Jennifer Allora (Philadelphia, 1974) e
Guillermo Calzadilla (L’Havana, 1971) lavorano insieme dal ‘95. È fondamentale ricordare che vivono a Portorico, luogo che nell’inconscio collettivo suscita l’idea di natura originaria e paradisiaca ma che, in realtà, è sede d’industrie pesanti e, dunque, è un Paese carico di contraddizioni.
La loro ricerca si muove proprio nel cuore dell’ambiguità, insiste sui rapporti complessi che regolano il mondo tecnologico, la politica “non corretta”, la difficoltà delle relazioni tra uomo e animale. Un video recente,
Internal Combustion (La cruna dell’ago), risulta emblematico: l’idea che il cammello passi attraverso la cruna dell’ago pone in evidenza l’impossibilità di risolvere situazioni internazionali sempre più ardue.
In mostra vengono proposti quattro video, che palesano tematiche politiche e sociali. In
A man screaming is not a dancing bear (2008) l’ambientazione è New Orleans, una città disastrata dalla furia degli eventi. L’alternanza di due luoghi, uno interno e l’altro esterno, provoca un continuo spostamento di situazioni. Un abitante del Nono distretto suona le veneziane del proprio alloggio con un ritmo percussivo generato da uno strumento autocostruito e con questo gesto lascia filtrare brandelli di realtà, che si manifesta attraverso squarci di luce. La memoria va immediatamente alla grande tradizione jazzistica della città, che costituisce un sottofondo ripetitivo e penetrante.
Deadline (2007), girato a San Juan dopo il disastro provocato dall’uragano George, pone in primo piano due palme e una fronda imprigionata a mezz’aria da una lenza. L’ondeggiare cadenzato è l’unica traccia di vita nella stagnazione del tempo. Protagonista di
There is more than one way to skin a sheep (2007) è invece un tulum, la cui sagoma prende corpo dalla carcassa di una pecora. L’antichissimo strumento a canne, tipico dei Paesi che si affacciano sul Mar Nero, utilizzato per propagare il linguaggio autoctono e originario, diventa in questo caso un pretesto per porre in evidenza il contrasto fra tradizione e civiltà massificata.
Infine, in
Sweat Glands, Sweat Lands (2006), girato a Loiza, un maiale è cucinato su uno spiedo e disposto sulla parte posteriore di una ruota di automobile. L’accelerazione dell’auto provoca variazioni di velocità dello spiedo, sottolineate da un commento musicale rap, che enfatizza gli eccessi della civilizzazione contemporanea.
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