Se la religione, l’arte e la magia s’incontrano nella testa di un predicatore della Chiesa Fondamentalista Cristiana si può ottenere un sacra rappresentazione come non si era mai vista, che sembra uno sfottò dada o surrealista, alla Duchamp o alla Bunuel. Invece è il modo di predicare che il Reverendo Ethan Acres (Ft. Payne, Alabama 1970) ha escogitato dopo la propria folgorazione sulla via di Las Vegas. Da allora ha vagato su una chiesa-roulotte per il Midwest e Los Angeles, esaltando il Verbo e progettando performance artistiche in cui ha unito i Kiss e John Travolta con i brani dell’Antico e Nuovo Testamento per rendere la parola del Signore più vicina alle masse del suo tempo.
A Torino lo si può vedere trafitto da decine di punte d’acciaio, inchiodato ad una croce di plastica o sepolto dentro un sarcofago. Il tutto tra fumi sintetici, effetti luminosi e la musica spiritata del Teremin, l’oscillatore magnetico che ha dato vita alla musica elettronica e che ha pervaso le atmosfere horror dei film anni Cinquanta. La storia del reverendo è una di quelle da farci un film. Ultimo di tre generazioni di predicatori, di quelli alla Fulton J. Shee (il telepredicatore), Ethan Acres passa un’infanzia segnata dalla diffidenza nei confronti delle scritture. A sei anni crede di riconoscere Gesù nella figura di un mago hippy vestito con un tessuto elastico aderente, decorato con stelle luccicanti e arcobaleni. Si tratta di Doug Henning che nel 1978 finisce vicino alle cascate del Niagara per fondare un centro di meditazione trascendentale, mentre un giovane yuppy di nome David Copperfield insegna all’America l’arte della magia patinata.
Ethan studia animazione e fumetto all’Università di Austin, in Texas. Attraversa periodi difficili, di smarrimento e di schiavitù nei confronti del proprio Ego. Ma nel 1995, quando la
“Voi siete per me il parco di divertimenti a Disneyland” urla, mentre viene frustato dal centurione romano (sua moglie) come un novello Salvatore. E dopo qualche narrazione biblica, fedele ai testi sacri, invoca “Divina Eternità, fa che possiamo essere come bambini, pieni di meraviglia e di gioia”.
L’arte di Ethan Acres accolta Al Centre Pompidou e alla Tate Modern, è un’ipotesi di rilancio, in un’epoca di contaminazioni, di un’arte sacra quasi scomparsa. In ogni caso, il Reverendo ben rappresenta l’America ingenua e sovreccitata, così vicina allo stupore di un Andy Warhol di fronte allo scaffale di un supermercato.
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