La rassegna annuale Profili, promossa dalla Regione Piemonte ed organizzata dall’Associazione Piemontese Arte, dedica il suo secondo appuntamento a Corrado Levi. La mostra in San Filippo, curata da Luca Beatrice e Guido Curto, raccoglie vecchi lavori e opere recenti dell’artista torinese, costituendo un allestimento che narra di un necessario e continuo rapporto con il passato ma si dirige, inoltre, con una certa tensione emotiva, verso il nuovo ed il futuro. Corrado Levi è un personaggio poliedrico, attento ma anche piuttosto audace se si pensa che, in Italia, l’occuparsi di più attività distinte genera ancora una certa diffidenza. Collezionista, scrittore, gallerista e curatore, artista e docente di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Milano, sceglie – però – di dedicarsi alle sue molteplici passioni in modo organizzato, occupandosi di un aspetto alla volta, conscio dell’importanza di mantenere, in ogni campo, la giusta professionalità. Attingendo, in parte, da una fertile permanenza a New York, l’artista dimostra di possedere una fervida temerarietà d’ingegno e di stile. A Milano cura ed ospita le mostre di molti artisti emergenti, favorendo proficui scambi di vedute, sentori, intuizioni ed esperienze. Autore di libri quali New Kamasutra – didattica sadomasochistica, Canti spezzini e Diari di qua e di là, si nutre di Arte Povera ma anche di Graffitismo e Transavanguardia, degli scritti di Erik Satie e Karl Kraus, degli insegnamenti di Carlo Mollino e Franco Albini. I sentiti rapporti con Alighiero Boetti, Mario Schifano e Carol Rama influenzeranno il suo percorso; l’artista prenderà spunto dalle realtà contemporanee in modo produttivo e mai sterile. Il lavoro di Corrado Levi ci consente di effettuare un accostamento forse non immediato ma, di fatto, più che opportuno: leggerezza ed incisività, lo scopriamo analizzando i suoi prodotti, possono convivere ed integrarsi nell’ambito del medesimo stile compositivo (e il termine incisività traduce, in questo caso, sia determinazione che efficacia). In San Filippo, svariate opere su carta – tra le quali ritroviamo messaggi e disegni – ci guidano nella salita fino alla galleria, suggerendo i pensieri energici e guizzanti dell’artista e introducendoci nello spazio espositivo vero e proprio. Levi dedica immagini o parole a grandi personaggi quali Spazzapan e Licini ; i suoi omaggi, talvolta, sono costituiti da vere e proprie citazioni. Parecchi scritti, tra quelli presenti, sono rivolti a Carol Rama (è sua l’affermazione: Ho vissuto sempre sintonizzata sul complicato). Tra i lavori più suggestivi, da ricordare Fahrenheit Amundsen (1998) e i due pezzi appartenenti alla serie Lenti (1986), che inglobano nell’opera tridimensionale una lente d’ingrandimento puntata su paesaggi urbani quieti, come fosse un virtuale – e telescopico – buco della serratura da cui guardare. Dalle grandi stampe al plotter su PVC spiccano numerose finestrelle aperte su mondi interiori: cos’è che, in Amori notturni (2002), fa ardere di rosso o di blu quelle stanzette sospese?
”Ogni campo esplora una parte di realtà e il fatto di saltare da una parte all’altra mi ha fatto capire sempre qualcosa di più, anche se ogni salto ti obbliga a una fatica terribile…”
[Corrado Levi, 2002, dall’intervista con Guido Curto e Luca Beatrice]
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Torino, Galleria di San Filippo, Via Maria Vittoria 5
Per informazioni: Associazione Piemontese Arte 011 2481790
Dal 31 maggio al 14 luglio 2002; Orario di visita: tutti i giorni dalle h 16.00 alle h 20.00; lunedì chiuso; ingresso: libero; Catalogo: edito da Charta, a cura di Luca Beatrice e Guido Curto[exibart]
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Sono contento di questa mostra poichè considero Levi un artista poliedrico di sicuro interesse, con notevoli margini di crescita sul mercato.
Forza Levi.