinfonia era corrispondentemente grande: una resa dei conti con lo stalinismo nel suo insieme e, specialmente nel secondo movimento, un grottesco ritratto musicale del tiranno.
Teatro Grande di Pompei, il 29 e 30 giugno, per Pompeii Theatrum Mundi. Produzione film The Office performing arts + film
Messaggero delle stelle
Arriva in scena precipitando letteralmente dal cielo perché da sempre lui viaggia su e giù dalla Luna. Non è un paladino qualunque, è Astolfo d’Inghilterra, il più sorprendente, strano e pasticcione fra tutti i paladini di Carlo Magno. A lui il compito di riportare sulla Terra il senno di Orlando, che lo ha smarrito per amore della bella Angelica. Lassù sulla luna, dove è conservato tutto ciò che sulla Terra viene perduto, incontra un gruppo di vecchietti vestiti con abiti antichi, impegnati – intorno a una grande tavola riccamente imbandita – a discutere. Sono loro ad accoglierlo e ad aprirlo ai misteri della conoscenza, tra ragione, follia, dubbi ed errori: chi sono questi anziani signori, lo scoprirà poco alla volta, con una serie di avventure e sorprese che lo porteranno a comprendere come è complicata e affascinante la strada della comprensione, della libertà di pensiero e della scienza. Tra rime surreali, un po’ di scienza e molta patafisica, l’incontro tra uno dei magici protagonisti dell’Orlando Furioso e Galileo, Copernico, Keplero, Newton e gli altri grandi scienziati del passato, si trasforma in una giostra di sorprese e scoperte.
“Messaggero delle stelle”, di Francesco Niccolini, consulenza scientifica Marco Giliberti, con Flavio Albanese, regia Marinella Anaclerio, scene e grafica Francesco Arrivo, video e animazioni Giuseppe Magrone, costume Simona De Castro, luci Cristian Allegrini. Produzione Compagnia del Sole | Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus | Accademia Perduta / Romagna Teatri (2022). A Forlì, Teatro Il Piccolo, Festival Colpi di scena, il 28 giugno
Dignità autonome di prostituzione
L’originale format inventato da Luciano Melchionna con Betta Cianchini ripropone il suo irresistibile gioco teatrale, trasportando artisti e pubblico in una vera e propria “casa chiusa” ovvero «Un’isola che non c’è – sottolinea Luciano Melchionna – dove ricoverare e proteggere gli artisti che, come le prostitute, sono abbandonati a sé stessi da un sistema poco attento al valore degli esseri umani e delle minoranze». «Il bordello dell’arte più famoso del mondo», diretto da “Papi” (lo stesso autore e regista Luciano Melchionna) è lo spazio in cui prostitute e gigolò (attrici e attori) allietano la serata degli avventori/clienti (il pubblico), lasciandosi scegliere, non prima di aver contrattato il prezzo con lo spettatore, per offrire tante e diverse “pillole di piacere”, ovvero monologhi teatrali e performance, anche “one-to-one”, di circa 15 minuti ciascuno. Pillole di piacere per il cuore e per la mente, perlopiù testi inediti, scritti da Melchionna, su temi scottanti di grande attualità. Lo spettacolo/evento che vanta 48 edizioni, oltre 400 repliche, torna in scena in una nuova edizione ideata e costruita per l’imponente fortezza partenopea con un cast, in parte rinnovato, che annovera circa 30 interpreti di più generazioni, tra attori, performer, cantanti e musicisti.
“Dignità autonome di prostituzione” di Luciano Melchionna, nuovo allestimento realizzato da Teatro Bellini – Fondazione Teatro di Napoli ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania. A Napoli, Castel Sant’Elmo, dal 17 giugno al 13 luglio.