Si aprono delle finestre sulla vita di tutti i giorni, la vita di persone comuni, gente che lavora, prega, piange, ride e s’innamora, vive. Lo scatto fotografico da sempre immortala lo scorrere del tempo catturando, a volte, un normale momento del quotidiano e rendendolo unico, memorabile.
In un viaggio che parte dall’algido Nord per giungere nell’accogliente abbraccio del Sud, si narra la storia dell’Italia negli anni del neorealismo, dal secondo dopoguerra in avanti. L’occasione per farlo è la mostra “Gli anni del Neorealismo: tendenze della fotografia italiana”, in questi giorni al Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia”. Immagini spontaneamente belle che lasciano in bocca un sapore agrodolce di un’epoca lontana a tratti fiabesca, per altri versi allegorica, che molti di noi hanno vissuto attraverso i racconti dei nonni e dei genitori.
Erano gli anni della rinascita, del passaggio
Ideata e realizzata dalla FIAF con la collaborazione dell’Archivio Fotografico Toscano, l’esposizione raccoglie circa 150 fotografie in bianco e nero scattate da trenta dei maggiori fotografi italiani (Piergiorgio Branzi, Pietro Donzelli, Nino Migliori, Alfredo Camisa, Luigi Crocenzi, ecc.), tra la fine della seconda guerra mondiale ed i primi anni ’60.
Fotografi che in quegli anni si dedicarono, come detto, con attenzione alla documentazione di situazioni vere e reali. Una ricerca che “risentì, non sempre con la consapevolezza dell’autore, delle istanze che il cinema proponeva” con i film di De Sica, Visconti, Pasolini.
Oggi, a cinquant’anni di distanza “ritroviamo nelle motivazioni del neorealismo fotografico una parte importante della nostra storia recente riscontrando una sorprendente originalità nel raccontare con spontaneità la quotidianità di una nazione che si stava riscoprendo”.
La mostra, nel complesso piacevole ed interessante pecca però nell’allestimento, in primis la scelta della location. Un gioco di luci ed ombre rende difficile, infatti, al visitatore cogliere appieno il fascino d’ogni singola immagine.
Nel catalogo (240 pagine con più di 200 fotografie pubblicate) che accompagna la mostra, oltre alle immagini, si possono leggere i contributi di alcuni studiosi della storia della fotografia, che analizzano le radici del fenomeno e le tendenze che ne sono scaturite; al fondo del volume sono riportate alcune interviste realizzate ai fotografi.
“La fotografia di movimento richiede la scelta di un momento narrativo quale solo il cinema ci ha abituato a vedere…bisogna saper cogliere l’atteggiamento momentaneo, il movimento, il sensazionale, l’essenziale di ogni cosa…” Federico Patellani, “Il giornalista nuova formula” in “Fotografia, prima rassegna dell’attività fotografica in italia” a cura di E.F. Scopinich – Gruppo Ed.DOMUS – 1943
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Federica De Maria
vista il 15 dicembre 2001
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