07 ottobre 2024

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 7 al 13 ottobre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 7 al 13 ottobre, in scena nei teatri di tutta Italia

Ubu di Robert Wilson

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 7 al 13 ottobre.

Danza e teatro

Bob Wilson al Campania Teatro Festival

Per il Campania Teatro Festival, al Galoppatoio della Reggia di Portici, a Napoli, il 12 e 13 ottobre debutta UBU. Ideata e diretta da Robert Wilson, UBU è una performance commissionata per la mostra Personae – Masks Against Barbarism, ispirata all’esplorazione di Joan Miró dell’opera di Alfred Jarry, curata e presentata da Imma Prieto al Museu d’Es Baluard Museu d’Art Contemporani de Palma a Maiorca. Una nuova e originale performance dal vivo che trasporta l’energia e la creazione di Alfred Jarry vista attraverso gli occhi e l’arte di Joan Miró. I

l personaggio centrale di Ubu, il leader che passa dal comico al ridicolo, dal ridicolo al grottesco, fino al tirannico, risuona con forza oggi come nel 1896 o nel 1978, ed è quindi il carburante perfetto per la genialità espressionistica dell’artista visivo e teatrale Robert Wilson.

«Non è una vera e propria opera teatrale, né un’installazione d’arte visiva – dichiara Charles Chemin -. Evitiamo le definizioni e ci concentriamo sul sollevare domande. L’Ubu Roi di Jarry, pièce teatrale realizzata a casa quando era un adolescente, prendendo in giro i suoi professori, acclamata per aver raggiunto l’universalità attraverso gli archetipi, in un processo simile, con semplicità e sovversione, la facciamo a pezzi e usiamo l’essenza dell’opera come fonte di ispirazione. Il cast è considerato come un ensemble, dove la nozione di personaggio svanisce. È tutto un atto e una danza».

Ubu di Robert Wilson

Al via, a Vicenza, la NID Platform della danza italiana

S’inaugura il 9 ottobre, e fino al 12, l’ottava edizione di NID Platform – La nuova piattaforma della danza italiana intitolata Get Back to dance. La manifestazione si svolge a Vicenza all’interno di prestigiosi monumenti palladiani (Basilica e Teatro Olimpico) e nei principali teatri della città (Teatro Comunale Città di Vicenza e Teatro Astra). Per quattro giorni, operatori nazionali e internazionali del mondo della danza e il pubblico – grande novità di questa edizione veneta – potranno assistere a dodici spettacoli, due spettacoli “fuori formato”, e sei Open Studios, ovvero progetti coreografici, in fase di lavorazione e sviluppo della durata massima di 15 minuti.

Lo scopo di NID Platform è promuovere e sostenere la migliore produzione coreutica italiana e mettere in contatto le compagnie italiane e gli operatori del settore italiani e internazionali, creando un dialogo tra produzione e distribuzione per dare visibilità alla qualità artistica della scena italiana, nel rispetto della pluralità di linguaggi e poetiche che essa esprime. La commissione italiana sceglie gli spettacoli del programma, suddivisi nelle sezioni denominate Programmazione, Open Studios e Fuori Formato e individuati nell’ambito delle oltre 150 richieste/candidature pervenute. Programma, informazioni e aggiornamenti online sul sito nidplatform.it.

Decisione Consapevole, Ph Alice Vacondio

Il Mein Kampf di Stefano Massini

Nel 1924, Hitler dava alle stampe Mein Kampf (La mia battaglia). 100 anni ci separano da quella data. Otto dal 2016, quando la Germania ne consentì la ripubblicazione, ritenendo che solo la conoscenza potesse evitare il ripetersi della catastrofe. Per anni Stefano Massini ha lavorato incrociando i testi di tutti i comizi del Führer con la prima stesura del libro-manifesto dettato dal giovane Hitler nella cella del carcere di Landsberg. Oggi consegna al palcoscenico uno spettacolo in cui Mein Kampf emerge in tutta la sua sconcertante portata, paranoica autobiografia di un invasato, convinto di poter sublimare le proprie frustrazioni in un progetto politico rivoluzionario e delirante. Dal primato della razza all’apoteosi del condottiero, alla febbre per la propaganda, va in scena l’impalcatura del nazionalsocialismo, offerto senza filtri da Massini con lo stile ossessivo, barocco ed enfatico del testo originario, in un millimetrico studio teatrale di ritmi, toni e affondi verbali del dittatore: perché la comprensione del meccanismo è l’unico antidoto al suo replicarsi.

