I promotori dell’iniziativa, Comune e Turismo Torino, sostengono giustamente che le opere di Luci d’artista a Torino, la grande installazione d’arte contemporanea a cielo aperto, dovrebbero essere pensate come impianti permanenti, non solo finalizzati al periodo natalizio. Idea lodevole, ma come spostare la mentalità comune del considerare una carnevalata le luci fuori stagione nelle strade? Se ci vorrà ancora del tempo per il progetto di rendere Torino una capitale della luce a tutto tondo per 365 giorni l’anno, godiamoci almeno in questi due mesi le romantiche e struggenti passeggiate nelle vie e piazze di Torino.
Fino al 14 gennaio 2001, dalla periferia al centro, il progetto Luci d’artista coinvolge sempre più la città nella sua globalità, basti pensare allo spettacolare “Lucedotto”di Richi Ferrero alla Pellerina. In una zona tanto vituperata quale idea miglior di un’abbagliante luce azzurra che avvolge un’enorme gru per regalare più sicurezza ai preoccupati abitanti della zona? Il blu stagliato nel cielo per circa trenta metri e una massa arancione accanto risaltano nella notte e sembrano dare ai visitatori che giungono a Torino l’idea, sempre attuale, di città laboratorio, ma anche di una metropoli dove si ha la forte volontà di realizzare progetti e innovare per il bene della comunità.
Questo museo d’arte contemporanea a cielo aperto è anche un modo per reagire alla recente alluvione, che oltre ad aver causato un ritardo nella proposta dell’iniziativa, ha anche provocato uno spostamento di alcune luci. Se le sponde del Po sono più povere si sono arricchite piazza Solferino, con gli oltre ottocento lumi sospesi e colorati del “Tappeto volante” di Daniel Buren, e il laghetto di Italia ’61, con la ruota-fontana di luce.
Due opere collocate in posti particolarmente adatti sono “Luì e l’arte di andare nel bosco” di Luigi Mainolfi in via Lagrange, che sembra una fiaba di Natale raccontata a chi arriva a Torino in treno da Porta Nuova, e “Piccoli spiriti blu” di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini. Forse la sistemazione dell’anno precedente alla Gran Madre era troppo dispersiva, mentre questa volta è perfetta nel regalare un’atmosfera natalizia alla collina: manca solo la neve, ormai assente da anni a Torino nel periodo natalizio.
Lodevole iniziativa inoltre dell’ATM che ogni sabato e domenica, fino alle 14 gennaio 2001, offre a tutti la possibilità di una gita artistica in pullman per ammirare il museo all’aperto di luci d’artista. Ogni dieci minuti a partire dalle 17.30, infatti, in piazza Vittorio Veneto, un autobus inizierà il tour della città per una passeggiata sotto le luci d’artista, gratuitamente per un’ora e 45 minuti.
Merita sicuramente una citazione particolare l’installazione “Il volo dei numeri” di Mario Merz sulla riaperta Mole Antonelliana, meta di turisti ed appassionati di cinema. Il titolo dell’opera sembra veramente appropriato per chiudere degnamente l’anno dedicato alla matematica, ma anche per sottolineare lo slancio di un monumento, ma soprattutto di una città che si vuole porre nelle vette del turismo internazionale.
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Luci d’Artista 1999
Claudio Arissone
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