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Fino al 16.VI.2002 Marco Cingolani – Stropicciarsi gli occhi Torino, Promotrice di Belle Arti
torino
“Ho creduto che il codice fiscale fosse il mio ritratto più veritiero, ma mi sbagliavo. In un catalogo è stato stampato con una lettera in più. Quasi, quasi mi assomiglia, come in un mio disegno”(Marco Cingolani)…
Marco Cingolani pittore dell’Occidente: questa formula si adatterebbe bene a descrivere il percorso artistico di Cingolani, le sue evoluzioni e suoi continui riferimenti alla storia e alle icone del nostro secolo.
Questa l’impressione che investe il visitatore al termine della visita alla mostra antologica che la Società Promotrice di Belle Arti di Torino presenta fino a metà giungo. Le opere esposte mettono infatti in luce il percorso dell’artista dal 1982 ad oggi: via via la pittura si sovrappone a tutti i riferimenti culturali, sociali e biblici che affollano le opere, li consuma incorporando in sé le suggestioni culturali provenienti dall’attualità come dalla tradizione e dalla storia dell’arte. Nel corso degli anni è inoltre possibile osservare un preciso scivolamento stilistico, che trasforma la struttura del quadro in una compagine di figure e immagini regolata quasi unicamente dal colore. La narrazione s’intreccia alla densità coloristica delle emozioni fino a consumarsi in essa: così la pittura si fa linguaggio capace di passare la storia da parte a parte, fino a trasformarne radicalmente la possibile rilettura.
In questi lavori i riferimenti biblici e storici appaiono di una drammaticità attualissima. Si pensi alla Deposizione del 1990: qui il pittore mette in gioco il moto ascendente delle due scale ai lati della croce e quello inverso di discesa del Corpo Sacro. Vediamo il corpo di Cristo che scende, letteralmente, con il suo essere bianco, verso e dentro un colore che lo sporca e gli da insieme una vita chiarissima; mentre il rosso della croce campeggia sullo sfondo, unico riferimento immobile di chi guarda. E’ discesa kenotica: un movimento tutto sacro che investe in profondità la vita stessa della cultura occidentale.
Analogamente Pinocchio e Giona s’incontrano nel ventre infuocato di un’ipotetica e invisibile balena. Si guardano e discutono, come brani di una stessa cultura che si parlano da epoche e libri diversi, ritrovandosi qui nel luogo della loro comune radice simbolica e in una nuova opera smagliante.
Così Nietzsche, San Luca e gli Evangelisti, Oscar Wilde nel Far West e San Paolo in via della Spiga, e ancora le interviste a Stalin, Van Gogh e Beckett, il Papa e Saddam Hussein sono trasformati in improbabili personaggi quasi-televisivi, incredibilmente disponibili ad un paradossale accostamento al mondo della comunicazione massmediatica.
Per questa capacità intensissima di mescolare linguaggi e rileggerli, di cogliere le tracce della storia e dell’attualiotà e trasformarle in cultura, Marco Cingolani è vero pittore dell’Occidente – quello della concezione ebraico-cristiana della storia, della tecnica e della secolarizzazione, che trova le sue radici nel pensiero di Platone e di Aristotele.
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dal 16 maggio al 16 giugno 2002
Società Promotrice di Belle Arti di Torino, viale Balsamo Crivelli 11, 10126, Torino
Tel. +390116692545
Orari: tutti i giorni 10 – 12/ 16 – 19,30
catalogo con un testo di Marco Cingolani
[exibart]
BASTA con cingolani, e dal 1982 che si cerca di farlo passare come un pittore interessante. Tra marco e i pittori della domenica non esiste nessuna differenza estetica il suo plus valore sono la cerchia di galleristi ignoranti che lo sostengono. Chiedete ad un gallerista inglese o d’oltreoceano chi è cingolani: forse un formaggino.
Marco ritorna a lavorare con i cessetti duchampiani.
Sono una pittrice della domenica, cioè una ragazza che ama i colori e la bella pittura. Ho conosciuto Marco Cingolani nel 1982 quando ancora faceva il modello per Armani e non avrei mai pensate che potesse fare il pittore.
Negli ultimi anni ho seguito con apprensione le sue evoluzioni e ogni tanto siamo andati a dipingere assieme al parco del Ticino. Insomma, non so cosa dire di preciso, però invidio i suoi colori perchè sono sempre i più cari, i migliori. Riguardo ai suoi quadri non li capisco, ma d’altronde da uno che non ama il formaggio c’è poxo da aspettarsi.
amo il formaggio,
cara eleonora………
comunque continua a dipingere al ticino ed invita il marco.
Cosa ne dici della pittura di ackermann o di kevin apple? forse il tuo concept di pittura è fermo al settecento oggi siamo nel 2002 cosa rappresenta la pittura al ticino. “esiste un mondo ed io prendo il sole al fiume”. ciao e non intendo essere offensivo se lo sono stato scusa
cezanne
caro cezanne, ni sono infomata su Ackerman, grazie al mio amico Luca che compra Flash Art.
I suoi lavori mi sembrano molto belli e decorativi. Sono accattivanti, ma non penso che siano rilevanti per la storia della pittura. E non capisco come tu, che ti chiami Cezanne (uno che dipingeva come me, una pittrice della domenica. Almeno così dicevano di Cezanne i colleghi ufficiali, quelli che dipingevano bene) possa farti sedurre da un lavoro così… come dire… in superficie, non superficiale, ma proprio appena affiorante dalle acque della pittura. Caro Cezanne la prossima onda lo ricoprirà completamente e non riemergerà più. Però forse mi sbaglio. Saluti e
a presto. (Abiti forse a Novara?)
cara eleonora, come hai capito che sono di novara? comunque se ti sei informata su ackerman e lo definisci decorativo, penso che tu debba rivedere il tuo parco informazioni. e di kevin apple cosa ne dici? a dimenticavo la barzeletta che i pittori inpressionisti etc etc fossero dei pittori che dipingevano alla domenica e un luogo comune da neofiti, ti consiglio qualche buona lettura.