07 aprile 2025

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 7 al 13 aprile

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 7 al 13 aprile, in scena nei teatri di tutta Italia

Anagoor. Polittico dell'infamia

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 7 al 13 aprile.

Teatro e danza

Gli Anagoor e la devastazione delle Indie Occidentali

La materia d’attacco è offerta dal romanzo Trittico dell’Infamia di Pablo Montoya, autore colombiano espatriato in Europa. Protagonisti del romanzo sono tre artisti del vecchio continente operanti nel secolo della Conquista. I punti di vista cambiano, improvvisamente non è più l’altro l’oggetto delle nostre “scoperte”, ma noi stessi e il nostro modo di guardare. E l’arte siede al banco degli imputati, non solo come testimone.

Tra le opere al centro della performance 17 incisioni che descrivono la devastazione delle cosiddette Indie Occidentali e il genocidio allora in atto, senza che l’artista, Theodore de Bry, ne fosse testimone diretto. Qual è l’efficacia dell’arte tra realtà e rappresentazione? E cosa vuol dire rendere testimonianza? Qual è il ruolo dell’artista quando assiste direttamente o comunica al genocidio?

Anagoor. Polittico dell’infamia

Polittico dell’infamia”, di Anagoor, regia, scena, luci e costumi Simone Derai, drammaturgia Simone Derai, Piero Ramella, con Marco Menegoni, Piero Ramella, Monica Tonietto, Gayané Movsisyan, Aurora Rò, musica e sound design Mauro Martinuz, video Simone Derai, Giulio Favotto. Produzione Anagoor, Centrale FIES, Theater an der Ruhr, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro La Contrada. A Torino, Teatro Astra, prima nazionale, dall’8 al 13 aprile.

Babilonia Teatri e la magia di Abracadabra

Con Abracadabra Babilonia Teatri intreccia magia e morte. Si interroga sulla capacità della magia, vera o presunta, di sovvertire le leggi di natura. Si chiede se il suo immaginario possa qualcosa anche nei confronti della fine. Un vero prestigiatore, sul palco insieme a un’attrice e agli stessi registi, seduce gli spettatori. La magia sublima la realtà, la rende migliore, ci permette di guardarla con prospettive inconsuete.

Abracadabra vuole essere uno spettacolo per rendere più lieve la morte e per restituire alla magia una profondità che troppo spesso, nella nostra cultura, non le viene riconosciuta. Quotidiana e inaudita è la morte, quotidiana e inaudita è la magia. Rituali sono i riti funebri, rituali sono i riti magici. Lo spettacolo è un racconto per parole ed immagini dove i corpi fanno i conti con la temporaneità della loro presenza.

Abracadabra, Babilonia Teatri, Ph Giulia Lenzi

“Abracadabra”, di Babilonia Teatri, con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi, Emanuela Villagrossi, scene e costumi Babilonia Teatri. Produzione Teatro Metastasio di Prato. A Prato, dall’8 al 13 aprile, prima assoluta.

Quattro coreografie a DanceHaus

Per il festival Exister di Milano, un weekend di spettacoli che esplorano la condizione umana: dall’introspezione al conflitto, dalla solitudine alla speranza. Il 12 aprile: il film 24,42 di Matteo Bittante, con Giovanni Leone e Matteo Bittante: due età dell’uomo incastrato in una croce chiastica che ruota vorticosamente sul perno del continuo cambiamento; Soli Perduti – Rosso, di Patrizia Cavola e Ivan Truol, con Valeria Loprieno: una performance ispirata al concetto degli “Assoli Perduti”, descritti nel libro di Eshkol Nevo, che narra di uccelli solitari che si distaccano dalla loro rotta migratoria abituale, trovandosi lontani dal loro stormo in luoghi inaspettati; Taumata, di Mario Coccetti, produzione ASMED-Balletto di Sardegna: un lavoro che esplora la relazione tra l’umano e il divino, immergendosi nello spazio invisibile dove rito, sacro e misticismo si intrecciano.

Il 13 aprile: Hikikomorismo, di Leonardo Carletti e Hunt Cdc: un’indagine sui processi emotivi e psicologici che conducono l’individuo all’isolamento sociale, il disagio e il dissenso in risposta una società sempre più competitiva, conformista e pressante. Chiamata per cura del gatto, di Raffaella Menchetti, con Giselda Ranieri: una performance di danza basata sulla creazione di un vocabolario gestuale ispirato al libro Il dizionario dei gesti degli italiani di Bruno Munari), rubando i gesti dalle interviste video condotte da Raffaella su questo tema.

