La Cavallerizza Reale, costruita come Accademia Militare di casa Savoia, è stata adibita, nel corso dei secoli, ad una serie di usi: sede di scuderie, stabile abitato da operai, residenza di funzionari, set cinematografico. Nella più ampia prospettiva di una riqualificazione del complesso, un appartamento al piano terreno è ora sede di un’esposizione collettiva che si configura come una mostra site-specific. Giocando sulle stratificazioni del luogo e sugli slittamenti di significato dell’aggettivo reale, l’operazione tende, volutamente, a disperdere la componente pragmatica di azione e indagine contestuale in una serie di riflessioni su verità e finzione, su presenza e virtualità.
Filippo Centenari propone Videocattura: quattro monitor, intrappolati in tagliole, trasmettono immagini da telecamere dislocate tra spazi interni ed esterni. Le inquadrature di tre porzioni di spazio, a testimonianza del processo di continua riconversione subito dall’edificio, sono messe in relazione con un video della performance di spiegazione delle macchine di Michelangelo Castagnotto: nel suo Rituale d’Accesso Semantico all’Opera, sequenza di gesti che introduce arbitrariamente lo spettatore all’interno del linguaggio estetico, l’esecuzione proiettata si priva del proprio fondamento immanente e azzera la propria essenza prescrittiva. All’interno di un sistema di ripresa diretta, vanifica i tentativi di contestualizzare spazio e tempo.
Slavko Asimovic riflette sul ritrovamento di un foglio di produzione scenica di un film diretto da Sergio Castellitto. L’installazione riunisce in una stanza alcuni degli elementi presenti nella lista dei fabbisogni, ignorando l’ipotetica disposizione originale degli oggetti. Ancora con il cinema dialoga Daniella Isamit Morales, con Ristrutturare il Pavimento di Casa di Eva: documentazione scritta di un “work in progress” realizzato sul set del film attualmente in produzione negli appartamenti vicini alla mostra. L’intervento diventerà evidente soltanto attraverso la visione del film.
Manovisione di Filippo Maria Selvaggio propone un “effetto-Larsen” dell’immagine. Una telecamera riprende lo schermo con cui è collegata a circuito chiuso. L’esperienza della vista è ridotta ai termini essenziali della visione. Messa alla luce all’infinito, la sensazione si manifesta, rapprendendosi in una sinestesia tattile.
ivan fassio
mostra visitata il 27 giugno 2012
dal 27 giugno al 10 settembre 2012
Ulaz “Perché mai gli ingressi dei portoni sono segnalati in serbo?”
a cura di Bruno Barsanti e Alessandro Carrer
Cavallerizza Reale
Via Verdi 9, Torino
Orari: mer-ven 18.30 – 01.00
Ingresso libero