In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 3 al 9 aprile.
L’ISTRUTTORIA AL TEATRO DUE
L’allestimento, divenuto un cult teatrale che ha conosciuto importanti tournée in Italia e all’estero da oltre trentacinque anni, torna ogni anno sul palco del Teatro Due. Il dovere di ricordare, la memoria dell’Olocausto, l’arte di mantenere un impegno rispetto alla storia: “L’Istruttoria”, capolavoro del teatro documentario europeo composta da Peter Weiss attingendo alle deposizioni processuali dei testimoni e dei sopravvissuti di Auschwitz, nel 1984 è stata messa in scena dal Teatro Due di Parma diretta da Gigi Dall’Aglio.
«Con il turbamento de “L’Istruttoria” ci ho convissuto, insieme al gruppo dei miei colleghi in teatro, per una bella fetta della mia vita – scriveva Dall’Aglio – replicando per più di trent’anni il testo di Peter Weiss, dove diamo corpo alla memoria di quella catastrofe, di quella Shoah. Se dopo tanti anni di palcoscenico potevo aver avuto qualche cedimento, il mio viaggio ad Auschwitz ha raddoppiato, per esatta sovrapposizione, la coscienza della mia scrittura scenica e della mia collocazione in quella dimensione rituale che la nostra Istruttoria, con il suo passaggio nella storia di questi ultimi decenni, ha reso ricca di tensione e di necessità.
Ai miei soci devo riconoscere che questa spinta propulsiva non è mai venuta meno e che hanno sempre saputo mantenere viva l’attenzione al feedback politico ed emotivo del pubblico. In tanti anni è invecchiato solo il corpo dello spettacolo: i muri, le vernici, gli oggetti e i corpi dei celebranti, ma il rito si è mantenuto solidamente laico e facilmente dialettico come il senso del teatro richiede, sostenuto dall’intelligenza dei corpi e dalla scenografia che si corrompe con biologica consapevolezza, e sorretto dal grande respiro di un pubblico che è stato reso presente e consapevole».
“L’Istruttoria”, regia Gigi Dall’Aglio, con Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri, Massimiliano Sbarsi e Davide Carmarino (esecuzione musicale), musiche originali Alessandro Nidi, costumi Nica Magnani, luci Claudio Coloretti. Produzione Fondazione Teatro Due. A Parma, Teatro Due, il, 6, 14, 16, 22, 23 aprile.
ROMEO E GIULIETTA 1.1.
Roberto Zappalà recupera uno dei lavori più interessanti che hanno lasciato un segno nel tempo e nella costruzione della sua linea coreografica e della compagnia. La “sfocatura dei corpi” era il titolo del “Romeo e Giulietta” del 2006 che Zappalà ha ripreso e riportato in scena come primo spettacolo di Antologia. Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati? Tecnicamente (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato.
Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta. Nella versione “Romeo e Giulietta 1.1” il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco, concentrandola più che sulla coppia di innamorati, sulla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale.
“Romeo e Giulietta 1.1”, coreografia e regia Roberto Zappalà, Compagnia Zappalà Danza, testi Nello Calabrò, interpreti Fernando Roldan Ferrer, Valeria Zampardi, musica Pink Floyd, Elvis Presley, Luigi Tenco, José Altafini, Mirageman, John Cage, Sergej Prokof’ev, luci e costumi Roberto Zappalà, direzione tecnica Sammy Torris. Produzione Scenario Pubblico – Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Orizzonti Festival Fondazione. A Verona, teatro Camploy, il 5 aprile, a Treviso, Teatro Mario del Monaco, il 6.
NOTTURNO | TRIONFO DELLA MORTE
Partendo dalle figure, le forme, le posture, i volti e i gesti degli interpreti dell’affresco “Trionfo della morte” conservato a Palazzo Abatellis di Palermo, l’azione coreografica attivata da Virgilio Sieni nasce da legami e incontri intimi tra una comunità di cittadini in divenire: una danza sull’attesa e sui modi di entrare, apparire, sostare e attendere, facendo lezione del pensiero di Heinrich von Kleist sulle maestrie del vero attore di accogliere il gesto dell’altro. “Notturno | Trionfo della morte” si rivolge alle forme dell’ascolto e alle qualità del gesto per scavare negli ampi spazi vuoti del sentire e dell’amicizia. Il notturno è la condizione estrema per individuare barlumi di luce che emergono dal nascosto. “Notturno | Trionfo della morte” si inserisce nell’ambito di OFFICINA CREATIVA SUL GESTO E L’ARTE un progetto biennale (2022 > 2023) a cura di Virgilio Sieni che elabora percorsi sul rapporto tra il gesto e l’arte, la cura della relazione e l’incontro con le opere e i luoghi: una mescolanza di tracce, memorie, e vissuti, secondo la narrazione poetica di ciascun territorio.