Soli perduti – rosso

Fabrizio Gifuni con Pasolini e Aldo Moro

Al Teatro Vascello di Roma appuntamento con Fabrizio Gifuni, in scena, dal 9 al 13 aprile, con due suoi spettacoli cult. A quasi vent’anni dal debutto di Na specie de cadavere lunghissimo (2004) rappresentato per dieci anni consecutivi, ideato e interpretato dall’attore, con la regia di Giuseppe Bertolucci, Gifuni ritorna alle pagine di Pie Paolo Pasolini con una nuova drammaturgia originale: Il male dei ricci, rilettura di Ragazzi di vita, interpolata e storicizzata con altri scritti pasoliniani di poesie, lettere, editoriali, interviste.

Con il vostro irridente silenzio, studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro, Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia. Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale, partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri.

 

Fabrizio Gifuni

Alle armi con Hombre Collettivo

Non pensavano di essere così attuali gli artisti di Hombre Collettivo quando hanno creato, con il suo inconfondibile linguaggio teatrale legato alla manipolazione degli oggetti, Alle armi, spettacolo portato in tournée nei mesi scorsi dalla Polonia alla Malesia. Nei tempi di “ReArm Europe” e di incremento delle spese militari, lo spettacolo ci ricorda il potere dell’industria bellica e degli investimenti sugli armamenti, e lo fa attraverso una lente precisa, quella del giocattolo, contaminando tecniche e codici, dal teatro performativo e d’immagine, al cinema hollywoodiano, al musical, alla televisione, senza mai rinunciare ad un’ironia talvolta cruda, ma salvifica, alla ricerca di un punto d’incontro tra teatro civile e teatro d’oggetti.

La regia è di Riccardo Reina, anche in scena insieme a Angela Forti, Agata Garbuio, Aron Tewelde, e Yele Canali Ferrari (a Bologna, Teatri di Vita, il 10 e 11 aprile, coproduzione Micro Macro ets, Ass. Culto. Malerba e Teatro Metastasio di Prato).

Hombre Collettivo – Alle armi

Due pietre miliari di Antonio Gades

La Compagnia Antonio Gades, diretta da Stella Arauzo erede del patrimonio culturale del grande danzatore e coreografo spagnolo di cui porta il nome, uno dei massimi interpreti novecenteschi del flamenco, sarà in scena, l’11 aprile al Teatro Comunale di Vicenza, nell’ambito di Danza in Rete Festival.

Il programma prevede due titoli di culto firmati da Antonio Gades, due pietre miliari della produzione della Compagnia, la sola autorizzata ad allestire le opere di danza popolare spagnola e flamenco del maestro: Nozze di sangue (1974) un omaggio a Federico Garcia Lorca e all’omonima tragedia di amore e gelosia del poeta spagnolo (Bodas de sangre del 1933), e Suite flamenca, una serie di sette brani (soli, passi a due, balli di gruppo) che rappresentano al meglio l’estetica e l’interpretazione del baile flamenco secondo la concezione di Gades, una creazione “enciclopedica” diventata nel tempo un classico assoluto.

Bodas de Sangre ©Pedro Puente

Ariella Vidach e l’habitat metropolitano

Si avvia alla chiusura l’ottava edizione di FOG Performing Arts Festival, il progetto di Triennale Milano dedicato all’esplorazione delle nuove frontiere della live art internazionale. Il 12 e 13 aprile a Parco Sempione l’appuntamento è con la prima assoluta della nuova tappa del progetto Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione, realizzato da Ariella Vidach in collaborazione con FOG: pensato appositamente per lo spazio pubblico, il format interagisce con la quotidianità dell’habitat metropolitano attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. Grazie a una piattaforma web interattiva creata appositamente, il pubblico potrà geolocalizzarsi e prendere parte in prima persona all’azione collettiva seguendo i performer nell’area attorno all’Arco della Pace.

