Com’è nato il progetto OPENING via Pola?
«OPENING Via Pola nasce nel 2009 dalla volontà di invitare persone a casa mia per partecipare a serate di vario genere. I primi inviti erano finti, mi divertivo semplicemente a immaginare delle serate immaginarie. In seguito, le serate si sono trasformate in eventi reali. I primissimi inviti consistevano in proiezioni di film, anche due o tre a serata, sempre a ore diversi e con un buffet particolare per ogni occasione. A esempio, invitai a vedere un film di Roberto Rossellini, Atti degli Apostoli, che diventò una miniserie in cinque puntate trasmessa dalla RAI nel 1969, firmata con la collaborazione di Jean-Dominique de la Rochefoucauld; l’invito era fissato per mezzanotte, il film durava 343 minuti e il buffet prevedeva pane e acqua».
Quando decidi che è tempo di aprire le porte di casa?
«OPENING Via Pola apre solo quando c’è una forte esigenza di comunicare uno stato d’animo. Mi interessa attivare e stimolare la dialettica dell’incontro. E’ un progetto che si muove e si trasforma sempre. Ha una natura mutevole: serate di proiezioni ma anche letture di libri o esposizioni di opere».
Parliamo dell’ultimo progetto “Drive My Car”
«”Drive My Car” è nato anche grazie alla Collaborazione con la Galleria ZERO…, con cui lavoro da qualche anno. Per il progetto OPENING Via Pola-Drive My Car, la galleria ha supportato la mostra a livello promozionale. Il progetto per la mostra è nato quando mi è balenata in mente l’idea di invitare degli artisti a installare dei lavori dentro un appartamento abitato. Mi interessava guardare le opere d’arte collocate in un contesto diverso ed estremamente caldo. Gli artisti hanno raccolto la sfida e hanno risposto subito entusiasti. Abbiamo pensato di inaugurare la mostra collettiva nel periodo della Start Week, per tre giorni per consentire a tutti di fruirla bene. OPENING Via Pola non è una galleria d’arte ma è casa mia. Il posto più bello dove fare una mostra è casa propria, dove nascono i lavori».
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that’s contemporary mappa l’arte contemporanea a Milano dal 2011.
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that’s contemporary commissiona, produce e cura progetti a metà strada tra la pratica artistica e un uso creativo delle tecnologie e dei meccanismi della comunicazione.
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