Si tratta di una doppia personale che associa il lavoro di due artiste tra loro molto differenti. Se infatti il lavoro dell’artista tedesca Karin Sander, alla sua prima personale italiana, si presenta come un’operazione concettuale intelligente e studiata, Emanuelle Villard, con altrettanta intelligenza e capacità creativa, produce oggetti più tradizionali, che hanno a che fare con la concezione estetica del quadro e con le sue possibili e imprevedibili trasformazioni.
La prima sala della galleria ospita un lavoro di Karin Sander che ha a che fare soprattutto con il luogo e con lo spazio: non soltanto lo spazio espositivo, ma anche e soprattutto quello che ospiterà il lavoro una volta che questo venga acquistato. Si tratta di una serie di tele bianche, raccolte e esposte in normali scatole di cartone. Ma il lavoro vero e proprio avviene in un secondo momento: l’artista firma un contratto con il collezionista interessato all’opera, che sceglierà un luogo, una situazione atmosferica o una circostanza fisica in cui la tela dovrà permanere per un certo periodo di tempo, fino ad acquisire su di sé le trasformazioni proprie del contesto concreto cui è stata esposta. Un esempio è appeso ad una delle pareti: una tela bianca di medie dimensioni, precedentemente esposta all’aria aperta per un tempo determinato fino a modificarsi, ad assorbire su di sé chimicamente e spontaneamente gli umori del luogo, la pioggia, il vento, l’aria stessa della città. Il risultato è un lavoro unico, irripetibile e irriproducibile per definizione.
Nella sala successiva la Sander presenta invece un lavoro sulla storia e sull’identità che ha per titolo lo stesso nome dell’artista. Sono esposte una sessantina di fotografie, ma non si tratta di un lavoro fotografico. Le immagini sono il risultato di una ricerca, svolta a livello mondiale dall’artista, che ha cercato e
Sempre della Sander sono poi esposte due sculture cha hanno per oggetto semplici uova essiccate, che dopo un lungo periodo di tempo, ù si trasformando in scultura e in riflessione sull’equilibrio stesso e sulle sue proprietà. Infine è presente una piccola scultura della serie 3D Body scans: l’oggetto è realizzato a colori, a partire da una scansione effettuata con il computer e avente per soggetto visitatori delle sue mostre che si offrono volontariamente a interagire con l’artista e con l’opera, per rimanere fissati nel tempo e nella memoria all’interno dell’opera stessa.
Di Emanuelle Villard sono invece esposti alcuni quadri di piccole dimensioni. Sono quattro, ciascuno su una parete bianca della saletta della galleria, per un forte impatto cromatico e visivo. Sono presenti anche alcuni quadri-cuscino monocromatici, realizzati dall’artista attraverso la piegatura di alcune normali tele da pittura poi dipinte con smalti lucidi, dai colori vivaci e intensi. E’ una pittura pensata e concentrata sulle modalità del fare e dell’agire pittorico, che sono colti nella loro infinita multiformità e varietà attraverso un’analisi attenta e precisa, che conduce a risultati spesso sorprendenti.
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