È ancora possibile trasporre i sentimenti umani in opere d’arte? Universi magici composti dall’essenza di emozioni quotidiane alberano i lavori di
Danilo Bozzetto (Torino, 1975).
Sculture di grandi dimensioni, come cavalli senza cavalieri, diventano i guardiani di un mondo incantato e suggestivo. Giochi immaginari nascono dalla struttura del quadro e vengono trasposti nelle tre dimensioni, accompagnando il visitatore nel viaggio poetico dell’infanzia. Lo spazio espositivo diventa un racconto in cui addentrarsi, come nelle pagine di un libro. L’incanto di una fiaba contemporanea, dove una bimba bionda rievoca la figura di Alice.
I soggetti a cui s’ispira l’artista piemontese sono reali: Pietro, Irene, Paolo, ancelle e cavalieri della modernità. L’ambiente domestico è intriso nelle pieghe del legno scolpito, così come nelle forme della ceramica e della terracotta.
Nei disegni a matita e a china emerge una peculiarità sintetica, un tratto grafico essenziale in cui l’artista dipinge i figli nei loro semplici gesti. Un bambino stringe nelle mani un giocattolo, un cavallo di piccole dimensioni, identico ad altri tre, mastodontici, ritratti alle sue spalle. Sono appena abbozzati e le linee di costruzione costituiscono l’elemento della loro poderosa struttura. In altri disegni, una bambina è ritratta con un dito in bocca, in una posa naturale.
Le sculture, così come i soggetti dipinti, indossano abiti comuni, con un riquadro all’altezza del petto, dove compare un cavallo o un elemento che riconduce all’operato artistico: un quadro nel quadro.
L’abilità pittorica di Bozzetto emerge dalle grandi tele intitolate
Amare, se necessario, fino a levigare, dove tutto si trasforma in scenografia. Anna, la figlia, osserva i grandi equini senza temerli; è ritratta in una posa ingenua, con una gamba lievemente inclinata: rispecchia la voglia di continuare a sognare e guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia. In un lavoro omonimo, Anna è circondata da cavalli e tiene in mano le redini del gioco. Colpisce in questa raffigurazione la delineazione del volto, che ha tratti quasi fotografici.
Brani inediti realizzati da Umberto Ferrero e David Nizi accompagnano la mostra: suoni che rievocano il lavorio dello scultore, voci dei familiari che fanno incursione negli spazi.
I cavalli di Bozzetto ricordano quelli di
Mimmo Paladino in
La montagna di sale, seppur con un linguaggio espressivo diverso. Le opere di Bozzetto rientrano in un work in progress per la realizzazione di un grande esercito giocattolo. L’installazione di
Fides e
Tiziano, che accoglie i visitatori al centro commerciale Le Gru di Grugliasco, s’inserisce appieno nel progetto.
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Amare, se necessario, fino a levigare e parabole a unire punti equidistanti”, recitano alcuni versi di Umberto Ferrero, che descrivono sapientemente quest’arte. Amare e levigare è il connubio vincente in un’epoca che troppo spesso dimentica i sentimenti.