10 – 17 novembre 2013 | Ipnosi di luci e suoni

di - 18 Novembre 2013

Si esce un po’ storditi e frastornati dalla serata di lunedì al Teatro San Fedele. Proprio al limite dell’ipnosi e della trance. Di chi è la colpa? Dei più insospettabili: i padri Gesuiti. Chi l’avrebbe mai detto? (forse dubbi derivanti da una visione un po’ stereotipata del mondo). Sicuramente i Gesuiti che gestiscono il Teatro San Fedele e la relativa programmazione musicale sono più all’avanguardia di noi (devo confessare) ma vedere un Don compositore contemporaneo che parla di elettronica sperimentale risulta sicuramente inatteso e, senza dubbio, simpatico. Ad ogni modo, supportati da un avanzatissimo impianto sonoro, unico a Milano, di cui è dotato il teatro, la comunità gesuita ha deciso di dedicarsi alla musica elettronica sperimentale con un programma niente male e, anche se per certe orecchie un po’ estremo, sicuramente interessante. Settimana scorsa, per citarne una, abbiamo assistito a due performance dal vivo “ai limiti”, e peraltro il titolo della serata era “Viaggio ai confini della percezione audiovisiva”. Gli olandesi Optical Machines hanno proposto SHIFT, una sorta di ping pong tra pulsione di luce e suono, in cui una tecnica artigianale di sovrapposizione e sfalsamento di matrici geometriche generava ombre e interferenze visive che andavano di pari passo con la musica. A seguire, ecco Il Cerchio Ipnotico degli Otolab generato da una versione rimodernizzata della lanterna magica di fine ‘700 usata per i primi tentativi cinematografici. Diversi dischi posizionati a turno in un teatrino di luci stroboscopiche e di movimento circolatorio, insieme a trame sonore generate da sintetizzatori e computer, danno vita a un vero e proprio gioco di ipnosi sonora e visiva degno del migliore incantatore di serpenti. Chissà che su questa scia di sperimentazione e innovazione non si faccia prima o poi vedere un gesuita avanguardista d’eccezione: Papa Francesco!
Tracce e percorsi acustici ed elettronici, Photo Caterina Failla e Giulia Restifo
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that’s contemporary mappa l’arte contemporanea a Milano dal 2011.
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