Mein Kampf di e con Stefano Massini Ph Masiar Pasquali

Mein Kampf”, di e con Stefano Massini, da Adolf Hitler, scene Paolo Di Benedetto, luci Manuel Frenda, costumi Micol Joanka Medda, ambienti sonori Andrea Baggio. Produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana. A Milano, Teatro Strehler, dall’8 al 27 ottobre. Prima assoluta.

Al via il Festival delle Colline Torinesi

Trentesima edizione del Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea – la storica rassegna teatrale, diretta Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla e organizzata da TPE – Teatro Astra, dal 12 ottobre al 10 novembre, con 7 prime nazionali, 6 produzioni, 15 spettacoli, 28 giorni di programmazione e 52 recite. Il Festival prosegue, per il quarto anno, il suo nuovo cammino di festival d’autunno ribadendo il rapporto con la creazione contemporanea anche grazie alla partnership progettuale con la Fondazione Merz, nei cui spazi, specie durante l’Art Week, avranno luogo appuntamenti di teatro più performativo e/o sperimentale.

Si inaugura con El Conde de Torrefiel e la performance La luz de un lago, una luce che, in un tempio sonoro, viene descritta come capace di evocare suoni passati e immaginarne di future; e con il focus su Romeo Castellucci che nelle giornate di apertura presenta la performance Senza titolo. Come ideale prosecuzione del tema confini/sconfinamenti del precedente triennio il tema di quest’anno è guerre/migrazioni, in un’accezione ampia e trasversale.

Per il secondo anno consecutivo il festival elegge il Libano paese ospite. In cartellone Chrystèle Khodr, artista di Beirut, alle prese con la storia del suo Paese e con echi ibseniani. È all’eclettico Pippo Delbono, il festival dedica la sua monografia d’artista, con un concerto, il nuovo spettacolo Il Risveglio, quattro film, un incontro. Il programma completo del festival sul sito fondazionetpe.it.

Senza Titolo di Romeo Castellucci ph Luca Del Pia

Storia di una casa in Gerusalemme Ovest

Per la Scena Internazionale del Romaeuropa Festival, dall’8 al 10 ottobre al Teatro Argentina debutta House di Amos Gitai. Riconosciuto internazionalmente come uno dei punti di riferimento del cinema contemporaneo, Gitai torna a confrontarsi con la scena teatrale. House – produzione del prestigioso La Colline Théâtre National di Parigi diretto da Wajdi Mouawad – racconta la storia di una casa in Gerusalemme Ovest per un quarto di secolo attraverso le vite degli abitanti che qui si sono succeduti: arabi ed ebrei, palestinesi e israeliani.

Basandosi sulla trilogia di documentari La Maison (creato nel 1980, inizialmente commissionato e poi vietato dalla televisione israeliana), Une maison à Jérusalem (1997), News from Home / News from House (2005) – e portando in scena, tra gli altri, le attrici Bahira Ablassi e Irène Jacob, Gitai evoca questi percorsi umani in una creazione teatrale che ripercorre il corso del tempo. In scena, la storia della casa diventa metafora e luogo per il dialogo artistico tra attori e musicisti provenienti da tutto il Medio Oriente, con le loro diverse lingue, origini e tradizioni musicali, che si incontrano per cercare di esprimere la memoria del passato e la possibilità di riconciliazione. Nella profondità del tempo che scorre, House crea luoghi possibili per tutti, lo spazio che desidereremmo per ognuno su questa terra.

House di Amos Gitai Ph Simon Gosselin

Periferico, festival di pratiche performative

Inizia il 4 ottobre, e fino al 13, a Modena, la sedicesima edizione di Periferico, che porta l’arte nello spazio urbano. Festival di pratiche performative site specific, nate da percorsi artistici condivisi fra artisti e artiste internazionali che stanno lavorando con bambine e bambini, abitanti del quartiere e della città, cori femminili, insieme ad attiviste e attivisti, donne over 70, scrittrici domestiche, artigiani e moltissime organizzazioni cittadine che hanno messo a disposizione spazi o saperi.

