In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 7 al 13 novembre 2022.
PARSONS DANCE, NUOVO TOUR ITALIANO
Torna, dopo due anni di fermo forzato, la celebre compagnia americana, con i suoi quasi 40 anni di spettacoli e i suoi ballerini dalle più incredibili doti e tecniche artistiche, che trasmettono gioia di vivere. Il nuovo tour inizia al Teatro Olimpico di Roma l’8 novembre (e fino al 13) per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana e prosegue in tutta Italia a dicembre. Parsons Dance interpreta al meglio l’avvincente visione artistica del suo coreografo, David Parsons, e include nel proprio repertorio di coreografie originali – esaltate dal gioco di luci del lighting designer Howell Binkley, vincitore di un Tony Award per lo spettacolo di Broadway “Hamilton” – due nuove coreografie di Parsons che faranno il loro debutto proprio in questo tour italiano: “The Road” e “Balance of Power”.
Accanto a queste novità, tre storiche coreografie del repertorio di Parsons, adorate da sempre dal pubblico italiano: “Shining Star” creata per Alvin Ailey American Dance Theater nel 2004; “The Envelope” ideata nel 1984 sulle musiche di Rossini, che mette in scena la stravagante storia di una lettera che ritorna in continuazione al mittente per quanto questi cerchi di liberarsene; e “Caught”. Quest’ultimo elettrizzante assolo del 1982 sulle musiche di Robert Fripp, grazie a un gioco di luci stroboscopiche, crea l’illusione che il ballerino possa contrastare la forza di gravità e librarsi a mezz’aria.
Dopo Roma il tour prosegue per il mese di novembre a San Severo (FG), Teatro Verdi, il 17; il 18 a Brindisi, Teatro Verdi; il 19 al Teatro Team di Bari; dal 25 al 27 a Milano, Teatro Arcimboldi; il 29 a Genova, Politeama Genovese; il 30 a Torino, Teatro Colosseo.
RAAA, FESTIVAL DI ARTI PERFORMATIVE A BRESCIA
L’Aps Lampedée, associazione specializzata in promozione sociale nel settore musicale, nell’ambito di BAO (Brescia Arts Observatory), presenta la prima edizione di RAAA, festival di arti performative che abiterà alcuni spazi pubblici e privati nella città di Brescia (dall’11 al 13 novembre). Il festival si concentra sul rapporto tra performance e spazio pubblico, promuovendo modalità di partecipazione comunitarie e collettive nella produzione e nella fruizione delle opere e sostenendo la diffusione di pratiche pensate al di là dei confini disciplinari.
Molte le tematiche che emergono dai lavori degli artisti e delle artiste invitate: il rapporto tra suono e parola nelle performance di Alessandro Bosetti; le ultime ricerche nell’ambito dei soundscape studies e il concetto di ruralità come nuovo strumento per ripensare i modi di vita e di azione in un ambiente nel progetto di Leandro Pisano; la pratica coreografica intesa come pratica partecipata modulata sul paradigma del training e del rave, come nella performance di Salvo Lombardo; le interfacce come strumento di controllo e proiezione di un’immagine sia emotiva che sensoriale in continuo cambiamento nell’opera di Roberto Crippa ed Elisabetta Porcinai; uno studio sui comportamenti nello spazio secondo rapporti di intuizione, mimesi e simulazione nelle coreografia di Francesco Dalmasso ed Elisa D’amico.
E ancora una serie di lavori ibridi, che attraversano diversi linguaggi, di Luca Pagan, BAROKTHEGREAT; SoniCosmos in relazione con l’intervento illuminotecnico di Stefano Mazzanti, la contro-coreografia di YoY, che ripensa la danza a partire da un linguaggio scultoreo, il trio elettronico Chorus Abstracta e i dj set di Irene Bi, Luisali, Rubber Toe e Abrahm J Foa.
