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L’estate dei festival: Tones Teatro Natura fa risuonare Val d’Ossola
Teatro
Inizia l’estate, la stagione dei festival per antonomasia. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicate allo spettacolo dal vivo più curiose e interessanti sulla scena nazionale, parlandone con direttrici e direttori. Oggi conosciamo Tones Teatro Natura, lo spazio che ospita tre mesi di cultura in Val Formazza, Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Ne abbiamo parlato con la direttrice, Maddalena Calderoni.
Che cos’è Tones on the Stones?
«Tones on the Stones è un festival multidisciplinare che prima della pandemia circuitava in cave di estrazione attive. Poi con la pandemia abbiamo messo in atto una grande rivoluzione: abbiamo cercato una cava dismessa per costruire un teatro nella natura e avere una sede permanente per la nostra attività. È stato un processo molto complesso perché ha implicato una riqualificazione ambientale di un ex sito industriale, ma che ci ha permesso di ampliare le nostre attività. Quindi, in questa radicale trasformazione abbiamo ripensato anche il festival che ora è una intera stagione, in questo spazio chiamato Tones Teatro Natura. Tones Teatro Natura è oggi un luogo destinato non solo allo spettacolo dal vivo, ma anche alla cura e al benessere delle persone, all’educazione ambientale, propone contenuti e visioni coraggiose soprattutto per le nuove generazioni, per la costruzione di un futuro più sostenibile per tutti gli esseri viventi».
Il festival e la stagione, come dialogano con il territorio in cui si svolge il festival?
«Stiamo lavorando per trasmettere ai cittadini che lo spazio è a loro disposizione, attraverso una programmazione ampia e diversificata. Passiamo dalla musica classica e operistica fino al jazz, dalla danza contemporanea al teatro, dalla musica elettronica alla pop, fino alla ricerca e alla sperimentazione per intercettare sempre più pubblico, anche locale. In questa lunga stagione, che dura fino a settembre, ci sono poi dei format pensati proprio per essere realizzati insieme al territorio: per esempio Campo Base, una tre giorni che esplora i temi della montagna, del rapporto tra uomo e natura, è organizzato in collaborazione con alcune realtà del territorio. Un passo nella direzione di inclusività, per integrare questo spazio come parte del tessuto sociale e culturale locale».
Qual è il tema di questa stagione estiva 2023?
«Noi siamo un festival multidisciplinare, anche a livello ministeriale, quindi ovviamente spaziamo molto nei generi. Tones Teatro Natura, per vocazione ha come leit motiv la sostenibilità sociale ed ambientale, rispetto alla quale abbiamo anche una certificazione. Quindi le relazioni tra Creatività e Natura rappresentano un po’ il nostro mantra che cerchiamo di applicare sia a livello di contenuti sia nell’approccio produttivo di presentazioni degli eventi. Poi ci possono essere dei sottotemi che vengono identificati rispetto ai format, come l’aspetto tecnologico e immersivo della nostra produzione artistica, ma il filo conduttore è la sensibilità ecologica e sociale, che attraversa tutta la programmazione».
Gli eventi da non perdere?
«Ogni appuntamento ha il suo fascino. Tra gli eventi che rappresentano di più il nostro stile c’è A night at the opera il 15 luglio, una nostra produzione, con la regia di Alessandra Premoli e l’Orchestra Vivaldi diretta da Manuela Ranno, dove ci sarà anche uno spettacolo di danza aerea e acrobatica. Poi il festival Nextones che ha dei nomi molto interessanti, da Pontus Lidberg che presenta un’anteprima di quello che porterà in Biennale, poi la cantante giapponese Hatis Noit che si esibirà in un luogo davvero unico e speciale. E poi ancora il jazz e molto altro…».
Qual è la colonna sonora che accompagna il viaggio al festival?
«Direi la Sagra della Primavera, per i diversi livelli di interpretazione a cui si presta e per l’apertura internazionale che sempre di più si pone il festival».