In scena nel primo fine settimana le prime nazionali di Where do we come from, what are we, where are we going 2.0 di Wang Chong – regista teatrale e traduttore d’avanguardia, fondatore del Théatre du Rêve Expérimental con sede a Pechino, celebrato per i suoi esperimenti visionari con opere classiche e contemporanee –  Walking Definitions, di  Eléctrico 28 – collettivo spagnolo  che, dal 2013,  crea performance di strada immersive che hanno viaggiato in tutta Europa, fatte di piccole azioni che vanno dal quotidiano al fantastico, mettendo in discussione preconcetti e convenzioni del teatro e dello spazio pubblico – e L’occhio selvaggio, di DOM-.

In programma, inoltre, l’anteprima nazionale di Voice Over, di Paola Bianchi e le performances di Caterina Moroni, di OHT Office for a Human Theatre, della musicista e performer Alos AKA Stefania Pedretti, co-fondatrice del noise duo OvO con Bruno Dorella, e Ateliersi, collettivo di produzione artistica che opera nell’ambito delle arti performative e teatrali. Tutto il programma su collettivoamigdala.com.

Andrea Mazzoni _ Office for a Human Theatre.

La settimana di Fabbrica Europa

Ricca la settimana, dall’8 al 13 ottobre, del festival Fabbrica Europa di Firenze. L’universo autobiografico del libanese Omar Rajeh in Dance is not for us, dove il corpo danzante crea le proprie regole, struttura e ispirazioni come atto di speranza in opposizione alle strutture di potere che lo disciplinano e normalizzano. La realtà sociale delle favelas di Rio de Janeiro nella performance aCORdo della brasiliana Alice Ripoll che sovverte gerarchie e relazioni creando un nuovo ordine in cui danzatori e spettatori devono inevitabilmente riorientarsi.

La forza di una tradizione che è memoria storica del nostro Paese, con I pupi in site specific di Giuseppe Muscarello. Perle sperse è la videoinstallazione di Vashish Soobah che ci conduce in un percorso narrativo e sensoriale tra i ricordi, da Mauritius all’Europa e ritorno. Gli spagnoli Marcat Dance con Averno, si ispirano all’Inferno dantesco: una sorta di trance sensoriale, un viaggio in cui lo spettatore si immerge completamente, empatizzando con gli artisti, navigando tra comunità e individuo.

MARCAT DANCE, AVERNO © BSLG

Biografia sentimentale del premio Nobel Annie Ernaux

Lo spettacolo Variazioni Ernaux. Je me souviens trois hommes indaga la scrittura di Annie Ernaux, premio Nobel 2022 «Per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale». Il primo esito di questo studio, è stato un ciclo di letture sceniche a tre voci in cui è stato restituito l’io intimo dell’autrice attraverso passaggi significativi da dieci suoi romanzi. Nel 2024 il progetto si sviluppa in scrittura scenica focalizzandosi su tre libri: La donna gelata (2021), Passione semplice (2013), Il Ragazzo (2022). Ne è emersa una biografia sentimentale, segreta e tormentata, una sorta di confessione che racconta l’innamoramento congelato nel matrimonio, la dipendenza amorosa di una nuova struggente passione, e la relazione con un giovane nella maturità della scrittrice.

Sulla scena appaiono le tre età di una donna che ricorda i suoi uomini. Le storie si intrecciano in un unico ambiente: le stanze della memoria. Qui abitano le interpreti, senza mai uscire di scena e costruendo rapporti strettamente legati al dispositivo temporale.

«È un meccanismo semplice e rigoroso che dà alle storie una chiarezza immediata – dichiara la regista – Rispecchia la complessa e profonda semplicità del racconto autobiografico dell’autrice, che quanto più scende nel particolare della sua vita e delle sue esperienze, tanto più diventa universale».

