In una Torino super-blindata, a pochi metri da Piazza Castello camuffata da Medals Plaza, non poteva mancare, fra gli eventi promossi in occasione delle Olimpiadi, anche un’importante mostra alla Biblioteca Reale. Ed era logico puntare sui suoi tesori più preziosi, i disegni di Leonardo da Vinci (1452-1519). La novità, rispetto ad altre esposizioni passate della Reale, è che accanto alle opere di Leonardo e dei suoi allievi e seguaci conservate a Torino, è stato possibile raccogliere un significativo nucleo di pezzi provenienti da prestigiose collezioni di New York, Firenze, Venezia e Parigi.
Pur se piccola (anche per motivi di spazio), la mostra permette d’accostarsi a diversi aspetti della multiforme produzione leonardesca. Il più, in linea con il clima olimpico, è l’aspetto della ricerca anatomica ed estetica sul nudo maschile, evidente in uno splendido Studio preparatorio per la Battaglia di Anghiari (1505 circa), in cui il corpo atletico visto di schiena e in torsione rammenta il bel carboncino col possente Ercole, ritratto in una simile posa, che si collega a sua volta ad un foglio ora a New York, dove l’eroe appare invece di fronte. E’ possibile che tali studi si riferissero al progetto di una grande statua di Ercole, forse richiesta a Leonardo a Firenze per contrapporla al David di Michelangelo Buonarroti (1475-1564) e anch’essa intesa ad esaltare le virtù civiche. Qui a Torino il paragone fra i due geni è riproposto, in scala minore (ma proprio riguardo al tema del nudo maschile) dalla presenza del piccolo Cristo crocifisso ligneo, già visto in Biblioteca lo scorso anno, la cui attribuzione a Michelangelo è caldeggiata da un nutrito gruppo di studiosi, fra cui Gentilini.
Altro tema privilegiato è quello dell’ideale
Anche le ricerche leonardesche sulle fisionomie realistiche, talora al limite del caricaturale, ebbero lunga fortuna in Lombardia nel corso del ‘500 (si veda l’inedito Profilo di vecchia attribuito ad Aurelio Luini). Su tutto domina l’enigmatico Autoritratto che, a dispetto del riscontro iconografico fornito dal più tardo disegno di Giovan Ambrogio Figino, alcuni studiosi non ritengono che raffiguri il maestro vinciano, per motivi cronologici. Il Leonardo scienziato, naturalista e ingegnere è infine testimoniato, oltre che da alcuni disegni di arti di cavalli, d’insetti e di macchine da guerra, dal Codice sul volo degli uccelli, in cui l’indagine sugli animali prelude agli esperimenti per inventare la Macchina volante..
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stefano manavella
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