In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 6 al 12 novembre.
KOR’SIA E IACOZZILLI A ROMAEUROPA
Tra gli appuntamenti del festival Romaeuropa, in prima nazionale Mount Ventoux, del Collettivo Kor’sia, fondato da Antonio de Rosa e Mattia Russo. La coreografia rivisita Ascesa al monte ventoso, l’opera che Francesco Petrarca scrisse nel 1336: una lettera – almeno in apparenza – che racconta l’ascesa su una montagna in un pomeriggio qualsiasi di aprile. Sotto questa linea tematica apparentemente semplice, Petrarca offre un’alternativa alla fede del mondo, una sfida alle tentazioni che incontriamo nel perseguire la verità, un viaggio ascendente dell’umanità per lasciarsi alle spalle gli anni bui del Medioevo e determinare un nuovo paradigma del vivere umano: l’umanesimo. Gli italo-spagnoli Kor’sia, traghettano il testo nel presente e nelle sue urgenze di cambiamento. L’incertezza del futuro diventa chiave per un risveglio collettivo, come quello invocato da Petrarca. Un mantra, attraverso il quale Kor’sia vuole risignificare parole oggi importanti: salire la montagna, recuperare i nostri valori (all’Auditorium Parco della Musica, l’11 e 12 novembre. Coproduzione REF).
Fabiana Iacozzilli, dal 2008 alla guida della compagnia Lafabbrica, si è imposta all’attenzione nazionale attraverso un teatro sorretto da un fortissimo impianto visivo e scenotecnico. Su questa sapienza poggia anche La Classe (Trilogia del vento) – un docupuppets per marionette e uomini, spettacolo vincitore del bando CURA 2018 e finalista per Teatri del Sacro e per il Premio Dante Cappelletti 2017. Facendo riferimento a La Classe Morta di Tadeusz Kantor, Iacozzilli indaga il rapporto tra la nostra infanzia e il nostro diventare adulti: cosa rimane dentro di noi delle esperienze e delle cose che impariamo da bambini? (al Teatro Vascello, dal 7 al 9 novembre. Produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Carrozzerie n.o.t).
QUEL MISANTROPO DI LUCA MICHELETTI
La regista Andrée Shammah torna a Molière con Il misantropo, “una storia d’amore, un amore-possesso, una nevrosi. Un tema moderno come non mai”, con protagonista Luca Micheletti. Un’edizione fresca dell’opera che, al suo debutto al Teatro della Pergola di Firenze (Maggio 2023), è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico, nelle cinque repliche, tutte esaurite. Sul palco Luca Micheletti nelle vesti di un Alceste, in costume scuro al centro di un mondo popolato da personaggi vestiti in colori pastello a simboleggiare una società variegata nella forma, ma omologata nella sostanza. Accanto a lui una straordinaria compagnia. In scena c’è la ‘disperata vitalità’ di un uomo solo davanti al potere, solo davanti ai benpensanti; un uomo folle deriso dalla società, ma in realtà l’unico capace di cogliere la follia di chi lo circonda.
“Il misantropo”, di Molière, progetto e collaborazione alla traduzione di Andrée Ruth Shammah e Luca Micheletti, regia Andrée Ruth Shammah, traduzione Valerio Magrelli, con Luca Micheletti e Matteo Delespaul, Pietro De Pascalis, Angelo Di Genio, Filippo Lai, Francesco Maisetti, Marina Occhionero, Emilia Scarpati Fanetti, Andrea Soffiantini, Vito Vicino, Maria Luisa Zaltron, Corrado D’Elia, scene Margherita Palli, costumi Giovanna Buzzi, luci Fabrizio Ballini, musiche Michele Tadini. Produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana. A Milano, Teatro Franco Parenti, dall’8 novembre al 3 dicembre.