LA CAMERA OBSCURA DI MICHELE POGLIANI
Una pièce tra teatro e danza che il coreografo Michele Pogliani ha ideato e diretto con la sua nuova compagnia MP3 Dance Project il cui nome ambiguamente richiama sia un algoritmo digitale, sia la sua personale identità “Camera Obscura”, dal tratto decisamente autobiografico, nasce come indagine sulla memoria, le sue derive, le posture e i posizionamenti che impone al corpo. Liberamente tratto da La camera chiara di Roland Barthes, la scena è una stanza (quasi) vuota, abitata da quattro personaggi: il soggetto, l’osservatore e il fotografo a cui qui si aggiunge il regista – protagonista che proietta la sua interiorità nello spazio e sui tre personaggi. La mente del protagonista ricorda, desidera e sogna creando una sovrapposizione di immagini che ridisegna di continuo il confine tra pensiero e verità. Come nei quadri di Edward Hopper in un tempo sospeso e nello spazio definito di una camera si concretizzano storie di solitudine e di intime e personali sofferenze.
“Camera obscura”, ideazione, coreografia e regia Michele Pogliani, interpreti Michele Pogliani, Agnese Trippa, Giovanni Marino, Riccardo Ciarpella, musiche Walter Bergmann, costumi Tiziana Barbanelli, spazio scenico Marta Dellabona e Martina Galbiati, video Daniele Lazzara, Lorenzo De Marziani, luci Stefano Pirandello. A Roma, Teatro Vascello, 12 e 13 novembre; 15 novembre al Teatro Kismet di Bari all’interno della rassegna ESPLORARE 2022 e 19 novembre al Teatro Eduardo de Filippo di Arzano (NA).
ERIKA SILGONER A DANCEHAUS
Prosegue la seconda parte del Festival Exister con il nuovo lavoro della coreografa Erika Silgoner. La dicotomia tra forza creativa e distruttrice, la rappresentazione di corpi da un’espressività urlante, la bulimia creativa di Egon Schiele, si prestano a domande sulla sua breve vita, ad immaginare scenari e a riempire vuoti, a giocare con le assenze e con le ombre. Tutto accade nella sua mente. In questo scenario tre figure: l’artista, condizionato dall’estetica rappresentata da Schiele, in un dialogo annaspante con altre due, Wally, la sua musa, ed il padre. Tra queste, bascula in equilibrio instabile Schatten (ombra). «Una ricchezza creativa così vasta – dichiara Silgoner – può essere disorientante, ma forse è proprio perdendosi nel mondo di quest’artista che si può trovare qualcosa di recondito che parla di noi stessi, della nostra natura negata, delle nostre ombre».
“SCHATTEN – about Egon Schiele”, direzione Erika Silgoner, Wolfgang Piontek, drammaturgia Peter Piontek, idea e coreografia Erika Silgoner – Esklan Art’s Factory, danza e Performance Hannah Stein, Grégoire Manhes, Kacper Szlarski, musica originale Mo Heidrich, video Volker Schreiner, costumi Sabine Mech, disegno luci Jörg Finger. Produzione Commedia Futura, DANCEHAUSpiù. A Milano, in DanceHaus, il 12 novembre.
GRETA FRANCOLINI
È una danza crepuscolare che non riesce mai a trovare la consolazione di una fine se non nei termini in cui lo spettacolo deve iniziare e finire. È un tempo dedicato al non-fare presupponendo che lo show, il prodotto artistico, per esser tale debba essere fatto. È uno stato di presenza la cui presenza chiede di non essere interpellata. Questa è la dimensione in cui Greta Francolini porta, spettatrici e spettatori chiamati a scomparire in una forma di abbandono partecipativo.
“And then there were none”, di Greta Francolini, in collaborazione con Dracopampera. Produzione TIR Danza, coproduzione Teatro Akropolis, con il sostegno di Kinkaleri Spazio K, Teatri d’Imbarco_Teatro delle Spiagge, Company Blu, Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni Cango, Teatri di Vetro, PARC performing arts reasearch centre. A Genova, Teatro Akropolis, il 9 novembre.
