La rassegna delle opere esposte da In Arco comprende tre serie realizzate fra gli anni ‘70 e ’80, riconducibili al progetto
Roci (Rauschenberg Overseas Culture Interchange).
Nelle opere di
Robert Rauschenberg (Port Arthur, 1925 – Captiva Island, 2008), straordinario anticipatore della Pop Art americana, emerge con forza l’insuperata capacità di avvicinare l’arte alla vita, in una ricerca continua di nuovi linguaggi espressivi. Il suo operato trae linfa vitale dal modello del ready made duchampiano ed è caratterizzato da un’evoluzione costante e da una sperimentazione senza limiti. Dinamiche salienti, che gli hanno consentito di mantenere un dialogo indissolubile fra pittura, scultura, fotografia e performance. Innumerevoli associazioni di tecniche e materiali, in grado di fondersi e compenetrarsi in una inesauribile creatività.
La fotografia è per Rauschenberg uno strumento principe per indagare il mondo: “
Se vedi qualcosa che ti riconduce a una foto, quella è la ‘verità’. Uso tutto quello che posso trovare, ma la fotografia è per me un modo di stare in contatto con tutte le ombre e i punti più luminosi che mi circondano”, sosteneva l’artista. “
Quando utilizzo la fotografia attraverso la serigrafia, le immagini trovano il loro spazio nei dipinti e nelle mie sculture”.
L’immagine diventa così il trait d’union fra realtà e rappresentazione. L’utilizzo degli
object trouvé è dunque emblematico, soprattutto nei celeberrimi
combine painting: “
Penso che un quadro assomigli di più al mondo reale se fatto col mondo reale”.
L’intreccio fra arte e vita diventa portavoce di popoli e culture nel progetto Roci, tramite il quale l’artista diffonde il proprio
modus operandi in luoghi “altri”, facendo sì che le sue realizzazioni diventino un linguaggio universale, frutto di una costante ricerca sociale. Fra le opere esposte, riassumono questi intenti
Change, realizzato in Malesia, e
Quorum, portato a termine in India. Lavori internazionali, in cui l’artista texano è riuscito a farsi interprete delle civiltà che ha incontrato, immedesimandosi in esse. È così che le dinamiche della vita vengono racchiuse in ogni supporto utilizzato.
Di grande impatto è infine
Ringer State, un collage d’immagini in cui domina un possente bovino. Uno stralcio di giornale capovolto pone l’accento su un fatto di cronaca realmente accaduto. Mentre la tecnica serigrafica crea una delicata traslucenza.