ALVIN AILEY II A MODENA
La rassegna ModenaDanza del Teatro Comunale di Modena, si apre il 7 novembre, con la compagnia americana Ailey II. La formazione dei giovani talenti fondata nel contesto del newyorkese Alvin Ailey American Dance Theater, è oggi una delle più importanti rappresentanti della danza moderna americana e dell’unicità dell’esperienza culturale afroamericana. A Modena si vedranno quattro successi originali del repertorio, fra i quali due in prima italiana (Freedom Series e un estratto da The Lark Ascending), e il capolavoro di Alvin Ailey Revelations. Freedom Series, un paesaggio di ricordi disegnato da Francesca Harper attraverso una serie di vignette fra memoria storica e visione del futuro; The Lark Ascending, un brano di repertorio lirico e romantico costruito da Ailey sulla Romanza per violino e orchestra di Ralph Vaughan Williams; The Hunt, un’atletica coreografia per sei uomini firmata da Robert Battle che rivela il lato predatore della natura umana e il brivido primitivo della caccia; Revelations, infine, è un classico intramontabile e un tributo al patrimonio culturale afroamericano rappresentato da Alvin Ailey sulle note di spirituals, blues e gospel tradizionali.
BACK TO MOMIX
Inizia da Roma, ospite dell’Accademia Filarmonica Romana (al Teatro Olimpico dal 7 al 19 novembre) la tournée italiana della celebre compagnia statunitense fondata da Moses Pendleton. Il titolo è una festa fra Momix e il suo pubblico. Otto i danzatori illusionisti daranno vita a uno spettacolo dinamico, surreale e ironico. Saranno interpreti dei più significativi estratti dei grandi classici che hanno segnato la storia della compagnia, restituiti sul palcoscenico con una nuova intensità.
Fra questi troviamo Moon Beams, Table Talk di solito interpretato da un danzatore, questa volta affidato a Jessica Adams. Diversi poi gli estratti da Botanica, divenuto un classico dei Momix, che nasce dalla passione per la natura di Pendleton. “Mi sono ispirato per prima cosa a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni”, racconta il coreografo che arricchisce il panorama sonoro dello spettacolo con numerose diverse fonti sonore, oltre al classico Vivaldi.
In programma anche Baths of Caracalla da Momix ReMIX, omaggio a Roma, Lunar Sea spettacolo ispirato al paesaggio lunare e alle sue particolari atmosfere, diverse coreografie dallo spettacolo nato per festeggiare i 35 anni della compagnia, e, infine una novità, Red Dogs, che prende spunto dai celebri Balloon Dogs dell’artista statunitense Jeff Koons e vede sulla scena enormi cani rossi gonfiabili su cui Pendleton realizza una coreografia divertente. Lo spettacolo, dopo Roma, prosegue la tournée a Firenze (22-26 novembre Teatro Verdi), Salerno (29 novembre – 3 dicembre, Teatro Giuseppe Verdi) e Civitanova Marche (Teatro Rossini, 6-7 dicembre).
IL FRIGO DI COPI
Comicità irriverente, situazioni al limite dell’assurdo e del grottesco, funambolici travestimenti attraverso i quali L, il protagonista e unico attore in scena, riesce a dar vita all’inesistente: sei personaggi immaginari che non rappresentano che le sue ossessioni, i suoi incubi. Egli è confinato nella propria stanza ove è presente un unico oggetto, un frigorifero. Il frigo, testo del 1983 del drammaturgo franco-argentino Copi – pseudonimo di Raúl Damonte Botana nato a Buenos Aires nel 1939, morto a Parigi nel 1987 – è un atto unico nel quale un solo attore interpreta sei personaggi diversi, e che si può considerare un classico della drammaturgia del Novecento. A interpretarlo è Massimo Verdastro che firma anche la regia assieme a Giuseppe Sangiorgi.
La traduzione del testo è di Luca Coppola e Giancarlo Prati, rispettivamente, regista teatrale e attore, che nel luglio del 1988 furono trovati morti su una spiaggia vicino Mazara del Vallo, in Sicilia, crivellati di colpi, 31enne il primo, 45enne il secondo, in memoria dei quali su iniziativa del critico di teatro Franco Quadri venne istituito nel 1990 il Premio Coppola-Prati. (A Napoli, Ridotto del Mercadante, dal 7 al 12 novembre. Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale).
OVER DANCE PER OURAMDANE E PRELJOCAJ
Per la riapertura del Teatro Rossini a Pesaro, capitale italiana della cultura 2024, lo spettacolo inaugurale di Stagione Capitale Danza, è Over dance, nuova creazione per la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto di due rinomati coreografi quali Angelin Preljocaj e Rachid Ouramdane che affrontano il tema della trasformazione del corpo con una serata con interpreti senior (dai 65 ai 79 anni). Il progetto, poetico e permeato da domande universali, è composto da due performance Un jour nouveau di Ouramdane, e Birthday Party di Preljocaj.