VARIAZIONI ERNAUX

“Variazioni Ernaux. Je me souviens trois hommes”, dall’opera letteraria di Annie Ernaux. Traduzioni Lorenzo Flabbi, Idolina Landolfi, drammaturgia e interpretazione di Arianna Ninchi, Francesca Fava e Anna Paola Vellaccio, regia Anna Paola Vellaccio, costumi Miriam Di Domenico, luci Andrea Micaroni. Produzione Florian Metateatro – Centro di Produzione Teatrale. A Genova, Teatro della Tosse, il 12 e 13 ottobre.  Il 7 novembre al Florian Espace di Pescara, nell’ambito del FLA, Festival di Libri e Altre cose.

Esercizio notturno tra i fantasmi di Uccellini

Un’altra riflessione intorno al tempo, alle mitografie e alle eredità linguistiche, psichiche e familiari che ci legano al passato e a un futuro che possiamo solo intravedere. Con la messinscena di Uccellini, di Rosalinda Conti, prosegue il lavoro della compagnia lacasadargilla di Lisa Ferlazzo Natoli e del suo ensemble, che innesta i propri lavori sulle scritture, siano esse originali, adattamenti letterari o testi di drammaturgia contemporanea.

C’è una casa nel bosco. Una casa del bosco. Un bosco che allo stesso tempo esiste e non esiste, non esattamente. La casa è un ambiente e pure ha qualcosa di organico. Una trama e un trauma la sorreggono. Una riunione familiare vi accade, imprevista e accidentale. Uccellini racconta di presenze e assenze, di umani (morti e vivi) e animali (vivi e morti). Di rimossi e fratture, di sguardi discordi nel dare senso al mondo, alle relazioni e alle perdite. E soprattutto di cosa c’è nel mezzo, sulla sottile linea di confine. Uccellini è un esercizio notturno tra i fantasmi, dove qualcun(altro) sembra scrivere la storia, stando in ascolto, nascosto nel bosco.

UCCELLINI, Lacasadargilla, ph Claudia Pajewski

“Uccellini”, di Rosalinda Conti, un progetto di lacasadargilla, regia Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, con Emiliano Masala, Petra Valentini, Francesco Villano, paesaggi sonori e ideazione spazio scenico Alessandro Ferroni, ambienti visivi Maddalena Parise, scene Marco Rossi e Francesca Sgariboldi, disegno luci Omar Scala, costumi Anna Missaglia, disegno del suono Pasquale Citera. A Roma, Teatro Vascello, dal 9 al 13 ottobre.

A Cagliari il Festival Internazionale della Nuova Danza

Prosegue il 42mp FIND – Festival Internazionale della Nuova Danza di Cagliari, iniziato il 3 ottobre (e fino al 9 novembre), con 31 giornate di spettacolo, 34 formazioni artistiche di cui 28 italiane e 6 estere (Spagna, Germania, Malta, Svizzera, Olanda), 18 prime tra assolute e nazionali, 37 titoli diversi, 13 master class e 5 workshop con sharing conclusivo.

Tra le righe del programma, curato da Cristiana Camba, emergono dei macro-temi: il viaggio, la lotta come resistenza, la solitudine e la fugacità, segni del nostro tempo declinati di volta in volta secondo il linguaggio e la ricerca dell’artista.

Numerosi gli eventi collaterali del Festival, le diverse incursioni e appuntamenti nel cuore della città, i progetti in collaborazione con il Network Anticorpi XL di cui il Find è partner: Danza Urbana XL con due coreografie e la Serata Explo con cinque coreografie selezionate dai bandi del Network.  Il ricco cartellone, fino al 9 novembre, ospita alcune firme interessanti della coreografia contemporanea: Artemis Danza, Art’in, Atacama, Cia Nómada, Balletto di Sardegna, Chiara Ameglio – Fattoria Vittadini, Danza Estemporada, Déjà Donné, Fabrizio Favale, Frantics Dance Co, Gruppo e-Motion, Il Crogiuolo, Mandala Dance Company, Moveo Dance Company, Naturalis Labor, S Dance Company, Versiliadanza. Presenti al FIND 42 anche tanti giovani under 35: Adriano Bolognino, Michele Ifigenia Colturi, Roberto Doveri, Nicola Galli, Roberta Maimone, Sofia Nappi, Gaetano Palermo, Marco Pergallini, Maria Stella Pitarresi, Pierandrea Rosato, Roberto Tedesco, Emma Zani.