“Notturno | Trionfo della morte” performance site-specific cura di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, ideazione, regia, coreografia Virgilio Sieni, assistenza artistica Delfina Stella, assistenza al progetto Simona Miraglia, musica Fabrizio Cammarata, Angelo Sicurella, con la partecipazione di Delfina Stella, Simona Miraglia, Sabrina Puleo e cittadine e cittadini. A Palermo, Palazzo Abatellis, il 6 aprile, ingresso gratuito su prenotazione.
TALE OF US A NAPOLI
«Un impatto è un potenziale di trasformazione che può avviare una reazione a catena». Il concetto riguarda gli incontri che facciamo durante il percorso della vita, perché ad ogni incontro c’è uno scambio che arricchisce la nostra essenza. Ovviamente non si può, per quanto si voglia, controllare il modo in cui questi incontri finiscono per condizionarci e non ci è possibile sapere quanto siano destinati a durare. Potrebbe improvvisamente rompersi la connessione, ci si può inaspettatamente allontanare, attivando magari un processo di conoscenza di noi stessi, un’introspezione che altrimenti non sarebbe stata possibile. Si deve solo lasciare che questi meccanismi facciano il proprio percorso. Consapevoli del fatto, che tutto ciò che è stato alla fine farà sempre parte di noi, accettando noi stessi e gli altri per come siamo!
“Tale of us” coreografie Rosario Guerra (Staatsballett Hannover), Alessandra La Bella, Alessio Marchini, Beatrice Panero (Team direzionale al Tanzwerk Leipzig Fondatrice Thousand Tales) con Rosario Guerra, Davide Sioni (Staatsballett Hannover), compositori Jesse Callaert, Samuel Poma, Maewen Forest, Magnus Jahr, riprese video e costumi Laura Nicole Viganó. A Napoli, Piccolo Bellini, il 6 e 7 aprile.
KAFKA OF SUBURBIA
“Kafka of Suburbia – work in process” è Social Community Theatre: la messinscena di una performance people and site-specific, costruita durante il laboratorio di quartiere con le cittadine e i cittadini-attori di diversa età, abilità e provenienza dei quartieri Affori, Bovisa, Niguarda, Comasina e dintorni. Sul palco insieme a professioniste e professionisti del teatro, della musica e dell’arte. Una metamorfosi collettiva. In scena il mondo espressionista, grottesco, surreale, iperreale di Kafka. Un percorso a piccoli passi nel suo animo delicato e inquieto, perso a inseguire sogni indecifrabili calcando atmosfere cupe, nere e conturbanti, pur rivelando la matrice umoristica e ironica del cosiddetto “Kafka ridens”.
Nell’attraversare le sue parole le interpreti e gli interpreti hanno scritto nuove figure, tra autobiografia e ispirazione letteraria, proiettando le loro stesse ombre con sembiante kafkiano. Al centro le figure femminili reali e immaginarie del suo universo dialogano con lo scrittore imprigionato dalla burocrazia e messo sotto processo.
“Kafka of Suburbia – work in process”, regia Marta M. Marangoni, drammaturgia Francesca Sangalli, musiche e canzoni originali Fabio Wolf, scene e costumi Marta M. Marangoni, luci Alessandro Barbieri, videoart Mamma fotogramma, primo spettatore Antonio Viganò, con 30 cittadine e cittadini di diversa età, abilità e provenienza, e con Duperdu (Marta M. Marangoni e Fabio Wolf) Giulia Amato, Emanuele Righi, Delma Pompeo, Livia Rosato e con Valeria Perdonò nel ruolo di Milena, con la partecipazione speciale del Coro Ipazia diretto da Onoria Neri con la collaborazione di Collettivo Clown. Produzione MinimaTheatralia | Duperdu, con il contributo di Crowdfunding Civico Comune di Milano. A Milano, Teatro dell’Elfo, il 4 aprile.