“Non c’è danza senza corpo e non c’è corpo che non invecchi. L’invecchiamento del corpo – dichiara Ouramdane – è spesso percepito come una regressione, eppure molti danzatori si sono reinventati invecchiando. Non sembra una fine ma piuttosto un inizio, come un’eco di una canzone di Etienne Daho, Le premier jour du reste de ta vie, che evoca il passare del tempo e l’inizio delle cose. Questo antagonismo l’ho percepito nel mio incontro con Herma Vos e Darryl E. Woods, che hanno già una lunga carriera artistica”.
“Ogni anno – prosegue Preljocaj -, in un giorno fisso, il nostro compleanno aggiunge un’unità al conto della nostra esistenza. Ma qual è l’età di un corpo? Si tratta dell’età biologica o di quella legata alla pratica della sua attività? È l’età che gli altri gli attribuiscono o quella che l’essere in questo corpo sente? Volevo condividere questa domanda con persone che hanno avuto il privilegio, e in un certo senso la possibilità, di attraversare diverse età della vita. In questo progetto gli interpreti, di età compresa tra i 67 e gli 80 anni, cercano di rispondere, e potrebbero ben riecheggiare la frase di Spinoza “l’anima è un pensiero del corpo”.
BOOMERS, LA BALLATA DI MARCO PAOLINI
Marco Paolini porta in scena un gioco di memoria, una mescolanza tra virtuale e reale, una ballata ribelle resa straordinaria dalla voce di Patrizia Laquidara.
Sul palcoscenico conflitti, dinamiche, percorsi, errori storici, occasioni perdute di una generazione, quella dei boomers, uomini e donne nati durante il boom demografico tra gli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta. Persone che hanno avuto un impatto pesante sul pianeta sia in termini ecologici che tecnologici ed economici, ma che allo stesso tempo hanno saputo produrre menti brillanti, personalità, energie e idee che quell’impatto hanno cercato di combatterlo. Boomers è una ballata ‘teatral-cybernetica’, un nuovo album dei racconti dove la memoria collettiva di una generazione viene trasformata in scenari da videogioco “vietati ai minori di 48 anni non accompagnati”. Boomers è anche la storia di un dialogo interrotto tra generazioni, un rapporto padri e figli sfilacciato che si riallaccia in un mondo virtuale. Protagonista indiscussa è la musica.
In scena l’ensemble di musicisti formato da Luca Chiari, Stefano Dallaporta, Lorenzo Manfredini. Strumenti che accompagnano la voce di Patrizia Laquidara. Lei, nei panni della Jole, è il personaggio mitico degli Album, ex partigiana, ex prostituta che gestisce il bar al centro di tutte le storie. Lui, Marco Paolini, è ancora una volta il narratore che dà corpo e voce ad un coro di personaggi.
“Boomers”, testi Marco Paolini, Michela Signori, consulenza alla drammaturgia Marco Gnaccolini, Simone Tempia, con Marco Paolini, Patrizia Laquidara e con Luca Chiari, Stefano Dallaporta, Lorenzo Manfredini, regia Marco Paolini, canzoni originali Patrizia Laquidara, musiche di scena originali Alfonso Santimone, disegno luci e progetto scenografico Michele Mescalchi. Produzione Michela Signori, Jolefilm, TSV – Teatro Nazionale. A Treviso, Teatro del Monaco, dal 9 al 12 novembre. In tournée.
RAMIFICAZIONI FESTIVAL IN CALABRIA
“Confini Uniti” è il concept che guida la seconda edizione di Ramificazioni – primo festival della danza d’autore in Calabria, con la direzione artistica di Filippo Stabile – che punta a indagare il tema dei confini attraverso il concetto di ospitalità.
Fino al 27 dicembre un calendario itinerante, ricco di appuntamenti distribuiti lungo oltre 60 giorni di programmazione che vedono protagonisti nomi di primo piano e giovani emergenti del panorama nazionale e internazionale della danza: dalla Compagnia Zappalà Danza a Spellbound Contemporary Ballet, da Equilibrio Dinamico a Create Danza, passando per i francesi della Cie MF e per le coreografie del talento belga Brendon Lagaert, e tanto altro ancora. 18 spettacoli che coinvolgono 14 diverse compagnie, lungo 4 province e 6 città.