Nella settimana, dall’8 al 13 ottobre, Valentina Puddu con 50:00, Naturalis Labor con Prelude coreografia di Luciano Padovani, Versiliadanza con la prima nazionale di Viaggio d’Inverno di Angela Torriani Evangelisti, la Compañía Nómada con El Pastor, coreografia Roberto Torres.

Il programma dettagliato su findfestival.org.

Genoma Scenico, ph Andrea Pella

Il contrabbasso, ovvero mancanza di coraggio

Unanimemente considerato uno dei testi fondanti della drammaturgia contemporanea, Il contrabbasso di Patrick Süskind è un lungo monologo in cui il protagonista, un contrabbassista di fila dell’Orchestra di Stato di Berlino, traccia un bilancio amaramente ironico della propria vita. L’anonimo musicista delinea la parabola di un’esistenza condotta sul filo di un rapporto tormentato: quello con il proprio strumento.

Nella traduzione di Giovanna Agabio, l’attore Loris Leoci porta in scena una sua versione prendendo spunto dal mito del Minotauro. Scrive nelle note di regia: «Il minotauro: una creatura mitologica metà uomo e metà toro che viveva rinchiusa in un luogo senza via d’uscita. Ci hanno raccontato per secoli che fosse stato rinchiuso lì perché estremamente pericoloso. Non è così. La via d’uscita c’era e il minotauro prima o poi l’avrebbe trovata, se solo avesse voluto… A mancargli era il coraggio di cambiare. Si costrinse da solo a stare lì dentro. La mancanza di coraggio, il più grande dei mali, ieri come oggi. Il minotauro, nel nostro tempo, potrebbe essere chiunque… potrebbe essere un musicista. Potrebbe essere un impiegato statale. Potrebbe essere un uomo perdutamente innamorato di una donna irraggiungibile… o, peggio ancora, potrebbe essere tutte queste cose messe insieme! Una nuova creatura ancora più spaventosa dell’originale di memoria ellenica, che oggi si potrebbe identificare con quella tremenda etichetta che aleggia sulle teste dell’umanità tutta ossia “un uomo qualunque».

Il contrabbasso con Loris Leoci

“Il contrabbasso”, di Patrick Süskind, diretto e interpretato da Loris Leoci, traduzione di Giovanna Agabio, scene Francesco Arrivo, luci Giuseppe Pugliese. Produzione Uno&Trio. A Milano, Pacta Salone, l’8 e 9 ottobre; a Polignano A Mare, Museo Pino Pascali, il 13.

Alberto Sordi, uno e tanti

Dopo il debutto al Romaeuropa Festival, arriva al Piccolo di Milano, Teatro Studio, dal 9 al 13 ottobre, Tanti Sordi. Polvere di Alberto, della compagnia Frosini/Timpano, una rilettura della inimitabile figura di Alberto Sordi, uomo, attore, mito. Elvira Frosini e Daniele Timpano continuano il loro viaggio, critico e ironico, tra le pieghe della Storia con una nuova produzione esecutiva targata Scarti: «Proseguiamo nella ricerca sui miti e le retoriche del nostro Paese e del nostro presente e ci immergiamo adesso, in collaborazione con lo scrittore Lorenzo Pavolini, in questo materiale culturale e storico, in questa mitologia su Roma e “romanità”, ma soprattutto “italianità”, che è Alberto Sordi, il mito dell’uomo medio, tutti i miti passati attraverso lui, italica spugna e italico modello che ha attraversato i decenni. Lo attraversiamo cercando le sue tracce sepolte in noi, nei nostri corpi e nel nostro lavoro, le sue stratificazioni disseminate nella nostra vita e nella vita del nostro Paese. Un discorso che tenta di far esplodere le nostre retoriche e i nostri modelli culturali, un discorso sull’arte e sul teatro».

In scena, insieme al duo, Marco Cavalcoli e Barbara Chichiarelli.

