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Fino al 19.II.2017 | Around Ai Weiwei: photographs 1983-2016 | CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, Torino

di - 5 Febbraio 2017
In concomitanza con la mostra Ai Weiwei libero, ospitata nelle sale di Palazzo Strozzi, a Firenze, Camera dedica all’artista e attivista cinese una rassegna fotografica; una narrazione parallela e, al tempo stesso, un approfondimento della poetica di una delle icone dell’arte contemporanea più discusse del momento. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Davide Quadrio- già responsabile e coordinatore di diversi progetti in Cina, dove risiede da tempo- “Around Ai Weiwei: photographs 1983-2016” è un itinerario che ripercorre i momenti salienti della carriera dell’artista cinese; un percorso intimo per conoscere Ai Weiwei prima che diventasse un artista di fama mondiale e i fattori che lo hanno reso tale fino alla nomina, nel 2015, di Ambasciatore della Coscienza da parte di Amnesty International.
Mediante un approccio documentario al linguaggio fotografico, le immagini scattate da Ai Weiwei (Pechino, 1957) restituiscono frammenti di vita famigliare, continue incursioni nell’intimità degli affetti e nei momenti strettamente legati alla creazione artistica mai avulsi dal contesto politico-sociale che assurge, piuttosto, a soggetto principale delle riflessioni e delle denunce dell’artista. Un’opera complessiva che parte necessariamente dal dato autobiografico e si dispiega in una successione cronologicamente lineare di scatti che scandiscono l’evoluzione del pensiero dell’artista e, al tempo stesso, del personale e crescente approccio ai nuovi media e alle tendenze più attuali del linguaggio fotografico. Gli Studi di Prospettiva, serie di immagini metafore di protesta contro i luoghi del potere, e i primi self-portrait -di cui The Forbidden City during the SARS Epidemic (2003) costituisce una sorta di prototipo di selfie, rivelando con tutta la sua carica evocativa il senso dell’isolamento e della drammaticità partecipata da parte dell’artista- dichiarano i toni del suo personale linguaggio.

È, tuttavia, dall’esperienza americana che si coglie già una metodologia che sottende un uso intensivo, quasi esasperante e voyeuristico del media fotografico. Di 10.000 negativi realizzati dall’artista, una selezione di circa ottanta scatti in bianco e nero introduce la mostra cogliendo i momenti salienti della formazione artistica di un giovane Ai Weiwei nel decennio newyorkese. La serie New York Photographs 1983-1993 è, infatti, scandita dagli incontri con artisti e poeti come Allen Ginsberg, da spaccati di vita privata a immagini che restituiscono l’atmosfera culturale respirata da Ai Weiwei e dichiarano già apertamente l’interesse per il linguaggio di Duchamp e Warhol; suggestioni che si palesano in alcune fotografie e sculture esposte in mostra- come l’opera di impronta dadaista One Man Shoe (1987)- con le quali rende omaggio ai due maestri. Dagli interni del suo appartamento si passa alle strade della città, a scorci che fungono da sfondo e, al tempo stesso, assurgono a simboli evocativi dell’atmosfera socio-politica di quegli anni, come nel reportage di denuncia della repressione e delle violenze perpetrate dalle forze dell’ordine durante gli scontri di Tompkins Square Park. La libertà di espressione, il rispetto della dignità dell’uomo, il diritto e la ricerca della verità assurgono a valori universali consegnati alla forza d’espressione e alla capacità della fotografia e del video di documentare gli eventi. Le immagini del periodo newyorkese scorrono lungo la parete, accompagnate dall’installazione Soft Ground (2014); un tappeto che riproduce in scala 1:1 tracce dei carri armati, segni che evocano la drammatica repressione messa in atto in piazza Tienanmen un anno dopo i fatti newyorkesi. La Cina, contestata e amata, è sempre presente nelle riflessioni dell’artista. Agli anni americani seguono quelli del ritorno in patria, introdotti dalla video-intervista realizzata da Daria Menozzi, Before Ai Weiwei (1995)- una breccia nella vita e nell’attività di un giovane artista che rivela l’orientamento della sua poetica- mentre con la serie di fotografie Beijing Photographs 1993-2003 l’attenzione si sposta sugli affetti famigliari, in particolare sulla figura importante del padre, il poeta Ai Qing, simbolo della resistenza contro l’oppressione del governo cinese, di cui non si limita a restituirne un ritratto fotografico, ma ne documenta il ricovero in ospedale e gli ultimi giorni di vita. Immagini dell’entourage e dell’ambiente culturale cinese frequentato da Ai Weiwei, dell’incontro con Harald Szeemann si stagliano sullo sfondo di una Cina in continuo e rapido cambiamento, tra tradizione e globalizzazione, i cui effetti e il cui impatto sono restituiti dai video Chang’on Boulevard (2004) e Beijing: The Second Ring (2005); opere di denuncia nelle quali le strade di Pechino diventano oggetto di un lungo lavoro di osservazione in cui la dinamica del tempo restituisce il senso e l’insensatezza di violente trasformazioni incuranti delle implicazioni socio-culturali. Immagini eloquenti che, come frammenti di punti di vista differenti, si compongono per restituire il senso di una presa di posizione quotidiana della quale ogni fotografia è testimone e segno della partecipazione dell’artista. Nella difesa dei diritti umani e nella denuncia dei crimini e della repressione da parte del potere, l’artista inscrive la sua personale esperienza dove vita e arte si mescolano inevitabilmente. E il culmine del linguaggio di Ai Weiwei è raggiunto con Refugee Wallpaper (2016), in cui 17.000 immagini realizzate con smartphone raccontano il dramma della migrazione e ricoprono le pareti della sala travolgendo il visitatore in una sensazione di sovraesposizione che induce a riflettere sull’impatto delle tecnologie.
Manuela Santoro
Mostra visitata il 28 ottobre 2016
Dal 28 ottobre 2016 al 12 febbraio 2017
Around Ai Weiwei: photographs 1983-2016
CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, Torino
Orari: Lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 11.00-19.00; giovedì 11.00-21.00. Martedì chiuso.
Info: www.camera.to

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