RAGAZZE AL MURO
Spettacolo divenuto cult, rappresentato in tutta Italia, che ha segnato il debutto a teatro di Eleonora Danco, torna in scena dopo 23 anni dall’ultima replica e ventisei da quando è stato scritto. Un testo a due personaggi, visionario, comico e contemporaneo, scritto in slang romano. Una fermata d’autobus in una strada abbandonata e poco identificabile se non fosse per il prato di cicche e le tracce di rifiuti: cartacce spazzate dal vento, lattine di coca-cola schiacciate, qualche volantino elettorale. Due ragazze aspettano un autobus, la matta Sonia e l’ingenua Maria. Un autobus che forse non prenderanno mai. Sonia e Maria, profondamente sole, ascoltano della musica in un pomeriggio qualsiasi, in una periferia qualsiasi, incapaci di uscire dal proprio tracciato percorso. Un testo estremamente attuale, divertente, con ritmi e tormentoni e al tempo stesso tratta la solitudine delle periferie e l’adolescenza, attraverso una scrittura visionaria, pittorica e, poetica.
“Ragazze al muro”, di Eleonora Danco, con Eleonora Danco e Beatrice Bartoni, luci Paride Donatelli, musiche scelte da Marco Tecce, assistente alla regia Alice De Luca. A Roma, Teatro Vascello, dal 4 al 7 aprile.
ROTTA VIRTUALE PER L’ESILIO
Un progetto teatrale interamente sviluppato per visori di realtà virtuale. Il pubblico, indossato il visore, percepirà di essere all’interno e di essere parte dello stesso ambiente nel quale agiscono i personaggi. Attraverso una combinazione di tecnologie all’avanguardia, paesaggi sonori immersivi, lo spettacolo esplora l’intricata connessione tra memoria, sensi, percezione del mondo, manipolazione e coscienza, nonché una visione del mondo intrinsecamente femminile. Tre lavoratori della parola, Lina Prosa, Tino Caspanello e Turi Zinna, invadono il campo della realtà virtuale per congegnare un’esperienza immersiva multidimensionale che sfuma i confini tra l’intimo e il politico, tra il simulato e il concreto, tra l’ora e l’allora, un’esperienza che confonde i confini tra la stessa realtà virtuale e la performance.
“Una fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio”, drammaturgia Lina Prosa, Tino Caspanello, Turi Zinna, progetto drammaturgico, post produzione e regia Turi Zinna, attori in video 360° stereoscopico Barbara Giordano, Marcello Montalto, Chiaraluce Fiorito, Giovanni Arezzo, Valentina Ferrante, attori in scena Valentina Ferrante, Turi Zinna, musiche originali e ingegneria del suono Giancarlo Trimarchi, costumi Vincenzo La Mendola. Produzione Retablo Dreamaturgy Zone. A Catania, via del Principe 20, dall’1 al 7 aprile; ad Arzachena (SS), AMA – Auditorium multidisciplinare Arzachena, il 19 aprile; a Cagliari, Teatro Massimo, il 20.
HYBRIS DI ANTONIO REZZA
«Come si possono riempire le cose vuote? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? La porta…perché solo così ci si allontana. Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre sul nulla e chiude sul nulla. Divide quello che non c’è… intorno un ambiente asettico fatto di bagliori». In scena la nuova dirompente creazione dei due artisti Antonio Rezza e Flavia Mastrella, massimi esponenti del teatro di ricerca, autori di rappresentazioni dissacratorie e innovative, artisti unici «per folle e lucida genialità» come recita la motivazione del Leone d’Oro alla Carriera ricevuto nel 2018.
“Hybris” di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Antonella Rizzo, Daniele Cavaioli e con la partecipazione straordinaria di Cristina Maccioni, disegno luci Daria Grispino. Produzione RezzaMastrella, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Teatro di Sardegna. A Città di Castello, Teatro degli Illuminati, il 3 aprile; a bari, teatro Kismet, il 21 e 22.
L’AMICA GENIALE A FUMETTI
Chiara Lagani recita in scena i testi di Elena Ferrante nella riduzione che ne ha fatto per il fumetto composto assieme a Mara Cerri. Alle sue spalle corrono i disegni animati tratti dal libro, per dar corpo e volto ai momenti evocati dalle parole del racconto. La storia, tratta dal fumetto di Cerri e Lagani sull’Amica geniale, è quella dell’amicizia tra due donne e segue passo dopo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto.
Sullo sfondo è la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il fumetto è incentrato sull’infanzia e l’adolescenza delle protagoniste, a partire dall’episodio fondativo della loro amicizia: le due amiche, bambine, gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle.
“L’amica geniale a fumetti”, con Chiara Lagani, luci, musiche e regia Luigi De Angelis. Produzione E / Fanny & Alexander. A Pesaro, Chiesa dell’Annunziata, per il festival TeatrOltre, il 4 e 5 aprile.