Tanti Sordi di Frosini -Timpano

Nel letto di Otello e Desdemona

L’ispirazione per questa messinscena di Otello del regista Luigi Siracusa, «…ha origine in My Bed, opera dell’artista inglese Tracey Emin. L’installazione raggruppa tutti quegli oggetti che, nel 1998, rappresentavano la vita dell’artista inglese e la fine della sua relazione sentimentale. È l’immagine di un letto disfatto, la fotografia di un istante che rappresenta un capitolo della sua esistenza. Perché ispirarsi a My Bed per raccontare di Otello e Desdemona? Accostando le due opere, quella di W. Shakespeare e quella di T. Emin, è come entrambe abbiano nella loro profonda essenza il racconto del legame sentimentale tra due persone e il processo che ne porta alla fine. In Otello, nonostante il vero mattatore della narrazione sia Iago, che di fatti ne muove le fila, ciò che veramente sta al centro è il legame tra Otello e Desdemona e come questo si sfaldi atto per atto, sospetto dopo sospetto, gelosia su gelosia. Come in My Bed ciò che resta è un pezzo di storia, l’istantanea di un tempo passato, una testimonianza di ciò che è stato, di ciò che siamo; così alla fine della narrazione della storia di Otello e Desdemona ciò che resta è solo il luogo dove tutto è iniziato e finito».

OTELLO regia e adattamento di Luigi Siracusa

Otello”, di William Shakespeare, regia e adattamento di Luigi Siracusa, con Francesco Sferrazza Papa, Gianluigi Rodrigues, Zoe Zolferin, Laurence Mazzoni, Eleonora Pace, Luca Carbone, scena Luigi Siracusa, Francesco Esposito, costumi Francesco Esposito, luci Pasquale Mari, musiche Oragravity. Goldenart Production in coproduzione con Accademia Nazionale D’arte Drammatica Silvio D’amico. A Roma, Cometa Off, fino al 13 ottobre.

Omar Rajeh, un invito nella casa dell’altro

Beytna, che in libanese significa “la nostra casa”, è il frutto della collaborazione tra quattro coreografi e quattro musicisti, che si ritrovano sul palco davanti a un banchetto di pietanze: un semplice incontro che rappresenta il punto d’inizio di una più complessa struttura coreografica e concettuale. Beytna è un invito nella casa dell’altro. Un invito che conferma la diversità, tocca le forme e le situazioni del passato, ricerca un nuovo ritmo, un nuovo schema, una nuova logica.

Lo spettacolo, che vede tra gli interpreti lo stesso Omar Rajeh, direttore della compagnia Maqamat, andrà in scena per Torinodanza Festival, alle Fonderie Limone di Moncalieri, l’11 e il 12 ottobre.

«Ogni fine settimana, la domenica – racconta Omar Rajeh – andavo a casa di mio nonno, dove l’intera famiglia si riuniva per mangiare, bere e ballare. Mio nonno era un uomo molto ospitale e voleva sempre invitare amici e persone in visita, provenienti da tutto il mondo, a unirsi a noi. Per lui queste occasioni di condivisione e di incontro rappresentavano i momenti più belli della sua vita. La tavola era accerchiata di persone e tutti brindavano alla salute, alla felicità, al piacere, all’amore e all’amicizia».

Beytna, Ph Ibrahim Dirani

Crisalide Forlì Festival

Con Voodoo di Masque Teatro prende avvio, l’11 ottobre al Teatro Felix Guattari di Forlì, la parte autunnale della 31esima edizione di Crisalide Forlì Festival, il festival di teatro, danza, musica, filosofia, organizzato dalla compagnia Masque teatro. Voodoo (in replica il 12), è un ipnotico assolo di Eleonora Sedioli che descrive lo stato di grazia che l’attore vive nell’affrontare la temibile lotta con l’inconosciuto in sé e nel fuori; ideazione, suono e luci sono di Lorenzo Bazzocchi.

Segue L’anarchico non è fotogenico, primo capitolo della trilogia Tutto è bene quel che finisce di Quotidianacom. Il 12 ottobre in programma anche Venere e Adone di Roberto Latini, storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza, difesa; alle ore 19 la presentazione del libro Deleuze. Filosofia di una vita a cura di Paolo Vignola e Filippo Domenicali. All’incontro presenzierà anche il filosofo forlivese Rocco Ronchi.

Ciò che Crisalide fa da oltre 30 anni è promuovere la riflessione e lo scambio tra generazioni artistiche e favorire la visibilità delle giovani formazioni, imponendosi così come luogo di riflessione e di pratiche sceniche e contraddistinguendosi come propulsore di istanze originali nel panorama nazionale.

Masque Teatro Voodoo

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