L’aria suda estate lungo lo Stura, il fiume che dà il nome a questa valle delle Alpi al confine con la Francia, le stesse montagne misteriose che un tempo costituivano l’antica Via del Sale. Oltre ai temporali, a rinfrescare il clima e alleggerire l’umidità, ci sono, mimetizzate nel paesaggio, sette
Tracce d’acqua, le installazioni site specific di un work in progress ideato dall’Associazione Auriate per valorizzare, attraverso interventi artistici, il territorio dello Stura.
Sono passati tre decenni dalle passeggiate di
Richard Long e
Hamish Fulton e, oggi più che mai, nonostante tutte le sperimentazioni sul paesaggio e consapevoli di aver attraversato un’idea di natura come imitazione della stessa, l’arte sembra interrogare la natura nella ricerca di uno spazio che veicoli uno stato d’animo, una percezione o un ricordo. Nel dibattito attuale non si può parlare distintamente di land art, arte vivente o architettura del paesaggio perché, come dimostrano le opere di
Tracce d’acqua, arte, natura e architettura sono territori senza confini in cui confluiscono diversi saperi e atteggiamenti.
Lungo lo Stura sono proprio le suggestioni del contesto con il quale l’artista è entrato in relazione a rivelarne il contagio. Tra alberi e cespugli, la prima istallazione sul percorso,
Towards the River di
Nils-Udo, è la testimonianza della debolezza della cultura nei confronti della natura. Una natura violenta che, in termini radicali con le sue piogge ininterrotte, ha modificato il progetto originale. Oggi solo due fotografie lapidarie occupano il sito, mostrando entrambe il medesimo ma irriconoscibile luogo al momento del nubifragio.
Mentre su un argine svetta sacrale il
Rifugio in alluminio di
Per Barclay,
Chance di
Silvio Wolf è collocata direttamente nel torrente. Qui un telo in pvc riproduce i cerchi concentrici di una goccia d’acqua, una goccia immobile come lo scatto che l’ha immortalata ma su cui scorre il presente, la materia viva del fiume.
Altro segno di dominio della natura sulla cultura, con il conseguente limite e ridimensionamento dell’opera, è
Equivalenze: una nuvola nel fiume di
Sandrine Nicoletta, una circonferenza galleggiante costituita da boe bianche che avrebbe dovuto contenere l’equivalente della portata d’acqua utile a formare la
cumulus humulis, la nuvola del bel tempo.
Tra i progetti più poetici lungo il percorso,
Calano giù le lontananze di
Marco Porta e
Zivilisation di
Reto Emch. Nel primo, in una porzione tranquilla del fiume dove il rapporto tra natura e cultura è inteso come rispecchiamento dei sentimenti umani fatti di memoria, sono disseminate delle pietre su cui l’artista ha inciso a scalpello, come su una lapide, le parole in lingua occitana di una donna vissuta in queste valli.
Il secondo, invece, si presenta come un percorso di teche museali sull’acqua, di grattacieli trasparenti che, oltre a disegnare un nuovo skyline, diventano contenitori vuoti da riempire con pensieri o con frammenti del paesaggio circostante.
Defilata rispetto al percorso è, infine,
Out of nowhere, l’installazione video di
Botto & Bruno che, tra poster e collage, trasforma la chiesetta sconsacrata in un cinema di montagna. Oltre l’acqua, il silenzio.
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Avete scritto male il sito myspace.
Correggetelo presto perche' e' un bellissimo progetto! Presto!