Un luogo dove star bene e sentirsi
a proprio agio. Un luogo concettualmente e visivamente leggero, ma ricco di
stimoli e spunti creativi. È questa la sensazione che si ricava dalla visita
alla mostra
Cocktail di
Andy,
alias Andrea Fumagalli (Monza, 1971), sassofonista e tastierista dei Bluvertigo,
band di musica elettropop capitanata da Morgan, alias Marco Castoldi (voce,
basso e piano) e composta da Sergio Carnevale (batteria) e Livio Magnini
(chitarra).
Un progetto musicale sviluppato
parallelamente al suo interesse per la pittura, ufficializzato da un diploma
all’Istituto d’arte di Monza e da una specializzazione nel ramo della grafica
pubblicitaria e dell’illustrazione presso l’Accademia delle Arti Applicate di
Milano, e sempre perseguito col chiaro intento di oltrepassare i confini tra
diversi ambiti artistici.
Dunque, qualcosa di più d’un
semplice hobby, al quale dedicarsi a tempo perso, tipico di chi sfrutta la
propria immagine di musicista, giunto alla notorietà discografica e televisiva,
per darsi credito e patente di artista, anche visivo. Niente di tutto questo.
Per Andy, l’arte e la musica sono naturalmente interconnesse, tanto da
utilizzare per le campiture di colore su tela lo stesso procedimento di accostamento
successivo di file, provenienti sia dal campionamento di brani musicali
effettivamente suonati che da quelli generati artificialmente dal
sintetizzatore e applicato a generi musicali differenti.
Il risultato finale è un
Cocktail di suoni ben shakerato e un
abbecedario d’immagini dove trovare mescolati cultura “alta” e “bassa”. Proprio
come avviene in uno dei suoi trenta quadri presenti in mostra, dove il gattino
del famoso cartone animato della Walt Disney,
Gli Aristogatti, che risponde al nome di Matisse,
lascia lo zampino della sua firma su una tela dell’omonimo pittore.
È pure quello che succede in
alcune celebri scene cinematografiche tratte da
Vacanze romane e
Casablanca, quando si accendono di tinte
fluo e si popolano di personaggi totalmente fuori contesto, come Goldrake e
Paperino.
Nell’accostare la precisione della
linea compositiva alla dislocazione sparsa di oggetti e persone, Andy afferma d’ispirarsi
al metodo di
Bruno Munari, in cui la regola e il caso, per lui fondamento d’ogni
scoperta creativa, si mostrano insieme. “
Come il giorno e la notte la regola
e il caso sono due contrari”,
amava
ripetere Munari. “
La regola da sola è monotona / il caso da solo rende
inquieti. / Gli orientali dicono: La perfezione è bella ma è stupida / bisogna
conoscerla ma romperla. / La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte
/ è la fantasia, è l’equilibrio”.
Con questo stesso spirito, Andy
realizza anche molte opere di design, qui in mostra e perfettamente
“funzionanti”: radio, tavolini, poltroncine, chitarre, un contrabbasso e una
Fiat 500, customizzata con le sue tipiche decorazioni fumettistiche.