Il Museo Ettore Fico di Torino propone un nuovo appuntamento che segna un cambiamento significativo nella tradizionale programmazione delle mostre del Museo. Il MEF inaugura, così, un nuovo percorso che si articola tra approfondimenti monografici da un lato, con un particolari approfondimenti su alcuni momenti salienti della storia dell’arte e su artisti assenti da tempo sulla scena internazionale e, dall’altro, dedica particolare attenzione alla valorizzazione dei giovani talenti italiani.
Curata da Claudio Cerritelli, “Bruno Munari. Artista Totale” è un’ampia mostra antologica che indaga il caleidoscopico genio creativo di Munari (1907-1998) attraverso le sue opere più significative. Il titolo della mostra è emblematico poiché racchiude la complessità e l’eterogeneità della sua immensa produzione, dalla pittura alla scultura, dalla grafica al design. Ambiti che trovano un comune denominatore nel carattere sperimentale e didattico e, al tempo stesso, creativo e ludico che costituisce una delle cifre distintive della sua poetica. In ragione della sua vasta produzione, tra i numerosi aggettivi utilizzati nel tempo per definire l’artista, l’espressione “Artista Totale” è anch’essa storicizzata, scelta per l’occasione perché- come affermato dal curatore – veniva evocata per Munari in una recensione del bollettino del Movimento d’Arte Concreta nei primi anni Cinquanta. Artista, in questo senso, difficilmente definibile per il quale il Museo propone un intenso percorso puntualmente cadenzato da citazioni di Munari, uniche e forse le sole necessarie note esplicative che guidano il visitatore attraverso la lettura del suo lavoro.
Emerge una panoramica di un intellettuale e artista raffinato, a partire dagli esordi postfuturisti, con il dipinto Futurista (1931), disegni e bozzetti che risentono dell’atmosfera culturale dell’epoca, per poi passare ai fotocollage e fotomontaggi degli anni Trenta, alle opere più astratte come il tema Negativo-Positivo che ritorna più volte negli anni, ripreso dall’artista, rielaborato e reinventato e che diviene prototipo per sculture semoventi. Infaticabile sperimentatore di nuove tecniche, la sua produzione si configura come una ricerca continua, una continuità sempre contemporanea e attuale, che si coglie dalla differenti tipologie delle opere stesse e dalle rispettive date di realizzazione, come nel caso del gruppo delle ironiche Sculture da viaggio, alcune realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta e poi anche alla fine degli anni Ottanta. Una continua sperimentazione affrontata con criterio filologico diacronico che raggruppa opere che sono processi di idee, ripensate e realizzate in periodi differenti. Il percorso raggiunge l’acme con le raffinate e leggere “sculture aeree” o “macchine inutili” che oscillano dal soffitto; installazioni composte di elementi geometrici di cui lo spazio museale restituisce una percezione originale, inedita e suggestiva, enfatizzando il rapporto scultura-architettura. Opere che stimolano l’immaginazione del pubblico, lo invitano a scoprire, come nel caso del Polariscop, e rivedere con occhi diversi oggetti quotidiani ripensati ironicamente dallo stesso Munari, come le Forchette parlanti (1958) e oggetti di design inventati, tra i quali spicca il famoso portacenere Cubo creato per Danese, senza trascurare la vasta attività in campo grafico e in ambito pedagogico, con i celebri “prelibri” e libri per bambini- cui è dedicata l’ultima parte del percorso. La mostra restituisce così la complessità di una produzione immensa attraverso un percorso che, più che un’analisi cronologica piuttosto difficile, intende restituire attraverso circa trecento opere -provenienti dalle collezioni private e dei galleristi- i valori e i caratteri fondamentali di una delle personalità più influenti e attuali del panorama dell’arte e del design, e il visitatore, sollecitato dalle opere in mostra, sembra completare quel processo creativo con la propria immaginazione.
Parallelamente alla mostra dedicata a Bruno Munari, è di scena negli spazi del MEF la mostra Petrolio del giovane artista torinese Cosimo Veneziano (1983). La riflessione, di grande attualità, sul valore storico, identitario dei monumenti, della valenza sociologica e culturale nel tessuto urbano di questi potenti simboli evocativi, si articola in una serie di opere create appositamente per gli spazi del MEF e che trova continuità e nella sede della Galleria Alberto Peola di Torino. L’artista lascia intravedere, dischiude fessure attraverso le quali scorgere porzioni di monumenti, di sculture orientali sospese nel tempo, decontestualizzate. Disegni a china su feltro industriale che, come fessure che permettono di scrutare a distanza frammenti di memoria, riflettono sugli effetti delle recenti azioni devastatrici nelle regioni del Medio Oriente, ma anche disegni su juta che, come icone, colgono con forza il senso dei cambiamenti culturali e politici.
Manuela Santoro
Mostra visitata il 15 febbraio 2017
Dal 16 febbraio all’11 giugno 2017
Bruno Munari. Artista Totale
Dal 16 febbraio al 11 giugno 2017
Cosimo Veneziano. Petrolio
Dal 16 febbraio al 16 aprile 2017
MEF-Museo Ettore Fico
Via Francesco Cigna 114, Torino
Orari: da mercoledì a venerdì 14.00-19.00, sabato e domenica 11.00-19.00
Info: www.museofico.it