Un interesse, quello nei confronti del carcere, che recentemente sembra contagioso, visto che numerose iniziative nell’ultimo anno hanno visto come protagonista un luogo che solitamente si tende a dimenticare, ignorare o relegare ai confini della società . Un’attenzione che, francamente, sembra più una “moda passeggera” che non un interesse autentico verso le problematiche reali della detenzione. Ma l’arte non ha il compito di fornire risposte e pone, invece, molte domande.
Gli architetti chiamati a progettare un’ipotetica cella che avesse in sé le caratteristiche essenziali per la vita dei detenuti si sono ritrovati a disegnare anche uno spazio che coinvolge più sfere, da quella etica a quella politica e sociale. In quest’occasione sono nati progetti che hanno indagato le diverse istanze relative al concetto di detenzione, arrivando ad analizzare diversi temi, fra cui il rispetto dei diritti umani e l’evoluzione urbanistica delle strutture detentive.
I professionisti di varie nazionalità hanno così progettato, ognuno in base alla propria cultura e alle proprie riflessioni, diversi luoghi più o meno concreti nella loro capacità di ospitare i detenuti. Il progetto dello studio
Diller Scofidio + Renfro, incentrato su un aspetto virtuale piuttosto che realistico, si realizza attraverso un elaborato software interattivo che simula diverse configurazioni spaziali possibili in relazione al tipo di crimine a cui la cella è destinata.
Decisamente piĂą concreto il progetto dello studio
Nowa di Marco Navarra, che in collaborazione con il carcere di Caltagirone ha coinvolto i detenuti nell’elaborazione, chiedendo loro di immaginare o disegnare una cella a loro misura, ponendo quindi l’attenzione verso il punto di vista di chi vive la privazione della propria libertà .
L’isolamento forzato e la sua relazione con il lavoro intellettuale ha spinto
Ines & Eyal Weizman a progettare una libreria che raccoglie tutti i volumi scritti in carcere, dalle lettere di San Paolo agli scritti di Jean Jenet ai testi di dissidenti politici come Gandhi e Gramsci. Questa raccolta di libri sarĂ , in seguito, donata a una struttura detentiva.
Anche se con risultati discontinui, alcuni dei progetti offrono spunti e soluzioni per affrontare il tema della vivibilità all’interno delle strutture carcerarie.
Insieme ai progetti architettonici è stata presentata una rassegna di video d’artista sul tema delle carceri, con opere fra gli altri di
Darren Almond,
Gianfranco Barucchello,
Ashley Hunt,
Jaan Toomik,
Kon Trubkovich e Arthur Zmijewski.
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ma Bonami quando la smetterĂ di prenderci per i fondelli?