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fino al 20.IX.2009 | Luisa Rabbia | Torino, Fondazione Merz

di - 13 Luglio 2009
Se la forma scompare la sua radice è eterna”, scrive in lettere al neon Mario Merz in uno dei suoi lavori più famosi, ora in mostra nella sala interrata della Fondazione Merz. Proprio dall’ambiente espositivo sotterraneo, come per un naturale processo, la radice sale in superficie e si espande nei lavori di Luisa Rabbia (Pinerolo, Torino, 1970; vive a Torino e New York). Le opere di In viaggio sotto lo stesso cielo, la sua prima personale in un museo italiano, rendono materiali le arterie linfatiche che nell’opera di Merz rimangono astrazioni linguistiche.
È un groviglio di linee che pare la visualizzazione del concetto cardine della filosofia di Deleuze e Guattari: il rizoma. Un nome preso a prestito dal mondo della botanica, che introduce un concetto – scrivono i due francesi in Millepiani – che “serve a mettere in collegamento un punto qualsiasi con un altro punto qualsiasi”. Anche in Luisa Rabbia queste arterie fanno da trait d’union per tutti i suoi lavori.
Scorrono senza sosta nel video Travel with Isabella. Travel scrapbooks 1883-2008. Una video-animazione creata montando le fotografie del viaggio che la Gardner fece in Cina nel 1883 e che l’artista ha trovato negli archivi del museo dedicato alla grande collezionista e mecenate americana. Le radici di Luisa Rabbia superano le immagini color seppia della grande muraglia e del palazzo imperiale, solcano i volti antichi di una Cina ancora lontana ed esotica, avvolgono oggetti della collezione del museo.

Come lo struzzo d’oro dal quale nasce un uovo, un embrione che dà ai 26 minuti del video quasi il senso di un viaggio nella creazione: “È un viaggio nella vita umana. Lo spettatore assiste allo sviluppo di questa storia come se si affacciasse dal finestrino di un treno che avanza e che mostra gli elementi della natura e quelli della vita stessa”, spiega l’artista.
Il tema della nascita è protagonista anche in Twins e The following day, no one died. La prima è una scultura in cartapesta che rappresenta due gemelli ancora racchiusi nell’utero materno. La seconda sovrappone grandi arterie in terracotta che racchiudono un embrione umano alla riproduzione ingigantita dell’elettrocardiogramma del padre dell’artista: “Risale ad un esame fatto nel febbraio 2006 quando ancora stava bene. È il prolungamento di un momento di benessere, anche medico, che tento di rendere immortale con la mia arte”.

Ma queste radici non sono solo portatrici di nutrimento e vita; sono anche “un reticolo che soffoca”. “Il simbolo”, continua Rabbia, “di una indifferenza che è quella umana nei confronti della natura e dei diversi”. Nella serie Under the same sky, questo tema è affrontato creando scenari immaginari, composti da immagini trovate su Internet, che rappresentano l’incontro, ma anche lo scontro, delle diverse culture presenti sul territorio torinese. Su queste immagini l’artista disegna esseri solitari che abitano ripari di fortuna, case di cartone o semplici giacigli di coperte.
Un mondo triste e inospitale, specchio di quello che ormai attende chi arriva in Italia (ma anche in Europa) alla ricerca di un sogno o semplicemente di un lavoro. Ma anche di un nomadismo apolide, che fa paura per il suo impeto di libertà.

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dal 18 giugno al 20 settembre 2009
Luisa Rabbia – In viaggio sotto lo stesso cielo
a cura di Beatrice Merz
Fondazione Merz
Via Limone, 24 (Borgo San Paolo) – 10141 Torino
Orario: da martedì a domenica ore 11-19
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3,50; gratuito ogni prima domenica del mese
Info: tel. +39 01119719437; fax +39 01119719805; info@fondazionemerz.org; www.fondazionemerz.org

[exibart]

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  • Luisa Rabbia,mha...non si capisce come nascano queste collaborazioni. Il lavoro di Rabbia è francamente datato e pervaso di una malinconia boettiana un po' fuori dal tempo. Questo relativismo nella critica d'arte italiana lascia attoniti e insoddisfatti.

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