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contemporanea, dove il mezzo è ancora utilizzato secondo tradizione, figura
senza dubbio Ryan Mendoza (New York, 1971; vive a Napoli e
Berlino). Onanistici, poiché piacevoli come l’atto stesso del guardare per
colui che ama collocarsi come voyeur, i suoi quadri sembrano restituire
l’immaginario descritto in alcune scene tratte dal mondo cinematografico, da
magazine come Cosmopolitan o dal meno
patinato Playboy. Reduce dalla
recente The Possessed, mostra
presentata al Madre di Napoli, a distanza di quindici anni dalla prima
personale torinese, da In Arco l’artista americano espone una selezione di
lavori prodotti tra il 1998 e il 2006.
In Poddle (2006) e
Metal dog (2002), sovrapposizioni di colore caratterizzano le campiture di
fondo, a tratti piatte e a volte impastate, in cui appaiono dettagli
riconoscibili di animali, oggetti o persone. Sembrano immagini che affiorano da
una massa non chiara, ma identificabile con la materia del non conscio e del
desiderio. Sono apparizioni che si sovrappongono con stratificazioni di pittura
a olio, strumento in un certo senso classico, ma rinnovato per la scelta dei
soggetti indagati e le composizioni a cui l’artista dà forma.
Mendoza ricorre alla tecnica pittorica come rassicurante
mezzo che, per antonomasia, è il medium della storia dell’arte occidentale. La
sua cifra stilistica, ormai inconfondibile, è costituita da sicuri colori
accesi e pennellate irrequiete e abbozzate. Il campionario visivo a cui
l’artista attinge è invece circoscritto in una serie di seducenti e
accattivanti immagini che, riconducendo a soggetti estremamente familiari, catturano l’occhio dello
spettatore destando curiosità e auto-proiezione.
In parte lontano dai primi
dipinti in cui, oltre alla perversione, sembrava sottesa un’estetica della
violenza domestica e incestuosa, evidenziata da cromie vivide e gesti pittorici
rapidi, la produzione recente di Mendoza pare essersi ammorbidita per lasciare
spazio a gesti più precisi e raffinati. Un realismo pittorico – che ha però di
base l’irrealtà tipica della visione – con cui lo si accumuna a colleghi
internazionali come il belga Michaël
Borremans o l’americano John Currin.
A Nicely Polished Looking Glass e The Horror, entrambe del 2005, aprono la parentesi mendoziana sul
figurativo satirico che vede la provocazione sessuale non più esplicitamente
rappresentata, ma delegata a soggetti e icone che, immerse in tonalità pastello, ricordano le atmosfere
anni ‘50 delle pin-up.
Il mondo creato da Mendoza appare dosato e misurato,
tenuto sotto controllo dalla maestria pittorica. Però è al tempo stesso anche
ritratto di una collettività che racchiude inquietudini, turbamenti e tabù.
La
personale al Madre
Mendoza
in mostra a Napoli al Maschio Angioino
mostra visitata il 12 febbraio 2011
dal 20 gennaio al 12 marzo 2011
Ryan Mendoza – Opere scelte
Galleria In Arco
Piazza Vittorio Veneto, 3 (centro) – 10124 Torino
Orario: dal martedì al sabato ore 10-12.30 e 16-19.30
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0118122927; info@in-arco.com;
www.in-arco.com
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