Seconda personale per l’artista cileno Juan Céspedes (Arica, Cile, 1972) alla galleria Maze, che, a due anni dalla sua prima personale torinese, presenta nuovi lavori, particolari estratti dal repertorio del suo immaginario, un universo colorato e multiforme, al limite tra arte, gioco e realtà.
Lo spettatore si trova immerso tra molteplici oggetti e installazioni, di formato e dimensioni varie, realizzati con materiali eterogenei, posti nello spazio apparentemente senza logica. Interventi pittorici sul muro, lavori site-specific, video animazioni e oggetti diversi –dalla t-shirt modello per giganti a fotografie di piccolo formato– ricreano il reale attraverso la mente fantasiosa e divertita dell’artista.
L’utilizzo congiunto di mezzi espressivi differenti e di materiali “poveri”, perché alla portata di chiunque, non genera un caos oggettuale confusionario e caotico, alla maniera di John Bock, ma ogni singolo elemento è opera autonoma, svincolata dal resto, ma allo stesso tempo inscindibilmente legata l’una all’altra, perché espressione del mondo fantastico di Céspedes.
La proliferazione di modi espressivi diversi e l’impiego del mezzo tecnologico si intrecciano in un linguaggio uniforme ed immediato, perché modulato secondo una versione low profile e “fai-da-te”, che sovverte l’uniformità insita nel mezzo tecnologico, rendendolo assolutamente irregolare e fuori dagli schemi. I lavori di Céspedes nascono dal reale che ci circonda, ma vengono stravolti nel momento stesso della loro creazione, perché diventano elementi di un altro reale, che appartiene esclusivamente all’immaginario dell’artista. Le fonti del suo
ilaria porotto
mostra visitata il 19 Maggio 2006
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