COR HABEO DEL BALLETTO DI SIENA
Protagonista di questa produzione firmata dal coreografo Marco Batti, è il coraggio: «Quella voce che – scrive nelle note – rimbomba in tutta l’anima ed esorta ad andare avanti, a fare di più, ad agire senza indugi; quella forza d’animo connaturata che rende accettabili i propri desideri, i propri sogni, le proprie paure, le proprie incertezze, il proprio Io. Il coraggio di fare una scelta e rinunciare a tutto pur di renderla reale e concreta. Il coraggio di vivere secondo i propri ideali, semplicemente con il cuore libero. Tutto cambia e tutto muta, ma non gli attimi vissuti con passione, con l’emozione suscitata da quella determinata esperienza. Bisogna vivere con la consapevolezza che si può avere successo ma anche fallire. Qualsiasi cosa succede avere la volontà e la forza di ricominciare, ancora, sempre. Tra forza e delicatezza, fluidità e staticità, esuberanza e introversione, cinque corpi danno vita a questo continuo alternarsi tra coraggio e paura, lotta e pace, a questo continuo Yin&Yang che è la vita».
“Cor Habeo”, coreografia Marco Batti, Balletto di Siena, danzatori Elena Badalassi, Filippo Del Sal, Giorgio Otranto, Francesco Simeone, Nicole Perfigli. A Siena, Teatro dei Rinnovati, dall’ 11 al 13 novembre.
DANZANDO CON IL MOSTRO
Serena Balivo e Mariano Dammacco, sono un duo che da anni porta sul palcoscenico i chiaroscuri dell’animo umano attraverso una drammaturgia originale. A essi ora si aggiunge uno degli attori e autori più interessanti del panorama italiano, Roberto Latini. Dalle tinte gotiche lo spettacolo è «Una visione notturna – scrive Dammacco – forse un’allucinazione; forse siamo nella mente di un individuo, dinnanzi al suo match con se stesso». Gli artisti si confrontano con il “mostruoso”, quando questo irrompe nelle vite, nelle relazioni e nella quotidianità. In scena un’alta torre con un orologio, in cui si percepisce una presenza. Davanti, un pavimento rosso sul quale vivono un uomo e una donna, forse due emanazioni della mente della creatura. Vestono abiti eleganti, da gran galà, circondati da preziosi bicchieri. Forse sono stati invitati a un ricevimento, forse sono loro gli ospiti d’onore, o forse l’ospite d’onore è il tormento, il mostro che li ha invitati a danzare insieme a lui.
“Danzando con il mostro”, di e con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini, concept e parole Mariano Dammacco, musiche e suono Gianluca Misiti, luci e direzione tecnica Max Mugnai, scenografia e costumi Francesca Tunno. Produzione Infinito SRL, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Compagnia Lombardi-Tiezzi. A Bologna, Arena del Sole, dall’8 al 20 novembre.
IL PASOLINI ROMANO DI POPOLIZIO
Per la rassegna Flautissimo, classica e non solo, con in scena i grandi nomi della scrittura contemporanea, Massimo Popolizio con la sua magistrale interpretazione accompagnato dallo struggente violoncello di Giovanna Famulari, dà voce a Pierpaolo Pasolini intrecciando il racconto biografico, dal suo arrivo nella città eterna nei primi anni cinquanta fino alla sua tragica morte nel 1975, con i più celebri testi dell’autore. Attraverso “Ragazzi di Vita” e “Una vita violenta” abitiamo la realtà post-bellica delle borgate romane e dei ragazzi che le popolano, siamo immersi in uno spaccato di periferia intrisa di povertà assoluta ma anche di geniali ed esilaranti espedienti per tirare a campare. Ascoltando poi le poesie e i brani dalle raccolte Religione del mio Tempo e Scritti Corsari il poeta “profeta”, da immenso intellettuale qual è stato, attraverso la critica al perbenismo e conformismo del suo tempo individua in maniera lucida e spietata le responsabilità del degrado culturale che ancora oggi ci circonda. In Pasolini però il senso del tragico e quello del comico non si oppongono mai ma si trasformano.
