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amanti delle classifiche saranno certamente edotti sul fatto che il Castello di
Racconigi ha conquistato quest’anno il titolo di “Parco più bello d’Italia”,
strappando così lo scettro alla Reggia di Caserta. Riconoscimento meritato per
la residenza che più di ogni altra racconta – anche attraverso un “lessico
famigliare” – l’epopea della controversa ex Casa Regnante, a lungo nelle
posizioni di testa tra i monumenti più visitati del Piemonte, prima di essere
scalzata dalla Venaria pigliatutto (sicché potrebbe essere letto nella
direzione di un “rilancio” il trasferimento in loco da Aglié, palcoscenico delle
ultime tre edizioni).
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sculture monumentali (e diversamente non potrebbe essere, data la cornice,
soverchiante per dimensioni e fascino), realizzate da artisti provenienti da
Italia, Gran Bretagna e Taiwan: un percorso di due chilometri, pensato non
tanto per fare il punto sullo stato dell’arte oggi e prefigurare scenari
futuri, quanto per offrire un circoscritto résumé transgenerazionale.
Punto
nodale e, insieme, debole, poiché la piacevolissima passeggiata dalla reggia secentesca
alla Margaria – peccato la segnaletica non sempre puntuale – esprime sì una
prospettiva curatoriale orientata verso pratiche e nomi affermati o
storicizzati (non a caso, all’ingresso si viene splendidamente accolti da Arnaldo
Pomodoro), ma
paradossalmente questa esplicita dichiarazione d’intenti non si traduce in
chiarezza. Confermando indirettamente come la scultura sia materia “rovente”
per i nostri tempi, che esitano a trovare una quadra proprio sulla sua contemporaneizzazione.
Così
la Biennale di Racconigi diventa anatomia di una tecnica che suda per ritrovare
la sua collocazione, assediata com’è dall’installazione, dal ready made o
addirittura dalla body art. Per giunta, nel Paese delle Biennali sincrone, la
pur utile riflessione piemontese è apparsa relegata in una posizione marginale.
Non
tanto per la mancanza di star (ed è inutile stare a sindacare sull’esclusione dalla
pattuglia albionica di primattori come Hirst e Gormley) e sapienti sensazionalismi,
quanto piuttosto per la carenza di una visione agglutinante. “Colpa” non già
della disposizione diffusa o di un’esaustività impossibile da pretendere, ma di
un rapporto disomogeneo e troppo variamente equilibrato tra le opere e uno
scenario che catalizza su di sé quell’”emotività” e quell’estetica della
“meraviglia” che avrebbero dovuto costituire il perno dell’intero progetto.
Natura matrigna…
Scultura
ad Agliè nel 2008
anita
pepe
mostra
visitata il 7 agosto 2010
dal 6 giugno al 10 ottobre 2010
Scultura
Internazionale a Racconigi 2010 – Presente ed esperienza del passato
a
cura di Luciano Caramel
Castello
di Racconigi
Piazza
Carlo Alberto, 1 – Racconigi (CN)
Orario:
da martedì a domenica 9-18.30
Ingresso:
€ 2
Catalogo
Silvana Editoriale
Info:
tel. +39 017284005; fax +39 0172811531; comunica.racconigi@ambienteto.arti.beniculturali.it;
www.ilcastellodiracconigi.it
[exibart]