La Galleria Narciso non è nuova ad ospitare mostre riguardanti il futurismo torinese ed i suoi artisti, ma una mostra di questo tipo assume un’importanza fondamentale per due motivi. In primo luogo bisogna notare come, non a caso, l’iniziativa di trattare il tema dell’Arte Sacra ricada allo scadere dell’anno giubilare anche se la motivazione che rende questa mostra davvero unica è un’altra. Questa, infatti, è la prima volta in cui sono raccolte, in un’unica esposizione, tutte le opere appartenenti al periodo religioso di Fillia. Da ciò si comprende la rilevanza di un simile evento che permette di verificare quanto la rivoluzione futurista sia riuscita a rinnovare, secondo i propri canoni di modernità, un tema da sempre presente all’interno dell’arte tradizionale.
Luigi Colombo, in arte Fillia, nato a Revello nel 1904 e morto a Torino nel 1936, è stato il polemico padre fondatore del “Movimento futurista torinese” che, grazie anche a T. Bracci, nasce a Torino nel 1923. Artista profondamente e radicalmente innovativo, Fillia non si è dedicato solo alla pittura ma è stato anche teorico, poeta e scrittore. A Torino egli stesso fonda due periodici: “La Città Futurista” nel 1929 e, nel 1932, “La Città Nuova”. Protagonista assoluto dell’Arte Sacra futurista, di cui ne redige il Manifesto assieme a Marinetti nel 1931, Fillia compie una vera e propria analisi, attraverso la pittura, del tema del Misterioso e del Divino. Egli stesso si accosta ai temi religiosi successivamente al periodo dell’aeropittura dal quale ne desume la leggerezza e l’astrazione delle forme riscontrabili anche nelle sue opere religiose. Nelle opere esposte alla Galleria Narciso si nota, infatti, come la simultaneità, il gioco tra compenetrazioni e trasparenze, l’astrazione delle figure siano elementi caratterizzanti di un’Arte Sacra che è rinnovata dalla modernità del Futurismo. Osservando questi dipinti ci si rende conto che sono spesso costituiti da elementi ricorrenti. La croce, come la roccia del Calvario sono due componenti che ritroviamo in quasi tutte le tele esposte. I temi affrontati da Fillia sono quelli cari all’iconografia cristiana quali: la natività, la Sacra Famiglia, l’adorazione, l’annunciazione, l’itinerario della passione. Tutti sono rivisti secondo una particolarissima interpretazione che, sconfitte le apparenze del reale, spinge a riflettere sul significato spirituale del tema trattato. L’allontanamento dal realismo permette ciò che Fillia definisce come l’innalzamento ad un’astrazione mistica. Tutto ciò è già presente nella prima opera a carattere sacro dipinta da Fillia: la “Madonna con Bambino”. L’intero tema è rielaborato nell’ottica futurista riscontrabile nella simultaneità degli elementi, nel connubio tra l’estrema semplificazione delle forme e la simbologia a loro legata. Il dipinto per lo stesso Fillia è: “Realizzazione cioè della visione simultanea del mistero cattolico in tutto il suo secolare sviluppo ”.
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una mostra di Fillia senza fotgrafie è davvero una bestemmia. A cosa pensate che serva quello sgorbietto li in altro?