Categorie: Teatro

Lorca sogna Shakespeare tra shottini di vodka

di - 28 Novembre 2019

È permesso, e consigliato, portare alcool in sala. Nel foyer della Sala Salmon dell’Arena del Sole di Bologna è stato addirittura allestito un bar che vende cocktail. A chi entra a mani vuote, Michele Dell’Utri in mezzo alla platea distribuisce shottini di vodka: benvenuti nel grande salone delle feste di Verona, per la serata galeotta dell’amore tra Romeo e Giulietta. Così inizia Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate, un progetto di Davide Carnevali di teatro partecipato a partire da Il pubblico e Commedia senza titolo del poeta spagnolo Federico García Lorca, dal Sogno di una notte di mezza estate e da Romeo e Giulietta di Shakespeare, e da Il gran teatro del mondo e da La vita è sogno del drammaturgo spagnolo Calderón de la Barca.

Le luci si abbassano e un primo personaggio entra in scena con un foglio in mano. Inizia a leggere: in realtà è un semplice spettatore sorteggiato per declamare il prologo. Come riporta il programma di sala, l’intento di Carnevali è quello di “coinvolge il pubblico in un gioco metateatrale capace, oltre la sua superficie ludica, di interrogare lo spettatore intorno alla responsabilità individuale dentro la nostra contemporaneità storica”. In un binomio che unisce il piacere del gioco al terrore psicologico dell’inadeguatezza che caratterizza gli assunti del teatro partecipativo, anche in questo caso le regole sono facili: durante la serata volontari tra il pubblico, oppure spinti dai vicini di posto, o estratti con una lotteria a partire dal biglietto, entrano in scena gli spettatori, accanto ai due musicisti, anche loro scelti dalla platea, all’esperta di Shakespeare invitata a raccontare la trama di Sogno di una notte di mezza estate e ai quattro protagonisti della commedia (tra cui il muro che separa gli innamorati). Ci sono persino due coppie che tramite un talent show, con tanto di alzata di mano del pubblico, si contendono i ruoli di Romeo e Giulietta.

Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate ph Francesca Cappi

Ad affiancare Dell’Utri, nell’impresa di gestire la sala, gli attori Simone Francia, iroso spettatore che stanco di commentare in malo modo lo spettacolo decide di lanciarsi come volontario salendo sul palco, e Maria Vittoria Scarlattei, che sarebbe anche la barista del bar dietro il teatro chiamata in sala a portare tre bicchieri di prosecco. Suggeritori, incitatori e commedianti diventano l’emblema del binomio “persona e personaggio”, ovvero di come l’attore debba comunque attingere a un vissuto, svelando quindi la sua soggettività alla ricerca di “un modello di teatralità capace di stabilire un rapporto sincero, utile e interessante con la società”, come d’altronde ci aveva già allenati la spontanea comicità di Paolo Rossi ai tempi del suo tendone, o più recentemente, con lo stesso meccanismo ma più esasperato, CollettivoCinetico con il suo Amleto in forma di talent.

L’arma di Carnevali è l’ironia, strumento affilato per la narrazione del contemporaneo, che il drammaturgo ha già dimostrato di saper dosare con efficacia. In una messinscena dall’intento dichiaratamente politico, i diversi livelli di lettura drammaturgica – la partecipazione del pubblico, l’esigenza di trasmettere contenuti per un teatro specchio del sociale e il rapporto tra persona e personaggio – si mescolano in un continuo gioco metateatrale che alimenta l’ambiguità del gioco e attiva il pubblico alla ricerca della verità, che tuttavia rimane solo presunta: nella ricerca di immediatezza, coinvolgimento e divertimento, il senso politico del lavoro rischia di perdersi.

Rimane la festa e la consapevolezza che a teatro ci si può anche divertire. E forse per chi al teatro si è avvicinato solo attraverso le deportazioni delle scolaresche al classico di turno, questo è già un buon risultato.

Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate

una creazione di Davide Carnevali

con Michele Dell’Utri, Simone Francia e Maria Vittoria Scarlattei

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG

Dopo gli studi al Politecnico di Milano e all'Accademia di Belle Arti di Brera, collabora con diverse testate di teatro e arte. Studiosa di arti visive, design e spettacolo dal vivo, è particolarmente interessata alla ricezione e alla simbologia delle opere d'arte nella società contemporanea. Attualmente impegnata nello sviluppo del portale trovafestival.com, la cultura in movimento.

Articoli recenti

  • Mostre

Clemen Parrocchetti. A Bolzano la storia della donna, criticata e scusata (se del caso), ma mai commiserata

Si intitola À JOUR, ed è in programma fino al 15 febbraio negli spazi di Ar/Ge Kunst, la prima mostra…

7 Gennaio 2025 0:02
  • Mercato

Dentro l’asta. La Balloon Monkey di Jeff Koons

Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno appena volto al termine, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…

6 Gennaio 2025 21:37
  • Libri ed editoria

Noia terminale: utopia e distopia di un mondo retto dal matriarcato

Arriva in Italia la raccolta di racconti della scrittrice giapponese Suzuki Izumi: un’indagine sulle contraddizioni della società e dell'individuo, attraverso…

6 Gennaio 2025 20:30
  • Arte moderna

Esplorando l’universo maschile: la pittura di Gustave Caillebotte al Musée d’Orsay di Parigi

In occasione del 130° anniversario della morte dell'artista il Museo d'Orsay di Parigi propone una retrospettiva sul pittore impressionista che…

6 Gennaio 2025 18:26
  • Beni culturali

Stonehenge era un simbolo di alleanza tra comunità: la nuova scoperta

Il sito di Stonehenge potrebbe essere stato un simbolo di unione tra le antiche civiltà della Gran Bretagna: la nuova…

6 Gennaio 2025 10:37
  • Arte contemporanea

Vedere le stelle. Ecco il dono, di buon auspicio, dell’Epifania

Lumen requirunt lumine, dice un antico inno liturgico dell’Epifania: seguendo una luce ricercano la Luce. Dalla Notte Stellata di Van…

6 Gennaio 2025 0:02