In cartellone, il prossimo 10 novembre, al Teatro Manfroce di Palmi (RC), Roberto Zappalà, tra i più importanti coreografi italiani, presenta, al Teatro Manfroce di Palmi (RC), Cultus, la sua ultima creazione, con cui Zappalà ritorna prepotentemente alla sua danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali ma anche atonali, esplosivi ma anche poetici e intimi, ispirato dalle musiche di David Lang e di Bach e dalle parole di Hans Christian Andersen. L’11 novembre, a Polistena, Chat – Keep In Touch, una produzione della compagnia Cornelia, con le coreografie di Nicolas Grimaldi Capitello, che esplora il cambiamento dei modi di vivere causato dall’utilizzo sfrenato dei social media. Il programma completo sul sito ramificazionifestival.it.
PANZETTI E TICCONI A NUORO
I performer Panzetti / Ticconi – dopo i debutti al Torinodanza Festival e al Romaeuropa Festival – tornano in Sardegna (al Teatro Eliseo di Nuoro, il 7 e 8 novembre) nel cartellone di AutunnoDanza29, per presentare Insel, una nuova produzione Fuorimargine con partner internazionali. Insel, in italiano ISOLA è una creazione coreografica e sonora per 4 performer e la voce di Gavino Murgia, ispirata alla tradizione tecnica del Cantu a Tenore, originaria della Sardegna. INSEL sceglie una condizione geografica, l’isola, per rappresentare una condizione esistenziale, l’isolamento; da iconici esempi letterari quali Robinson Crusoe e La Tempesta di Shakespeare, lo spettacolo costruisce uno spazio fittizio di isola deserta richiamando il personaggio del naufrago o dell’esule, per volgere lo sguardo all’individuo e all’inevitabile incontro con la propria ombra. Programma completo al sito fuorimargine.eu.
MULINOBIANCO
Lo spettacolo della compagnia Babilonia Teatri, si interroga sulla relazione che abbiamo instaurato con il pianeta che abitiamo, a quanto pare l’unico abitato, nonché l’unico abitabile nell’intero universo. Due bambini soli sulla scena. Due bambini parlano ad una platea di adulti. Due bambini ci raccontano il loro punto di vista sul futuro del mondo. Lanciano proclami e provocazioni. Ci incalzano e ci beffano.
“Viviamo un mondo in cui sembra impossibile trovare un equilibrio tra naturale ed artificiale”, scrivono gli autori Enrico Castellani e Valeria Raimondi. “Quasi che questa dicotomia sia impossibile da gestire. Da una parte la modernità, le fabbriche, gli elettrodomestici, i veleni chimici, la tecnologia e dall’altra parte le tradizioni da riscoprire, l’orto da coltivare dietro casa, il biologico, il biodinamico, la vacanza wild, la marmellata fatta in casa. Noi ci troviamo nel mezzo, ognuno con il suo grado di consapevolezza e di ignoranza”.
“Mulinobianco, back to the green future”, di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, con Ettore Castellani e Orlando Castellani, e con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Luca Scotton, luci, audio direttore di scena Luca Scotton Vfx video Francesco Speri. Produzione Babilonia Teatri e La Corte Ospitale, coproduzione Operaestate Festival Veneto. A Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 7 al 12 novembre.
FESTIVAL DELLO SPETTATORE
L’edizione 2023 del Festival dello Spettatore (ad Arezzo, dall’8 al 12 novembre) torna a occuparsi della connessione tra arti sceniche e tecnologia, stavolta portando l’attenzione sull’Intelligenza Artificiale, le sue implicazioni etiche e le sue potenzialità a supporto della creatività. Ma l’edizione 2023 toccherà anche il tema del nostro rapporto con il volto e con il corpo, con un approccio non troppo lontano del tema reale/artificiale.