FOG Ariella Vidach – Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione © Lorenza Daverio

Il Cosmo della Compagnia eVolution dance theater

La Compagnia eVolution dance theater chiude, il 10 aprile, il cartellone di danza del Teatro Celebrazioni di Bologna con il loro ultimo spettacolo Cosmos. Fondata dal coreografo americano Anthony Heinl, che la dirige assieme alla coreografa e danzatrice italiana Nadessja Casavecchia, e formata da danzatori, illusionisti, contorsionisti e ginnasti, eVolution dance theater mescola la danza all’acrobazia e alla magia, mettendo insieme arte, scienza e innovazione tecnologica.

Cosmos è un viaggio immaginario attraverso luoghi sconosciuti in cui la scienza cede il passo all’immaginazione, una riflessione sulla bellezza dell’universo: pianeti, stelle, galassie e lo spazio che li unisce e separa. Figure fantastiche, fluttuanti e poetiche si muovono all’interno di spazi immaginifici e si trasformano in esseri luminescenti che galleggiano in un universo etereo.

© MoniQue Foto Monica Condini – COSMOS Teatro Sociale Trento 7 dicembre 2024

Sei anziani acrobati tra circo classico e danza contemporanea

Prosegue con due ospiti internazionali il programma di Resistere e Creare, la XI rassegna internazionale di danza a cura di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, a Genova. L’11 e 12 aprile, a Teatri di S. Agostino, dal Belgio la prima nazionale di Glorious Bodies di Piet Van Dycke, uno spettacolo che smantella i cliché sull’invecchiamento e viaggia sul confine tra circo classico e contemporaneo. In scena sei acrobati tra i 55 ei 67 anni, ognuno con un passato nel circo (più) classico; una storia del circo archiviata nel corpo che fa luce sul processo di invecchiamento in un modo unico.

Il 13 aprile, data unica per il collettivo italo belga Poetic Punkers, con Mario E Maria- Il turista del sentimento, una tragedia comica dagli accenti pop, poetica e dissacrante. Una satira contemporanea tra parola e corpo che esplora il tema del potere, demolisce gli stereotipi del machismo e immagina vie d’uscita verso l’emancipazione.

Circumstances glorious bodies – Ph Heroen Bollaert

I sintomi dello sgretolarsi di una famiglia perfetta

Acronimo di Non Erosive Reflux Desease, N.E.R.D., in medicina, indica il classico bruciore di stomaco, fastidioso ma apparentemente innocuo. E questa commedia nera di Bruno Fornasari ne porta in scena, come recita il titolo, i sintomi.

C’è una famiglia tradizionale alle prese con la rocambolesca detonazione di anni di silenzio, egoismi, rivalità. In un’ora di delirio dal ritmo serrato, assistiamo allo sgretolarsi di un’immagine perfetta e irreale. In un agriturismo famoso per banchetti e cerimonie, padre, madre e quattro figli maschi, nel cinquantesimo anniversario di matrimonio, insieme ad altri parenti e conoscenti, si ritrovano per festeggiare. Con un finale sorprendente la rappresentazione rassicurante e solida dell’universo famigliare si sgretola sotto le leggi della conservazione della specie.

N.E.R.D.s © Arianna Carone

“N.E.R.D.s – sintomi”, un progetto di Amadio / Fornasari, testo e regia Bruno Fornasari, con Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Riccardo Buffonini, Umberto Terruso, scene e costumi Erika Carretta. Produzione Teatro Filodrammatici di Milano. A Brescia, Teatro Borsoni, dall’8 all’11 aprile.

Il lavoro come materia informatica da organizzare

Attore e regista veronese, tra i finalisti del Bando Registi Under 30 alla Biennale Teatro di Venezia 2017, Jacopo Squizzato è in scena con Scandisk, primo testo della trilogia di Vitaliano Trevisan Wordstar(s), edita da Sironi nel 2004. Trevisan è stato uno dei protagonisti assoluti, per quanto spesso da una posizione defilata e scomoda, del panorama letterario di questi ultimi venti anni, con la sua raffinata scrittura-bisturi che ha fatto emergere con nitore e crudezza il lato più scuro dell’immaginario della sua terra d’origine, il Nordest.

In questa trilogia Trevisan si misura con il tema del lavoro e della memoria individuale, trattandola come se fosse una materia informatica da organizzare. In Scandisk gli operai di un magazzino di prodotti metallici, mentre spostano e riordinano pile di bancali, progettano un “colpo” che dovrebbe permettere loro di cambiare radicalmente vita, eliminare gli errori e fare tabula rasa.

