Dopo la permanenza al Louvre di Parigi e al Muses Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, gli Artisti del Faraone approdano a Torino. Attraverso un cospicuo numero di oggetti rinvenuti nel sito archeologico di Deir el Medina, sono rivelate le abitudini quotidiane dei comuni abitanti dell’Antico Egitto. La mostra è ospitata da due differenti spazi. Presso Palazzo Bricherasio sono esposti circa 300 pezzi provenienti da prestigiose raccolte, mentre all’interno del Museo Egizio è tracciato un percorso rivolto ad indicare, nello specifico, proprio quei reperti della collezione permanente ritrovati nel noto villaggio. A partire dal Nuovo Regno, il modo di seppellire il Faraone subì una profonda modificazione. Infatti, le tombe non furono più alloggiate nelle piramidi, bensì in strutture nascoste e sepolte nella valle tebana. La comunità di Deir el Medina fu fondata appunto da Thutmosi I per ospitare tutti gli scribi, gli operai, gli artisti e gli artigiani incaricati di costruire le necropoli regali nelle valli dei Re e delle Regine. L’allestimento di Palazzo Bricherasio è suddiviso in quattro sezioni illustranti la vita familiare, il lavoro, le credenze religiose e i riti funerari. Vi sono raccolte stoviglie, gioielli, giochi di società, tavole per le offerte, papiri con preghiere e formule magiche. Ma anche documenti che chiariscono l’organizzazione delle squadre di lavoro o i salari degli operai (remunerati con cereali, pesce, legna per cucinare). Uno dei meriti maggiori dell’esposizione, in primo luogo grazie alla natura dei ritrovamenti avvenuti a Deir el Medina, è sicuramente quello di porre l’accento sulla realtà quotidiana del villaggio. In nessun altro sito archeologico, infatti, sono state rintracciate testimonianze così specifiche della vita privata nell’Antico Egitto. Da quanto raccolto si ha notizia di conflitti, turbamenti amorosi, questioni ereditarie, gusti letterari. Nel Papiro dello Sciopero redatto dallo scriba Amennakhte (Regno di Ramesse III), ad esempio, è addirittura documentato il primo sciopero dell’umanità. In mostra è presente un significativo numero di ostraca, affascinanti fogli di pietra sia scritti che figurati. Dal greco ostracon (conchiglia), questi sono costituiti da frammenti di calcare o cocci di ceramica utilizzati come supporti per scrivere o disegnare. Essi contengono scene di vita familiare, componimenti poetici, figurazioni umoristiche, schizzi vari ed appunti. Piuttosto nutrita è anche la selezione di ushabti – statue funerarie di piccole dimensioni riproducenti il defunto mummificato. In legno o terracotta, nell’aldilà queste figurine erano destinate a servire il morto, alleviandolo dalle fatiche fisiche. In merito al percorso predisposto al Museo Egizio, si segnalano la Cappella del pittore Maia e la celebre Tomba dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, quest’ultima ritrovata inviolata nel 1906 da Ernesto Schiapparelli.
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sonia gallesio
mostra visitata il 22 febbraio 2003
Gli Artisti del Faraone. Deir el Medina e le Valli dei Re e delle Regine
dal 14 febbraio al 2 giugno 2003
Torino, Palazzo Bricherasio, via Lagrange 20 tel. 011 57.11.811
orario di visita: lun 14.00/20.00; mart e merc 9.00/20.00; da gio a dom 9.00/23.00
ingresso: intero € 6.50; ridotto serale € 5.50 (dalle 20.00 alle 23.00); ridotto € 4.50
web site: www.palazzobricherasio.it
Museo Egizio, via Accademia delle Scienze 6 tel. 011 56.17.776
orario di visita: da mart a dom 8.30/19.30; lunedì chiuso
ingresso: intero € 6.50; ridotto € 3.00
web site: www.museoegizio.org
catalogo: Electa, Milano
infoline: 011 57.11.888[exibart]