Inizia l’estate, la stagione dei festival per antonomasia. Su exibart vi portiamo alla scoperta di alcune delle manifestazioni dedicate allo spettacolo dal vivo più curiose e interessanti sulla scena nazionale, parlandone con direttrici e direttori. Oggi abbiamo intervistato Andrea Chiodi, direttore di Tra Sacro e Sacro Monte, manifestazione che porta il teatro nella magia del Sacro Monte di Varese. Fino al 27 luglio 2023.
Cos’è Tra Sacro e Sacro Monte?
«Tra Sacro e Sacro Monte è un’occasione di incontro tra il pubblico, la grande letteratura e i grandi artisti. Quattordici anni fa mi venne proposto di fare un grande spettacolo nel magico luogo del Sacro Monte. Allora io penso che invece sarebbe stato bello portare tanti artisti a vedere e godere di quel luogo straordinario: c’è un grande monastero abitato da più di 40 monache di clausura, c’è un santuario dedicato alla Madonna, c’è una salita che racconta le stazioni del Rosario… Bisognava tener conto della sacralità del luogo, ma cosa c’è di più religioso del teatro, della grande drammaturgia e della grande letteratura che da sempre si sono poste le questioni dell’anima e del cuore dell’uomo? Così è nato Tra Sacro e Sacro Monte, ospitando Lucilla Morlacchi e poi da lì i grandi nomi del teatro».
Qual è il rapporto del festival con il territorio?
«Inizialmente non facilissimo, come sempre accade nei piccoli territori in cui si porta qualcosa di nuovo, ma col tempo questo rapporto si è aperto e consolidato. Con la città di Varese il legame è buono; invece con il borgo del Sacro Monte bisogna avere cura: non si può arrivare pensando di fare quello che si vuole, ma si deve tener conto di dove si è. È un rapporto a cui tendo e che voglio continuare a coltivare. Sul lato artistico invece, negli anni sono arrivati maestri straordinari che si sono messi in gioco con noi artisti del territorio».
Qual è il tema dell’edizione 2023?
«Non c’è un tema fisso, ma Sacro Monte è un luogo particolare dove ciò che va in scena deve essere in armonia con l’ambiente. Tendenzialmente mi piace farmi stimolare e suggestionare dalla realtà che ci circonda, da quello che sta accadendo nel mondo… Stessa cosa per gli artisti, se vedo lavori che mi colpiscono durante l’anno mi piace subito invitarli al festival. Poi Varese non ha un teatro di prosa quindi portare certi artisti e certi testi mi sembra quasi un obbligo, un servizio alla città».
Gli appuntamenti da non perdere in questa seconda parte di festival 2023?
«In occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori, abbiamo prodotto un lavoro di Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti, La caduta dei cementi: una performance audioguidata che alterna una drammaturgia originale alle parole poetiche. Una sorta di pellegrinaggio laico lungo le 14 stazioni del viale delle Cappelle. Testori torna anche nel lavoro di Pasquale di Filippo che porta in scena Non per amore ma per odio. Amleto. Una storia per il cinema, una sceneggiatura per un film mai realizzato di Testori. Poi il 20 torna Giacomo Poretti con Chiedimi se sono di turno e il 27 arriva per la prima volta un grande maestro del teatro, Giancarlo Giannini, con Conversazione da Dante a Leopardi, una lettura delle sue pagine preferite della letteratura italiana».
La colonna sonora del festival 2023?
«La colonna sonora ce la portiamo dietro dalla prima serata, ovvero la versione musicata dell’ultimo canto del Paradiso di Simone Cristicchi che è stato ospite nostro in apertura. E forse direi anche tutte le canzoni che Cristicchi ci ha cantato quella sera».
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