Scandisk ph. Vladimir Bertozzi

“Scandisk”, di Vitaliano Trevisan, regia Jacopo Squizzato, con Mauro Bernardi, Beppe Casales, Jacopo Squizzato, scene e costumi Alberto Favretto, musiche e sound design Andrea Gianessi, disegno luci Tiziano Ruggia. Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale. A Modena, Teatro delle Passioni, fino al 13 aprile.

La Danza cieca di Virgilio Sieni

Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello, il danzatore non vedente con cui il coreografo ha condiviso anni di ricerca e iniziazione al movimento, sono i protagonisti dello spettacolo Danza cieca (a Roma, Auditorium Parco della Musica, il 9 aprile, nell’ambito del Festival delle Scienze), su musiche originali eseguite dal vivo di Spartaco Cortesi.

«La performance esplora la natura del gioco quale dispositivo poetico e creativo che apre, e chiudendo, ogni tratto del movimento. La danza nasce dall’incontro dei due corpi, dove la dilatazione dei tempi, lo sguardo rivolto allo spazio tattile e l’essere adiacenti l’uno all’altro danno vita a un continuum di postura e avvicinamenti che trasformano il corpo in un atlante inesauribile di luoghi democratici. Danza cieca si fonda sullo spazio aptico tra i due interpretati e l’alone di energia che i movimenti creano intorno a loro. L’aura comprende l’essenza della persona capace di raccogliere in sé l’indicibilità della sua origine».

DANZA CIECA, ph. Paolo Porto

La buona novella di Fabrizio De André

Di taglio esplicitamente teatrale, costruito quasi nella forma di un’opera da camera, La buona novella è il primo concept-album di Fabrizio De André, con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Da questa base prende le mosse la versione teatrale con Neri Marcorè nello spettacolo di teatro canzone diretto da Giorgio Gallione (dall’8 al 10 aprile al Teatro dell’Aquila di Fermo; e dall’11 al 13 al Teatro della Fortuna di Fano).

Lo spettacolo – arrangiamenti e direzione musicale di Paolo Silvestri – è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Faber con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal Protovangelo di Giacomo al Vangelo Armeno dell’Infanzia a frammenti dello Pseudo-Matteo. Prosa e musica, montati in una partitura coerente al percorso tracciato da De André nel disco del 1970.

La Buona Novella, Neri Marcorè, Ph Tommaso Le Pera

Socialmente e Tropicana, due spettacoli di Frigoproduzioni

Frigoproduzioni è ospite della rassegna Nuove storie con i due spettacoli (a Milano, Teatro Elfo Puccini, dall’8 al 13 aprile) che hanno segnato la poetica e il successo del gruppo nato dall’incontro di Francesco AlbericiClaudia Marsicano e Daniele Turconi.

In Socialmente (2015), un giorno o un anno di vita (la dimensione atemporale impedisce ogni cronologia esatta) di due giovani totalmente alienati. In un’allucinazione continua scorrono i sogni di successo e gli incubi di fallimento di due soggetti desiderosi di essere ma incapaci di farlo. Tropicana (2017) è un brano del Gruppo Italiano che, dopo aver dominato le classifiche dell’estate 1983, diventa un brano simbolo dell’estate tout-court, inno alla spensieratezza e ballo di gruppo.

Ma di cosa parla davvero questa canzone? Se anche l’opera d’arte deve attenersi e rispondere alle logiche del mercato, come ogni altro “prodotto”, quali diventano gli obiettivi dell’artista ed entro quali margini di libertà a questo è dato di operare? Lo spettacolo apre una riflessione sul rapporto tra arte e mercato.

Tropicana – Frigoproduzioni

Nella notte di Ennio Morricone

Premio Danza& Danza 2024 come Miglior Produzione Italiana – Grand Scale, Notte Morricone della compagnia Aterballetto, è un’opera coreografica dai linguaggi multiformi che celebra l’indelebile eredità artistica del Premio Oscar Ennio Morricone. A idearla è Marcos Morau, l’autore spagnolo, che con la sua potenza visionaria e la capacità di trasfigurare universi musicali, intreccia danza, arti visive e suggestioni cinematografiche. Morau si avvicina al repertorio iconico di Morricone omaggiandolo e liberandolo dal contesto canonico di lettura.

