Guarene d’Alba (Cn): tanto drastica quanto stimolante ed affascinante è la contrapposizione che mette di fronte l’effervescenza dei più singolari movimenti innovatori dell’arte contemporanea mondiale, coi loro impeti culturali freschi e inediti, al silenzio e alla staticità secolare dei terreni agresti, con le loro vigne e le attività rurali invariate negli anni.
Il dualismo filosofico tra la splendida cornice paesaggistica, la campagna di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, e la dinamicità degli organizzatori di Guarene Arte non è solo metaforico, ma anche fisico. Il punto di contatto è il settecentesco edificio Palazzo Re Rebaudengo, lo spazio espositivo per l’arte contemporanea voluto dalla Fondazione presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Guarene Arte 2000, mostra internazionale di giovani artisti giunta al suo quinto appuntamento, conferma la volontà della Fondazione di promuovere le ricerche più innovative e rilevanti dell’arte contemporanea.
Come per gli anni passati, direttori, curatori e critici internazionali hanno selezionato un gruppo di giovani artisti che espongono, ciascuno, un’opera e un progetto da realizzare. Il numero degli artisti presenti è passato, dagli otto delle scorse edizioni, ai quindici di quest’anno, rendendo così la mostra ancor più affascinante e stimolante, ma anche, logicamente, ben più impegnativa per lo spettatore, essendo, specialmente i progetti presentati, di non immediata comprensione per un fruitore delle opere d’arte non addetto al settore.
Una giuria composta da personalità italiane e straniere del mondo dell’arte e della cultura ha scelto i vincitori del 2000: Artur Zmijewski , polacco, ha ottenuto il Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’opera più interessante e Runa Islam, residente a Londra, quello Regione Piemonte per il miglior progetto.
Questa primavera sono stati parte della giuria l’architetto Vittorio Gregotti, Jéròme Sans (direttore de Le Palais de Tokyo di Parigi) e Maria de Corral, direttrice della Collezione d’arte contemporanea della Fondazione la Caixa, a testimonianza di un filo ideale che lega, quest’anno, la Fondazione Sandretto alla Spagna e al mondo latino americano, iniziato a febbraio con l’esposizione Identità Future di Madrid, dove è stata l’unica Fondazione italiana invitata in una delle più prestigiose sedi espositive europee per la fotografia contemporanea. Bandolo che continua anche con la presenza, tra i quindici artisti internazionali emergenti presenti a Guarene 2000, del messicano Damian Ortega, autore degli originali strumenti di lavoro animati.
Tutti gli artisti, provenienti dai cinque continenti, pongono l’accento, con i loro lavori, sull’impegno della Fondazione nel promuovere le più espressive energie della ricerca nell’arte contemporanea, nonché testimoniano la sua attenzione al continuo processo di comunicazione globale dell’umanità attraverso l’arte.
Il progetto di Runa Islam “Einstein/Eisenstein” gioca con la ricezione televisiva e il cinema. Utilizzando dei modellini di treni e telecamere a circuito chiuso, il progetto riorganizza i due aspetti primari dell’immagine in movimento (l’immagine e il movimento appunto!). Il lavoro ha l’obiettivo di esaminare le correlazioni dell’immagine in movimento con il tempo e lo spazio reali.
Assai interessante anche l’opera, “Stare Out ”, presentata della Islam, nativa del Bangladesh; in essa l’artista analizza l’ambiguità della percezione nel guardare in modo fisso qualcuno. Runa Islam spoglia l’azione della visione della sua certezza, rendendo palese che tutto ciò che osserviamo è contingente, e altrimenti non potrebbe essere, per cause sia interne sia esterne.
Entrambi i lavori (opera e progetto) presentati dal polacco Zmijewski sono dotati di una carica drammatica ed emotiva non comuni. La bozza del progetto, un film, riguarda la ricostruzione degli esperimenti nazisti di sterilizzazione di massa per mezzo di radiazioni.
L’opera vincitrice, invece, è un filmato che mostra persone disabili con arti amputati. Queste ricevono degli aiuti concreti, in movimenti apparentemente naturali e banali, quali il camminare e il lavarsi, da persone sane che “prestano”, temporaneamente, i loro arti all’uso ai disabili per le loro azioni. La conseguente intima vicinanza rivela la profonda e sincera umanità necessaria per aiutare veramente le persone disabili.
Simile nell’obiettivo umanitario e nell’idea rappresentativa del corpo menomato quale metafora per scoprire l’uomo, ma assai differente per il tipo di realizzazione e per la minor crudezza delle immagini, è l’installazione video dello svedese Magnus Wallin. Attraverso l’uso di spettacolari videogiochi realizzati al computer, abbinati ad una colona sonora particolarmente incisiva, l’artista presenta la sua percezione della visione estetica della società moderna. Come scrive Wallin, “Essere diverso, e quindi pericoloso, significa possedere un’altra capacità di percepire le cose, disturbando la totalità e l’ordine ”.
A nostro giudizio, particolarmente meritevoli di una citazione sono anche l’indiana Sharmila Samant , presentata dal direttore del Museo di New Delhi, col suo progetto di riutilizzo dei tappi di Coca Cola, e Wouter van Riessen, olandese, indicato da Karel Schampers, del museo di Van Beuningen. Il suo lavoro che ha entusiasmato è “Autoritratto con due bambole”, vivace opera che simboleggia il disagio sociale, la mancanza di certezze, l’inconscia predisposizione all’autolesionismo delle ultime generazioni.
claudio arissone
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Potrei essere anche d'accordo con lei ma QUALI sarebbero questi nomi nuovi e QUALI sarebbero queste vituperate riviste patinate?
Iniziamo a far nomi e cognomi, è il caso!
Complimenti per l'articolo. Che anche in Italia si cominci veramente a trattare l'arte contemporanea, quella vera dei nomi nuovi invece che quella impostaci dalle riviste patinate?
Sono l'autore dell'articolo, ringrazio per i complimenti.
Nuovi nomi? La Fondazione Sandretto persegue da tempo una politica di ricerca e valorizzazione dei nuovi talenti a livello world wide.