IL CIGNO DI ALESSANDRO SCIARRONI
Op. 22 No. 2 si affida al poema sinfonico del compositore Jean Sibelius “Lemminkäinen Suite” e in particolare al terzo movimento, “Il cigno di Tuonela” basato sul poema epico Kalevala della mitologia finlandese. La musica qui dipinge l’immagine di un cigno mistico che nuota intorno a Tuonela, l’isola dei morti. Il protagonista Lemminkäinen è incaricato di ucciderlo, ma sulla strada viene colpito da una freccia avvelenata e muore. Da questa immagine Alessandro Sciarroni costruisce un nitido e intenso ritratto femminile sul corpo che, tra fragilità e forza, sfida le avversità. Op. 22 No. 2 è un solo creato per Marta Ciappina, danzatrice con la quale il coreografo collabora da diversi anni. Commissionato dal Festival Bolzano Danza (premiere 29 luglio 2022).
“Op. 22 No. 2”, di Alessandro Sciarroni, con Marta Ciappina, costumi Ettore Lombardi, cura, promozione e sviluppo Lisa Gilardino. Commissione Festival Bolzano Danza | Tanz Bozen. Produzione MARCHE TEATRO, Corpoceleste_C.C.00#. A Firenze, Cango, per il festival Democrazia del Corpo, il 5 e 6 aprile.
UNA SPLENDIDA BELLIGERANZA
Una commedia sul devastante quieto vivere di una famiglia che vorrebbe odiarsi quel tanto che basta per definirsi normale, ma è difficile odiarsi per chi non è mai riuscito a dirsi nemmeno un “ti voglio bene”. È “Questa splendida non belligeranza. Una storia così, poi così e infine così”, satira frizzante vincitrice del Premio Inbox 2022, scritta e diretta da Marco Ceccotti. Sul palco un padre, una madre e un figlio. Il primo, pacifista emotivo, si guadagna da vivere decorando sanitari per dittatori sanguinari mentre la seconda, ironizzatrice cronica, cerca la felicità nei libri horror. Il figlio Luigi, è ossessionato dalla morte e racconta finali di libri e di film a persone in fin di vita. La famiglia vive in uno stato di tranquillità e pace che la distrugge, conducendo un’esistenza fondata sul non detto, sul non fatto, sul non essere abbastanza, sul non conoscersi e sul non riuscire a comunicare.
“Questa splendida non belligeranza”, scritto e diretto da Marco Ceccotti, con Giordano Domenico Agrusta, Luca Di Capua, Simona Oppedisano, supervisione di Lucia Calamaro e Graziano Graziani, disegno luci di Camila Chiozza, costumi di Stefania Pisano. Produzione Teatro Metastasio in collaborazione con Consorzio Altre Produzioni Indipendenti. A Firenze, Teatro Cantiere Florida per Materia Prima Festival, il 4 aprile.
TANGO GALA
Otto tangueros argentini e italiani per una serata di tango di raffinatezza e incredibile tecnica. Il coreografo e direttore artistico della compagnia Naturalis Labor Luciano Padovani, riporta in scena il tango, quello vero, autentico, ma coniugato – come sua abitudine ormai – con le invenzioni sceniche e drammaturgiche che da anni contraddistinguono il suo lavoro di coreografo. “El tango es un romance de amor y seducción que dura tres minutos”. La musica dal vivo è eseguita e interpretata dai Tango Spleen Cuarteto, ensemble molto conosciuto e apprezzato sia in Italia che in Europa, con un programma che spazia dal viejo tango a Pugliese e Piazzolla.
“Tango gala”, ideazione, coreografie e regia Luciano Padovani, di e con Matteo Antonietti y Ravena Abdyli, Celeste Rey y Sebastian Nieva, Samuele Fragiacomo y Sara Paoli (Loredana De Brasi), Roland Kapidani y Roberta Morselli, musica dal vivo Tango Spleen Cuarteto, Mariano Speranza pianoforte e voce, Francesco Bruno, bandoneon, Davide Simonelli, violino, Vanessa Matamoros, contrabbasso; luci Thomas Heuger e Alberto Salmaso. Produzione Compagnia Naturalis Labor realizzata per il Teatro Stabile del Veneto. A Cremona, Teatro Ponchielli, il 4 aprile.
Fino al prossimo 21 aprile il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita “Brassaï. L’occhio di Parigi”, la mostra realizzata…
Fino al 24 febbraio l’installazione site specific dell’artista marocchina Meriem Bennani dà forma a una misteriosa sinfonia attivata da molteplici…
Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…