La mostra ospitata da Palazzo Bricherasio non è di immediata comprensione. Nell’immaginario collettivo occidentale spesso si ha una lacunosa conoscenza storico artistica del paese delle Nevi, l’attrazione si focalizza sui suoi aspetti esoterici e rituali, piuttosto che per quelli filosofici ed estetici: per questo motivo passeggiare tra le sale e ammirare i thang-ka dipinte, o le sculture in varie leghe a base di rame o le tavole lignee intagliate può diventare un’esperienza affascinante.
Compongono il percorso 200 oggetti, appartenenti a due collezioni importanti: quella che andrà a formare il nuovo Museo di Arte Orientale di Torino –la cui apertura è prevista nel 2006- e la quella privata Nyingjei Lam Collection che comprende circa 80 preziose sculture databili dal IX al XVI secolo.
La rassegna si apre con l’esposizione dei già citati thang-ka: tempere eseguite su cotone, di forma prevalentemente quadrangolare, a motivi geometrici che corrispondono ad uno schema proprio a ciascuna divinità, le proporzioni sono codificate per tradizione così come le composizioni, che obbediscono a proporzioni precise: il personaggio principale occupa il centro della tela, divinità e religiosi disposti
Di imponenti dimensioni (misura 270×470 cm) è la pittura parietale Le otto manifestazioni del Guru Rin-po-che” dedicata a Padmasambhava, il taumaturgo indiano che secondo l’agiografia vinse le resistenze delle antiche divinità locali all’introduzione del Buddismo in Tibet.
Nella sezione dedicata ai libri e alle copertine si ammira un volume del Canone Buddista Tibetano dell’inizio del XV secolo. I 374 fogli scritti in oro su fogli blu-nero contenenti 12 miniature a colori hanno fogli racchiusi tra due copertine lignee intagliate: il legno in Tibet viene trattato come un materiale nobile per cui -pur essendo utilizzato anche in strutture architettoniche- presenta sempre pregevoli esempi di intaglio ad altorilievo o bassorilievo. Le copertine hanno ricche decorazioni a spirali e volute
La ricca collezione di statue propone divinità e asceti, dei e demoni, la maggior parte delle volte in posizione yoga “del loto”; la comunanza delle posture, degli atteggiamenti, e dei colori hanno un preciso e codificato significato spirituale tanto che l’artista non ha possibilità di scelta, è solo un “fabbricante di divinità”, costretto a seguire precisi canoni iconografici (aderenza ai testi sacri) e iconometrici (rispetto delle proporzioni prescritte).
Sempre nelle sale di Palazzo Bricherasio è possibile accedere alla personale della fotografa americana Sheila Rock: momenti di vita dei monaci all’interno del Sera Monastery, uno dei più antichi monasteri buddhisti. La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Italiana per la Fotografia con la collaborazione di Studio Immagine, Milano.
claudia pernumian
mostra visitata il 26 luglio 2004
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