Ci sono artisti capaci di cogliere d’istinto il mutare del mondo e restituirci le loro intuizioni con modalità che a loro volta generano universi inediti: è il caso di Anna Boghiguian, artista cosmopolita nata a Il Cairo nel 1946, che dagli anni Ottanta a oggi realizza innumerevoli quantità di disegni – a cui, nel tempo, si sono aggiunti collage, scultura, fotografia, scrittura, suono – mediante i quali lei rielabora la sua osservazione del mondo e dei suoi mutamenti storico politici e sociali, dal colonialismo alla globalizzazione, con cui è entrata in contatto attraverso una vita nomade, che l’ha portata in Europa, Asia, Africa e nelle Americhe. La sua osservazione del presente è sempre passata sotto la lente della sua passione per filosofia, letteratura e politica, coltivate fin dagli inizi dei suoi studi quando, figlia di un orologiaio armeno, ha studiato scienze politiche e arte all’American University del Cairo negli anni Sessanta e si è trasferita in Canada nel 1970 dove ha studiato arte e musica alla Concordia University di Montreal.
La mostra al Castello di Rivoli, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio, è la prima retrospettiva dell’artista in Italia e la più grande a lei mai dedicata (da marzo a giugno 2018 sarà ospitata dalla Sharjah Art Foundation di Sharjah (UAE), con la curatela di Carolyn Christov-Bakargiev e Hoor Al Qasimi): per la prima volta sono raccolti in un unico percorso un eccezionale numero di taccuini, disegni, pitture, fotografie, sculture e installazioni ambientali. Si tratta di una potentissima sintesi della sua ricerca che riunisce lavori dal 1981 a oggi, presentati in un complesso e coinvolgente allestimento che si dipana per tutta la lunghezza della Manica Lunga del castello e avvolge completamente il visitatore: un susseguirsi di opere ricchissime di elementi, un enorme dispiegamento di disegni, immagini, oggetti dalle dimensioni notevoli o minuscole, che attraverso la sostanziale assenza di soluzione di continuità tra i lavori e la linea dritta della sala permette un’immersione totale e soverchiante nell’universo dell’artista. Una densità che permette di addentrarsi nella lettura di Anna Boghiguain sulla contemporaneità, maturata in parallelo con il succedersi delle grandi trasformazioni storiche, sociali, politiche (e personali) a cavallo di due millenni.
Anna Boghiguian, vista della mostra, Photo by Renato Ghiazza
Una prospettiva appassionata e vitale con cui l’artista guarda dritto negli occhi quel dionisiaco ereditato dalla filosofia a lei tanto cara: mutevolezza, caos, lo scorrere ineluttabile della storia e della vita, in un’eterna assenza di compiutezza.
“L’intera opera di Boghiguian – spiegano le curatrici – è riconducibile all’immagine e al concetto di libro e numerosissimi sono i libri d’artista da lei realizzati dall’inizio della sua attività negli anni ottanta del secolo scorso fino a oggi. Mentre i primi […] sono rilegati, nei successivi le pagine hanno cominciato ad aprirsi verso l’esterno come leporelli, per trasformarsi poi in serie di disegni le cui sequenze ricordano i fotogrammi di un film. Dal 2011 in occasione della Biennale a Sharjah e da dOCUMENTA(13) a Kassel nel 2012, i taccuini sono diventati parte di installazioni comprendenti strutture architettoniche e ambientazioni percorribili, quasi si trattasse di giganteschi libri “pop-up”, in cui lo spazio viene sperimentato come un continuo ambito di piegamento e dispiegamento.” A testimoniare questo aspetto sono soprattutto le grandi installazioni ambientali: The Simple Affair that Moved the World (2010-2011), che fu la prima installazione dell’artista, Unfinished Symphony (2012), realizzata in occasione di dOCUMENTA (13) a Kassel, The Salt Traders (2015), esposta alla 14th International Istanbul Biennial e da poco entrata a far parte della collezione permanente del Castello di Rivoli grazie al sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, e la recente Promenade dans l’incoscient (2016).
La mostra è stata preceduta, dallo scorso maggio a luglio, dal progetto “Anna Boghiguian. Lo studio dell’artista”, in cui l’artista ha trasferito parte del proprio materiale da Il Cairo al Castello di Rivoli e ha ricreato il proprio studio – ora esposto parzialmente in mostra – dove ha realizzato le opere su carta di An Incident in the Life of a Philosopher, ispirate al periodo trascorso dal filosofo Friedrich Nietzsche (1844–1900) a Torino tra il 1888 e il 1889, quando concepì l’opera Ecce homo.
Silvia Conta
mostra visitata il 4 novembre 2017
Anna Boghiguian
Castello di Rivoli, Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli – Torino
Orari: sabato – domenica 10.00 – 19.00
Info: www.castellodirivoli.org