L’ottava edizione del Festival sarà caratterizzata da un susseguirsi di appuntamenti tra spettacoli, proiezioni, laboratori, incontri: giochi artificiali, immaginari, reali. Come è, d’altra parte il teatro, luogo d’eccellenza dell’immaginario, dove la finzione diviene realtà. Il festival comincia l’8 novembre con il film Enzo Jannacci – Vengo anch’io di Giorgio Verdelli. Al termine della proiezione Simone Emiliani di Sentieri Selvaggi, intervista il regista Verdelli. Per il teatro, il 12 novembre, Pagliacci all’uscita da Leoncavallo e Pirandello, di e con Roberto Latini e con Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella, Marcello Sambati. “Pagliacci”, dal libretto dell’opera di Leoncavallo e “All’uscita”, atto unico che Pirandello definisce “mistero profano”, sembrano, per struttura e doti, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche; sembrano essere una bella occasione per riflettere nel tempo di oggi attraverso i riflessi dei secoli scorsi. il programma completo su festivaldellospettatore.it.
WONDERBOYS E WALK
Firmata da Fabrizio Prolli la coreografia di Wonderboys affidata al Roma City Ballet Company (al Teatro Gioiello di Torino 7 e 8 novembre, al Teatro Puccini di Firenze, il 9), è un connubio di stili e tecniche, unendo elementi di danza moderna, contemporanea, acrobatica e urbana. Uno spettacolo Pop, con nove giovani interpreti dalle personalità forti, di danza tutto al maschile che sfida i confini del genere e rompe gli stereotipi.
La coreografia di Walk firmata da Milena Zullo è un luogo dove fioriscono e finiscono i sentimenti. È l’inizio di una nuova storia, una magnifica utopia che si fa preghiera. Walk sfida la percezione del reale, creando un universo in cui i danzatori sembrano muoversi tra il tempo e lo spazio. La coreografia dà vita a movimenti fluidi e intricati che si intrecciano come un’elegante danza di fili invisibili. I danzatori incarnano personaggi enigmatici e affascinanti, che vagano in questa dimensione “altra” con una maestria e una precisione senza eguali.
STAZIONE UTOPIA A FIRENZE
Komorebi, parola giapponese che indica la luce del sole che danza fra le foglie degli alberi, dà il titolo alla rassegna d’autunno che Stazione Utopia ha ideato per l’Autunno Fiorentino 2023 (dal 7 al 23 novembre), proponendo alle Piagge, nella residenza per anziani Il Giglio e al PARC, un ciclo di azioni performative prediligendo luoghi inconsueti dove favorire la relazione con il territorio, e le comunità che lo abitano. Attraverso vari laboratori e azioni coreografiche animate da una nuova generazione di danzatori e coreografi, il progetto dialoga in maniera fluida e simbiotica con esperienze culturali esistenti, dando corpo a pratiche di innovazione sociale e partecipazione culturale.
Il 7 novembre al PARC, il coreografo Pablo Girolami conduce i partecipanti dai 18 ai 78 anni, in un percorso intitolato 1878, un laboratorio di comunità finalizzato a pratiche di esplorazione del movimento, aperto a tutti i cittadini.
L’11 novembre, dalle 15.30 alle 18.30, la danza contemporanea irrompe al Condominio di via Liguria 10. L’edificio viene abitato da Questioni di condominio che inanella 9 brevi coreografie su 4 pianerottoli, trasformati per l’occasione in spazi performativi in cui gli abitanti e il pubblico in genere sono invitati a sperimentare una forma inedita e intima di spettacolo dal vivo.
Le performance presentate sono a cura di 9 giovani coreografe/i, alle quali si affiancano due lavori: Assai di Rosario Guerra, interprete Sofia Bonetti, e MM di Giovanni Insaudo, interpreti Veronica Galdo e Niccolò Poggini. Inoltre Last Cinderella, di Beatrice Ciattini e Niccolò Poggini e danzato da Cristina Acri, Impromptu di e con Carmine Catalano, Imma di Aldo Nolli, interpreti Matilde Di Ciolo e Francesca Capurso; In(10)sione di Isabella Giustina, interprete Beatrice Ciattini; Landscape di Alice Catapano, interpreti Matteo Capetola e Alice Catapano; Animanimale di Roberto Doveri, interpreti Aldo Nolli e Chiara Casiraghi; Looking for something di e con Paolo Rizzo e Francesca Chiesa. Eventi a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria tramite il sito stazioneutopia.com.
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