“Pasolini, una storia romana”, al Palladium di Roma, l’8 novembre.
SPOSERÒ BIAGIO ANTONACCI
Con protagonista Milena Mancini, un’incursione nel tema della violenza di genere, uno spettacolo necessario e di denuncia teatrale contro un’ignobile e ancora troppo presente piaga sociale, attraverso il racconto della vita di una donna come tante altre, su cui incombe lo spettro del femminicidio. Scrive nelle note di regia Vinicio Marchioni: «La violenza di genere attraverso il racconto di una donna normale: gli affetti, il compagno, le aspirazioni, i sogni infranti e quelli mai sfumati. Una vita spezzata da un uomo, come capita ogni giorno nell’indifferenza generale e il sogno di sposare il suo cantante/idolo: non può essere normale che una donna venga uccisa, molestata o costretta a subire qualsiasi forma di violenza da uomini indegni di essere chiamati tali».
“Sposerò Biagio Antonacci”, con Milena Mancini, regia Vinicio Marchioni. Produzione Anton Art House. Dall’8 al 13 novembre A Roma, OFF/OFF Theatre.
RAFAEL SPREGELBURG
L’attore e regista Jurij Ferrini, porta in scena la pièce Premio Ubu 2011 come nuovo testo straniero di Rafael Spregelburd, autore di punta della nuova scena argentina. Dopo 15 anni di assenza – lontana da casa e da sua madre Teté – Lucrezia torna a reclamare il rene che da bambina ha donato al fratello minore Luca (in una letterina dice di averlo prestato). Pare che il marito di Lucrezia si trovi ricoverato in ospedale in dialisi e ne abbia urgente bisogno. Restituendo quel rene Luca salverebbe la vita al cognato, perdendo naturalmente la sua. La trattativa sarà da incubo, la lucidità̀ decisamente sporadica e continui colpi di scena modificheranno la trama e le vere motivazioni dei personaggi…a dettagliare ulteriormente il soggetto si rischierebbe un inaccettabile spoiler.
“Lucido”, di Rafael Spregelburg, traduzione, Valentina Cattaneo, Roberto Rustioni, regia, Jurij Ferrini, con Rebecca Rossetti, Agnese Mercati, Federico Palumeri, Jurij Ferrini, luci e suono Gian Andrea Francescutti. Produzione Progetto U.R.T. A Milano, Teatro Filodrammatici, dall’8 al 13 novembre.
LA DIFFICILISSIMA STORIA DI CICCIO SPERANZA
La storia sottolinea, con una scrittura ispirata, feroce e tenera al contempo, l’importanza di rispettare e accettare ogni corpo, al di là dei canoni estetici imposti dagli standard della società e il valore del perseguimento dei propri sogni prescindendo dalle condizioni, fisiche e sociali, in cui un essere umano nasce e cresce. Questa visione si racchiude nel concetto di body positivity.
Premio della Critica, Miglior Spettacolo, Premio Fersen, oltre alla partecipazione come finalista ai festival Direction Under 30-2020 e In-Box 2021, lo spettacolo vede al centro della vicenda, un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima delicata. Vive in una vecchia catapecchia di provincia dove sente soffocare, giorno dopo giorno, il suo sogno di danzare. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, Ciccio non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera. La scrittura ispirata, feroce e tenera al contempo del drammaturgo Alberto Fumagalli, tasta “il basso” (una complicata esistenza familiare, ai margini della società), con slanci di vera poesia. “
La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”, testo originale Alberto Fumagalli, regia Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli, con Francesco Giordano, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri, costumi Giulio Morini. Una coproduzione Les Moustaches, Società per Attori e Accademia Perduta Romagna Teatri. A Roma, Teatro Cometa Off, dal 2 al 20 novembre.
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…
Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…
Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…
Dopo otto anni di lavori, quel percorso lungo un chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti torna ad essere…