“Anteprima” a Torino è la seconda delle tre manifestazioni della Quadriennale che si concluderà nel 2005 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove ci sarà anche una sezione “storica” e uno spazio destinato all’arte straniera.
Come per la precedente di Napoli, una commissione-inviti (composta da Beatrice Bruscaroli, Luca Beatrice, Flaminio Gualdoni, Alessandro Riva e Gabriele Simongini) propone novantacinque artisti che hanno tenuto una mostra personale dopo il 1990.
Il percorso espositivo si suddivide nuovamente in quattro sezioni che però non intendono essere forme riduttive o limitative della lettura dell’arte strettamente contemporanea, quanto spunti per aiutare lo spettatore ad orientarsi all’interno della molteplicità dei linguaggi. Ecco che nasce l’area “Relazioni” dove lo spettatore è invitato a divenire parte attiva dell’opera, dove sono raccolte installazioni, video e dipinti. Deborah Hirsch propone il video “Interintra” (2003) dove tra la sua figura e quella di altri, la presenza di spettatori completa l’ambiente; Fausto Gilberti con il dipinto “Tutto è perfetto” (2003) ci porta nel mondo del calcio, rito quotidiano del nuovo millennio con tutti i suoi pro e contro; Marcello Maloberti documenta con una “performance di gruppo”, il desiderio dell’artista di cercare e trovare stati d’animo con il suo lavoro (senza titolo, 2003).
Nella sezione “Territori” sono presenti soprattutto dipinti di paesaggi urbani, reali o metafisici come Marco Petrus con il suo “Upside Down” (2003); operazioni di eliminazione di ambienti per mezzo della rimozione dei particolari come in Stefano Cagol e la sua videoinstallazione “The Silver Energy” (2003) dove un aereo è magicamente sospeso; o situazioni comuni in cui tutti ci siamo trovati, ribaltate come nell’istallazione con i banchi di scuola “I maleducati” (2003), di Marco Di Giovanni.
Opere ispirate sia al figurativo che alle tendenze astratte sono nella sala “Permanenze” dove si spazia tra pittura, scultura e istallazione. Dal ricordo del tempo passato e i giochi dell’infanzia con ironiche figure nell’opera “Aliasliberatutti” (2003) di Alex Pinna, ad opere biografiche questa volta inquietanti nel loro “Tentativo di esistenza” (2003), opera di Giovanni Manfredini, fino all’inquietudine dai tratti ironici nel dipinto del giovanissimo vincitore del Premio Cairo, Matteo Bergamasco, “(Annunciazione) Suicidio a Odessa” (2003).
Infine troviamo l’area dedicata al tema “Realismi”, dove a paesaggi periferici come nel gasometro di Andrea Chiesi “Fattore 33-Disoder” (2002) si uniscono molteplici visioni metropolitane di Giacomo Costa con il suo “Prospettiva n. 28 Variante 2” (2003) o dove il corpo di persone comuni con tutti i naturali e reali difetti fisici, diviene prodotto-oggetto di massa come nella donnona nel dipinto “Berlin” (2003) di Barbara Nahmad.
irene cafarelli
mostra vista 16 gennaio 2004
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