Il 19 aprile si è inaugurata BIG TORINO 2002: per un mese Torino sarà teatro di mostre, incontri, performance e molti altri eventi legati al mondo dell’arte e della creatività. Quest’anno la Biennale si presenta come BIG SOCIAL GAME: l’arte e la creatività vogliono perciò essere intese, nell’intenzione degli organizzatori e del nuovo direttore artistico Michelangelo Pistoletto, come un gioco che affronta in maniera produttiva e performativa le problematiche che concernono la vita e l’interazione sociale contemporanea.
Big Torino 2002 si concentra su ogni tipo di manifestazione artistica: dalle arti visive alla musica, al teatro, alla danza, fino ad arrivare addirittura alla gastronomia, con mostre, workshop, convegni, incontri, spettacoli teatrali, serate culinarie a tema e performances.
La sezione dedicata alle arti visive, affidata ai curatori Giacinto di Pietrantonio, Corinne Diserens e al gruppo iberico Calc, si snoda in una serie di installazioni e operazioni sul territorio della città di Torino, fino a trovare il suo centro alla Cavallerizza Reale. Una sezione delle sale della Cavallerizza è interamente dedicata alla web art (il paese ospite di quest’anno è proprio la rete) e mostra una serie di lavori interattivi, mentre altre si concentrano sulla produzione artistica e creativa più tradizionale, radunando video arte, pittura, fotografia e installazioni. Una sala è invece preposta ai dibattiti e agli incontri con artisti ed esperti del settore, secondo un fitto calendario.
L’intenzione di BIG quest’anno è però soprattutto quella di convogliare le differenti esperienze artistiche verso un obiettivo comune, affermando la fecondità e l’operatività sociale dell’arte in ogni sua manifestazione. Con BIG SOCIAL GAME l’arte vuole, nelle parole di Pistoletto, letteralmente mettersi in gioco: giocare con la società e le sue trasformazioni e proporsi produttivamente e creativamente alla sua trasformazione. Si tratterebbe insomma di fare un passo oltre l’agognata autonomia e ortodossia tipica dell’arte dei giorni nostri, superare il rischio dell’autoreferenzialità per guardare finalmente al di là delle prospettive cui in questi ultimi decenni artisti, critici e curatori si sono sostanzialmente abituati.
Pur non tenendo sempre fede a queste prospettive, la mostra ospita lavori di un certo interesse e si rivela subito di un più alto livello rispetto a quella di due anni fa. Tra i più convincenti, sono da segnalare alcuni lavori di giovani artisti già noti al pubblico: l’installazione video di Daniele Puppi (che riprende il movimento di una palla da basket su due schermi convergenti, sviluppandosi lungo le diverse coordinate spaziali); il manifesto di Lara Favaretto (un poster “pubblicitario” che raffigura un asino portato in trionfo da un gruppo di contadini e su cui campeggia un grosso punto interrogativo); l’installazione in memoria dei drammatici fatti di Genova di Andrea Salvino.
Tra gli eventi in giro per la città sono da ricordare: una rassegna di video presso la Gam, in programma per il mese di maggio, Transnational Republic a The Beach, ai Murazzi del Po e Rtmark presso il locale Amantes.
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Maria Cristina Strati
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