Era l’anno 1946 e George Costakis, accompagnando diplomatici in visita a Mosca presso gallerie d’arte e negozi di antiquariato, innamoratosi di un dipinto di Ol’ga Rozanova decise di collezionare opere delle avanguardie russe d’inizio secolo. In piena epoca stalinista, tra le pericolose accuse di formalismo estetico e il dogma del realismo sovietico, la sua scelta significava appassionarsi ad un’arte allora vietata, poiché ritenuta creazione borghese, intellettuale ed inutile alle masse e, di conseguenza, comportava l’infrazione della legge sovietica. Eppure, nel celebre appartamento di Avenue Vernadskij, Costakis riuscì a raccogliere numerose opere d’avanguardia, ivi esposte in accostamento ad icone tradizionali. La sua abitazione privata divenne luogo di scoperta per il mondo culturale moscovita, dove s’incrociavano intellettuali ed artisti, tra cui i giovani Francisco Infante, Edward Steinberg e Ljdia Masterkova, protagonisti del movimento non-conformista russo.
La mostra è a cura di Maria Tsantsanoglou, direttrice del Museo statale di arte contemporanea di Salonicco che ha acquistato la collezione nel 2000, e Angeliki Charistou, e conta circa 300 opere esposte, coprendo un arco temporale che va dai primi anni Dieci del XX secolo agli anni Quaranta.
Il percorso inizia con Ritratto di Malevič, un’opera in stile pre-quadratonero e datata al 1910, in cui una giovane donna è resa nella sua vivacità espressiva con colori accessi, accostati al punto di creare un effetto cangiante. Il bellissimo dipinto, esposto con retroilluminazione, mostra una precisa costruzione per volumi geometrici, resi con pennellate nere quasi decorative, e rivela l’influenza della cultura popolare russa del lubok, fondamentale modello per gli artisti d’avanguardia. La visita prosegue con originali manifesti di propaganda realizzati per le vetrine satiriche Rosta, caratterizzate da immagini cariche di messaggi destinati al pubblico di massa, da artisti di spicco come Majakovskij e Malevič, e continua con libri d’arte d’epoca, tra cui Sullo spirituale dell’arte di Kandinskij, Discorso sulla fioritura universale di Filonov e il Fante di Quadri e il Fante di Picche di Rozanova.
Seguono sezioni tematiche dedicate a particolari momenti dell’avanguardia russa: dagli studi sulla cultura organica di Matjušin e dei fratelli Ender, alla pittura analitica di Filonov, all’opera Guerra Universale composta dalle poesie trans-razionali di Kručënych e dai collage di Rozanova, fino agli schizzi dedicati al tema della “costruzione” e della “composizione”, risultati visivi di un dibattito avviato nel 1921, presso l’INChUK, e considerato fondamentale base teorica del movimento costruttivista. Più avanti una serie di bozzetti per scene teatrali, ricami e manifesti politici di Popova, ed esempi di design per evidenziare la portata utilitaristica della ricerca artistica degli anni venti in Russia. Sul finire di questa imperdibile mostra si aprono altre sezioni dedicate all’influenza esercitata dagli studi di stampo scientifico sulla concezione del mondo e quindi sul modo di guardare ad esso attraverso l’espressione artistica. Accanto alla Pittura spaziale (o Cosmismo) di Kudrašhev, ammiratore del biocosmista e ingegnere spaziale Konstantin Tsiokolvskij, e Kljun, presenti rispettivamente con Luminescenza e Sfere nello spazio, entrambe datate alla metà degli anni Venti, troviamo il Proiezionismo di Nikritin, l’Elettro-organismo di Red’ko e, infine, un puntone dell’ala di Letatlin, il progetto eccentrico ed utopico realizzato alla fine degli anni 20 da Tatlin con lo scopo di realizzare una bicicletta volante guidata dall’energia umana. Per concludere, la mostra offre un’occasione di riflessione sullo stato dell’arte in Russia a seguito della nomina di Josif Stalin a segretario del Partito Comunista, avvenuta nel 1922, allo scioglimento delle associazioni di artisti e scrittori nel 1932 e dell’ufficializzazione del Realismo socialista nel 1934. Con le pesanti accuse di formalismo estetico, condannato al pari del tradimento nazionale, per gli artisti s’impose un graduale ritorno alla raffigurazione: così ci accompagnano all’uscita Nikritin con Donna Urlante e Kljun con Ritratto di Kazimir Malevič. Eppure lo spazio dell’ultima opera è riservato a Ritmo espressivo di Rodčenko, datata 1943-44, in cui l’artista, dopo aver teorizzato e realizzato la fine della pittura con il trittico Puro colore rosso, puro colore giallo, puro colore blu del 1921, ritorna sui suoi passi attraverso il distacco dall’utilitarismo d’avanguardia filtrato nella ricerca di libertà espressiva che si è trasformata in calligrafismo, che ci ricorda la ricerca di Pollock, riscrivendo uno spazio personale nella produzione d’arte che caratterizzava invece il blocco monolitico del regime di Stalin.
Alessandra Franetovich
mostra visitata il 29 dicembre 2014
Dal 3 ottobre 2014 al 15 febbraio 2015
Avanguardia russa da MaleviÄŤ a RodÄŤenko.
Capolavori dalla collezione Costakis
Palazzo Chiablese, piazzetta reale, Torino
Orari: tutti i giorni dalle ore 10 alle 19,30
venerdì dalle ore 10 alle ore 22,30