Notte Morricone (a Brescia, Teatro Sociale, dal 10 al 13 aprile), si svolge nel crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creatore. Solo e stordito davanti ai suoi fogli prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, facendo rivivere le storie nell’aria rarefatta della sua stanza. La notte sarà piena di visitatori, alcuni musicisti, che risponderanno alla sua chiamata creativa per registrare le sue fuggevoli idee in uno studio di registrazione improvvisato.

Notte Morricone, Ph Simoncini

I Momix danzatori illusionisti

La leggendaria compagnia americana fondata da Moses Pendleton, nello spettacolo in scena al Teatro Olimpico, fino al 13 aprile, ospiti dell’Accademia Filarmonica Romana, alternano recenti coreografie, con una novità per Roma, ai più significativi estratti dei grandi classici della loro storia. Nove i danzatori illusionisti che danno vita a uno spettacolo dinamico e surreale. In apertura alcuni estratti di Bothanica (2009), mostra tutta la passione per la natura di Pendleton; Table Talk con sulla scena solo un tavolo e un danzatore; Terme di Caracalla, omaggio a Roma da Momix ReMix; Sole Fiore Luna, ispirato al paesaggio lunare e alle sue particolari atmosfere; Red Dogs, coreografia che prende spunto dai Balloon Dogs dell’artista statunitense Jeff Koons e vede sulla scena enormi cani rossi gonfiabili; infine Floating sulle sonorità trance degli Shpongle, due coppie realizzano effetti a specchio in sensuali sculture che si muovono al rallentatore come flottando nell’aria.

Momix, Floating, Ph Quinn Pendleton

Storia di una capinera, affresco della Sicilia borghese ottocentesca

Un affresco della Sicilia borghese ottocentesca, tra scrittura introspettiva, critica sociale e partecipazione per il destino dei più deboli. È Storia di una capinera, romanzo epistolare di Giovanni Verga.

I tormenti interiori della giovane Maria costretta a farsi monaca sono al centro di una passionale narrazione. La messinscena di Guglielmo Ferro fa emergere il rigido impianto culturale e umano delle famiglie siciliane. Perché se Maria è vittima, non lo è dell’amore peccaminoso per Nino che fa vacillare la sua vocazione, ma lo è del vero peccatore “verghiano”: il padre Giuseppe Vizzini. Padre che, rimasto vedovo, manda in convento a soli sette anni la primogenita, condannandola all’infelicità. Un uomo che per amore, paura e rispetto delle convenzioni, causa alla giovane morte del corpo e dello spirito.

“Storia di una capinera”, di Giovanni Verga, con Enrico Guarneri, Nadia De Luca, Emanuela Muni, Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino, Liborio Natali, scene Salvo Manciagli, musiche Massimiliano Pace, costumi Sartoria Pipi. Produzione Progetto Teatrando. A Firenze, Teatro della Pergola, dall’8 al 10 aprile.

Wonder Woman, storia di una verità, di una lotta, di uno scontro

Questa storia comincia da un fatto di cronaca, uno stupro di gruppo, e da una sentenza – poi ribaltata – che ha rovesciato i ruoli: la vittima è diventata imputata, non è stata creduta perché “troppo mascolina” per essere stuprata. È una storia che parla di una verità da rivendicare, di una lotta, di uno scontro. Di una ricerca: la vicenda della ragazza, Wonder Woman contemporanea, si intreccia a quella dell’ideatore di quest’eroina dei fumetti, lo psicologo William Moulton Marston che inventò la macchina della verità.

«Wonder Woman è un flusso di parole senza interruzioni – scrive il regista Antonio latella – che corre, palpita e a volte quasi s’arresta come il cuore della ragazza, sottoposta a continui interrogatori, richieste, spiegazioni che la violenza subita non può rendere coerenti, logiche e senza contraddizioni».

Wonder Woman ph Andrea Macchia

“Wonder Woman “, regia Antonio Latella, con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti, costumi Simona D’amico, musiche e suono Franco Visioli, movimenti Francesco Manetti e Isacco Venturini. Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, in collaborazione con Stabilemobile. A Perugia, Teatro Morlacchi, dall’8 al 10 aprile.

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